tag:blogger.com,1999:blog-44620395954767560872024-03-13T07:40:04.855+01:00LA STANZAStefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.comBlogger322125tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-9810424802915887002017-12-22T16:08:00.000+01:002017-12-22T16:08:42.809+01:00UN ALTRO RACCONTO DI NATALE<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: "PT Serif", Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
Ne han raccontate tante<br />di storie del Natale<br />mica una sola, a palate<br />ma di questa meno male,<br />manco una parola, ascoltate</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: "PT Serif", Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
prosa semplice e qualche verso<br />per l’umana fiaba, mai banale<br />di chi si immaginava diverso<br />per scoprirsi infine, uguale</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: "PT Serif", Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
Erano rimasti due uomini all’interno dell’osteria “I briganti”, la sera della vigilia di Natale. Uno stava dietro al banco e ed era Giovanni Pignasecca, l’irascibile e corpulento proprietario del locale chiamato dai clienti più assidui “Esentasse” perché nessuno l’aveva mai visto fare uno scontrino, e l’altro era suo cognato, Franco Dalsenno chiamato “il Verza” perché oltre essere vegetariano si dilettava con la letteratura, con la poesia, e spesso improvvisava versi durante le chiacchierate. I due erano alle prese con la regina delle discussioni, da bar e non solo, di questi ultimi anni, quella che non manca mai, sia che si parlasse di politica o di qualunque altra cosa, ed era la questione “migranti” Naturalmente i due affrontavano l’argomento senza tralasciare né i ma né i se; d’altra parte in qualità di tuttologi, titolo onorario oramai condiviso equamente fra i frequentatori di bar e quelli della rete, era loro consentito, senza alcun timore, di liberare parole senza l’incomodo di una eccessiva riflessione.<br />“Ma proprio qua, dovevano venire?”<br />“A casa loro li dobbiamo aiutare, tutta l’Africa in Italia non ci sta, lo vuoi capire o no?!”<span id="more-11394"></span></div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: "PT Serif", Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
“Il lavoro qua non c’è. Prima gli italiani, poi i nero-fumo”.<br />“Mica han voglia di faticare, questi qua”.<br />“Arrivano con le pezze al culo e subito pretendono”.<br />Il corpacciuto Esentasse elencava questo insieme di luoghi comuni con una tale veemenza che i pochi capelli del Verza si muovevano come fili d’erba fustigati dal vento. Il suo volto era così rosso da far pensare che di lì a poco avrebbe preso fuoco.<br />“Ma scappano dalla miseria, dalla guerra…”, provava timidamente a reagire suo cognato. “Per una promessa di terra…”<br />Poi prendendo coraggio:<br />“attraversano il mare,<br />Rischiano la vita<br />Per un boccone da mangiare<br />Per una via d’uscita”.<br />Ma i suoi toccanti versi non facevano effetto sul sempre più isterico locandiere.</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: "PT Serif", Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
“Non sono affari miei,<br />e non darmi del razzista<br />ho pure un amico gay<br />sei il solito buonista!”<br />Non si può negare che non gli rispondesse per le rime. E aggiunse senza quasi respirare: “Tutta un’altra cultura dai, guarda come trattano le donne!”.</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: "PT Serif", Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
Ma Franco non era certo un tipo arrendevole:</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: "PT Serif", Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
“Parli proprio tu, santo cielo<br />Guarda come tratti mia sorella, tua moglie<br />Certo non la costringi al velo<br />Ma lasciamo perdere che è meglio”.</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: "PT Serif", Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
E dopo l’assonanza continuò ma ora solo malinconica prosa:<br />“I popoli ricchi li sfruttano da anni con la complicità dei loro governanti avidi e compiacenti offrendo loro solo povertà e ora che vorrebbero anch’essi la loro piccola parte, quel pizzico di benessere spettante a ogni essere umano, un tozzo di pane, noi li respingiamo verso le braccia dei loro aguzzini, verso un destino infame…”.</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: "PT Serif", Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
“E basta! Lo interruppe nuovamente Giovanni con le vene della fronte rigonfie.<br />“Ti ripeto che IO non mi sento in colpa, questo è il nostro paese e facciamo entrare solo quelli che ci pare, mica tutti i delinquenti e i vagabondi del pianeta, questi sono islamici, questi buttano le bombe, questi ci tagliano la gola nel sonno… Svegliati!”.<br />“Sì, sì, continua pure a mettere tutti nello stesso calderone”, pensò Franco. Però sul fatto che si dovesse svegliare in fondo quel “basico” di suo cognato non aveva tutti i torti; doveva smetterla di cercare di usare la ragione con chi preferiva dare sfogo ai propri istinti elementari. Si sentiva svuotato ma anche arrabbiato con se stesso. Perché si era fatto trascinare ancora una volta in questa ennesima e inutile discussione?<br />Sì allontanò dal banco e si diresse mestamente verso la porta; afferrò la maniglia e prima di uscire si girò verso l’incandescente cognato, disse:<br />“Ciao Giovanni, ci vediamo più tardi al Cenone”.</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: "PT Serif", Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
L’altro con le mani immerse in un catino d’acqua bofonchiò fra i denti che dopo aver chiuso il locale sarebbe prima andato alla messa delle 23 e 15 e poi li avrebbe raggiunti.</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: "PT Serif", Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
“Già, la messa, vai a confessarti che è meglio”.<br />“Cosa?”.<br />“Niente, niente, a dopo” e uscì dalla locanda.</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: "PT Serif", Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
Giovanni, rimasto solo, terminò di sistemare alcune cose e poi tirò fuori l’incasso del giorno disponendolo in piccoli mucchietti sul bancone del bar. Prese un grande astuccio nel cassetto e si chinò per prendere lo zaino che teneva nello sportello sotto alla cassa. Proprio in quel mentre la porta d’ingresso si aprì.<br />“Cavolo, non ho chiuso” disse a voce alta mentre si rialzava.<br />Appena vide l’uomo entrare sentì un’ondata di calore in viso. La carnagione dell’ospite inatteso non lasciava dubbi sulla sua provenienza e per il pregiudizio di Giovanni, neppure sulle sue intenzioni.<br />“Dove credi di andare, non vedi che ore sono? È chiuso!”. Il tono era tutt’altro che amichevole.<br />L’uomo intanto si era avvicinato e sorridendo disse mettendo una mano nella tasca: “Mi scusi, volevo chiederle se poteva…”.<br />Ma Giovanni, che ora era uscito da dietro il bancone, non lo fece finire e gli si parò davanti con quel suo torace a due ante. “Ti ho detto che è chiuso…non fare un altro passo altrim…”.<br />La parola gli rimase per metà in bocca e con una smorfia di dolore si portò una mano al petto e si accasciò a terra come un burattino cui abbiano reciso i fili.</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: "PT Serif", Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
Quando riaprì gli occhi, la luce della stanza, nonostante fosse fioca, gli ferì gli occhi e solo dopo qualche istante riuscì a guardarsi attorno. Era steso in un letto e le ossa gli dolevano in un modo mai provato prima. Le pigre gocce che scivolavano in un tubicino trasparente fino a penetrare nel suo braccio sinistro non lasciavano dubbi sul luogo in cui si trovava ma ulteriore conferma fu l’uomo con il camice bianco che parlava a bassa voce con Franco suo cognato e sua moglie Chiara, vicino alla finestra della stanza.<br />Era in ospedale, d’accordo, ma perché, cosa gli era accaduto?<br />Nella sua mente la nebbia si diradò e gli ultimi ricordi si riaffacciarono sufficientemente vividi per scuoterlo dal suo torpore.<br />“I soldi sul bancone, quel negro, mi ha derubato”.<br />Quelle parole uscirono dalle sue labbra in modo completamente incomprensibile, un leggero gorgoglio, sufficiente però a destare l’attenzione delle tre persone.<br />Chiara fu la prima ad avvicinarsi. “Ci hai fatto prendere un bello spavento, questa volta”. Gli appoggiò una mano sula fronte come a saggiarne la temperatura.<br />Giovanni riprovò a formulare qualche parola ma lo sforzo fu inutile.<br />“Calma, non ti devi agitare” disse la donna accarezzandogli il viso.<br />Nel frattempo anche il medico si era avvicinato al capezzale e con un sorriso professionale tastò il polso del paziente. “Signor Pignasecca, il peggio è passato. E’ stato un vero miracolo ma…”.<br />Giovanni gli prese a sua volta la mano e con un residuo di forze gliela strinse e lo guardò negli occhi con lo sguardo implorante.<br />“Già, immagino che lei non sappia per quale motivo si trovi sdraiato in un letto d’ospedale” disse il dottore. “Vede ieri sera, verso le 23 lei è stato colto da un infarto del miocardio e …”.<br />La porta si aprì lentamente e nella stanza si affacciò un uomo; nelle mani una bottiglia d’acqua.<br />Giovanni lo vide e sgranò gli occhi indicandolo.<br />“Ecco il suo salvatore” riprese il medico “se non fosse stato per lui, difficilmente staremmo qua a parlare lei ed io; come dicevo poc’anzi, un vero miracolo!” Poi aggiunse sorridendo: “Tra l’altro siamo in tema mi pare, e la sua si può definire a tutti gli effetti una vera e propria rinascita”.<br />“Pensi” continuò il primario “il caso ha voluto che lei si sentisse male proprio nell’istante in cui il signor John Okore è entrato nel suo bar per chiederle dove si trovasse la Chiesa di S. Francesco avendo l’intenzione di assistere alla funzione della Vigilia ma non conoscendone l’esatto indirizzo. Ma la sua fortuna non è finita lì, il signore essendo pratico di primo soccorso avendo esercitato per tanti anni presso una nota ong si è attivato per farle prontamente un massaggio cardiaco così da tenerla in vita fino all’arrivo del 118 munito di defibrillatore. Ora noi le abbiamo disostruite le arterie e applicato uno stent”. S’interruppe un istante vedendo una specie di smorfia sul viso del paziente pensando che fosse dovuta all’apprensione. ”Non si deve preoccupare, caro Giovanni, l’intervento è perfettamente riuscito; Lei ora deve solo riposare per recuperare le forze; L’importante è che, per almeno ventiquattrore, lei stia il più possibile immobile perché siamo dovuti passare dall’arteria fem…”<br />Il medico continuava ma Giovanni non lo ascoltava più; mille pensieri come coriandoli impazziti volteggiavano nella sua mente confusa. Guardò l’uomo a cui doveva la vita avvicinarsi sorridendo a sua moglie Chiara e porgerle la bottiglia d’acqua. Anche suo cognato si era accostato al letto e in mano teneva uno zaino, quello stesso zaino dove lui solitamente riponeva l’incasso del giorno. “ Non ti preoccupare per i soldi Giovanni” disse Franco, il signor Okore ha pensato di raccoglierli dal bancone dove li avevi lasciati e ce li ha consegnati appena ci siamo incontrati. Non era il caso di lasciarli lì, in bella vista, no?”.<br />Giovanni non disse niente. Davvero difficile trovare parole opportune in simili situazioni. Si limitò a fare un segno di assenso con la testa e dal suo volto stanco ma sereno spuntò un abbozzo di sorriso; con gli occhi lucidi cercò quelli dello sconosciuto dalla pelle scura e quando li incontrò finalmente lo riconobbe.</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: "PT Serif", Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
<em style="font-style: italic;"><a href="http://stefanomina.blogspot.it/" rel="noopener" style="background-color: transparent; color: #57ad68; text-decoration: none;" target="_blank">Stefano Mina</a></em></div>
</div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-10826144988572590092017-07-27T16:01:00.000+02:002017-07-27T16:01:53.987+02:00LA CONGIURA DI INNOCENZO<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: 'PT Serif', Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
Drinnnnn!<br />“Accidenti!” disse Innocenzo.<br />Si allontanò, con un passo che contraddiceva del tutto i suoi 84 anni, dal fornello dove cuocevano briosi degli spaghetti e si diresse verso il telefono che, completamente insensibile alle sue faccende culinarie, non smetteva di trillare. Alzò la cornetta. “Pronto!” disse con quel particolare tono di chi si sente a disagio a parlare con un interlocutore senza volto. L’imbarazzo svanì appena sentì la voce dell’operatore di uno di quei call center che ci avvelenano l’esistenza. Ora, di vitale importanza, era trovare il modo, senza essere troppo scortese, di troncare quel flusso di parole impersonali sul nascere, altrimenti… “Guardi, non m’interessa, sono a posto…no, non la faccio parlare perché le ripeto che non ho alcuna intenzione… senta, non mi costringa a essere maleducato… come mi permetto? Mi scusi, sono impegn… ma che vuol dire che anche lei sta lavoran… mica l’ho chiamata io… senta, a queste cose ci pensa mio figlio arrivederci!” Chiusa la comunicazione avvertì il solito malessere, un misto di rabbia e sconforto.<br />“Gli spaghetti, cazzo!”. Senza neppure spegnere il fuoco afferrò la pentola e la portò sotto l’acqua fredda ma fu tutto inutile: i “vermicelli” avevano oramai l’aspetto di bulimici lombrichi, quindi, invece che nel piatto, li gettò direttamente nel bidone dell’organico che giaceva ai suoi piedi con la “bocca” spalancata, come in attesa.<span id="more-10969"></span></div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: 'PT Serif', Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
“Basta!” Sentì una folle energia crescere in lui. Come in un flashback rivide le recenti situazioni in cui si era sentito impotente, a disagio, e constatò che tutte avevano a che fare con la tecnologia, sempre più invadente, spesso deteriore.<br />Come quando l’operatore della TCM, invece di ridurgli la tariffa, gli fece recapitare un modem di ultimissima generazione, del tutto incompatibile con il vecchio Mac di suo figlio, rara archeologia informatica. Come quando per risolvere un problema amministrativo al telefono, era quasi impazzito seguendo le indicazioni vocali: 1, 2, 5, 9, # e appena dall’altro capo si manifestava una voce pressoché umana, la linea beffardamente cadeva. Come quando, l’altra mattina, mentre passeggiava in bicicletta, una donna alla guida di un suv, che con una mano teneva il volante e con l’altra digitava “funambolescamente” sul cellulare, gli era passata così vicino da consentirgli di percepirne il profumo; per poco non era caduto. Come quando ieri, al bar, mentre stava acquistando un foulard da un simpatico pakistano per regalarlo alla sua giovane nipote, era stato“ripreso” da un individuo con il telefono puntato come una colt 45, che minacciava di denunciarlo alle autorità.<br />“Basta!” – Ridisse a voce alta – “Il tempo stringe più di una zuppa di carote, e se si possono ingannare gli anni anagrafici, quelli biologici li freghi meno”.<br />Si mise al tavolo, prese carta e penna e scrisse un piano d’azione: “Piano di resistenza e ribellione dell’anziano con le balle piene contro la teo-tecnologia”. Forse un po’ troppo lungo, pensò.<br />Una strana luce filtrò dalla sottile fessura tra le palpebre.</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: 'PT Serif', Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
1° punto: Riunire tutti gli amici con il cervello non ancora in pappa (per anni aveva lavorato in biblioteca e di esperti di Noir, Gialli e gradazioni varie ne conosceva diversi)</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: 'PT Serif', Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
2°: Contattare Occhiolungo e Martello, poliziotto e detenuto in pensione, amici inseparabili e gran lettori, per individuare sedi ed operatori di call center ma soprattutto quei gran figli di una prostata ingrossata dei loro “motivatori”. “Se avete il cuore troppo tenero questo lavoro non fa per voi perché dovete essere aggressivi” dicevano queste m…</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: 'PT Serif', Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
3°: Passare all’azione: brevi sequestri dei soggetti succitati; ideale a tale scopo il casolare di quell’eremita di “Alce Nero” (soprannome dovuto non alle sue presunte origini indiane ma al ruolo di capro espiatorio perennemente incazzato che aveva a lungo sostenuto nell’azienda pubblica in cui aveva lavorato per 40 anni). Da anni viveva a Monte Sgrippone, località segnalata solo sulle cartine del CAI di fine ‘800; certamente avrebbe contribuito alla causa con grande piacere.</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: 'PT Serif', Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
4°: Nella stanza di “recupero”, del tutto simile a un monolocale, installare numerosi telefoni pronti a squillare ogni volta che il soggetto si accinge a pranzare, dormire o a espletare le proprie funzioni fisiologiche. Una volta alzata la cornetta, una voce registrata ripete in maniera ossessiva assurde proposte commerciali. Es: “È a posto con il gas? Possiamo installarle gratuitamente una centralina direttamente nel wc; ogni sua flatulenza sarà trasformata in energia completamente ecologica” E così via fino alla ritrovata consapevolezza del paziente.</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: 'PT Serif', Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
5°: Trattamento similare per alcuni esemplari di virtual men con il pollice in continuo movimento e il capo chino sopra il rettangolo luminoso; perennemente connessi ma completamente scollegati dalla realtà. Dopo un periodo di disintossicazione, saranno sottoposti a un graduale reinserimento nel mondo reale fino al completo recupero dei sensi: caldo, freddo, paura, ansia, ma anche gioia: Dopo qualche giorno di rieducazione i soggetti riusciranno persino a godersi un tramonto, e una folata di vento sul viso parrà un’esperienza indimenticabile.</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: 'PT Serif', Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
Innocenzo depose la biro e rilesse quello che aveva appena scritto: “Solo 5 punti e quasi impossibili da realizzare, pura follia”, pensò scoraggiato.<br />Non c’era più Costanza a risollevargli il morale e ora neppure la sua fervida immaginazione era sufficiente a scrollargli di dosso quell’inquietudine… Mah, meglio lasci…<br />Drinnn!<br />Alzò distrattamente la cornetta del telefono: “Pronto?”<br />“Salve sono Gaglioffo, di nome non di fatto.” Breve risata dell’individuo. “Mi scusi, le posso chiedere che acqua beve, quella del rubinetto o si serve al supermercato… mi perdoni, quale marca? Scusi l’invadenza ma ci sarebbe un nostro agente che proprio nei prossimi…”<br />“Certo la cosa mi interessa eccome!” Lo interruppe Innocenzo con ritrovata energia. “Mi dica pure quando, lo aspetterò a braccia aperte”.<br />Una strana luce filtrò dalla sottile fessura tra le palpebre.</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; color: #383838; font-family: 'PT Serif', Georgia, serif; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; orphans: auto; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
<br /></div>
<br class="Apple-interchange-newline" /><span class="fullpost"></span></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-35693781334605824702017-05-24T23:57:00.001+02:002017-05-24T23:58:42.999+02:00Appunti di viaggio<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br />
- Buonasera, posso controllare i vostri biglietti?<br />
tre persone occupano i quattro posti a disposizione, il resto borse e sacchetti<br />
Mentre mi porge il suo documento di viaggio un signore corpulento mi chiede con tono che non ammette repliche di fare qualcosa per la temperatura. <br />
Il riscaldamento mi pare sufficientemente funzionante anche se l’aria fresca che esce dal bocchettone proprio sopra alla mia nuca è davvero fastidioso.<br />
Con la dovuta professionalità cerco di spiegare il funzionamento dell’impianto ma vengo bruscamente interrotto dal tizio<br />
- Guardi che non ha capito, QUA SI MUORE DAL CALDO!<br />
- Ah, mi scusi ho frainteso… perché vede proprio qua sopra esce aria fredda e ho pensato che le desse fastidio<br />
- Ma quale aria fredda! mi interrompe - Il fatto è che lei è talmente accaldato che anche il minimo spiffero le sembra gelido<br />
Avrei potuto rispondergli che quella sensazione l’ avrebbe dovuta provare anche lui visto che stava, a suo dire, soffocando ma lascio correre<br />
La signora di fronte a lui<br />
- E poi dopo uno esce e si ammala!<br />
- Già, ne so qualcosa di escursioni termiche visto che faccio continuamente dentro e fuori - dico abbozzando un sorriso ma nei loro volti nessuna empatia<br />
- Comunque ora guardo se posso abbassare un poco…signora il suo biglietto, l’ho già controllato? chiedo all’altra signora seduta accanto al nostro “caloroso” amico<br />
- Ma sì, me lo ha appena visto, lo vuol vedere un’altra volta? - risponde a dir poco scocciata. Nei suoi occhi scorgo due piccole fiammelle che contrastano con il gelo che esce dalla sua bocca.<br />
Ora, lo sappiamo bene che in ognuno di noi convivono diverse personalità, una più amabile, un’altra perfida poi c’è quella imposta dal vivere in società, quella che ci impedisce di scannarci l’un l’altro; diciamo che la differenza fra un carattere ed un altro è solo una questione di percentuali.<br />
Se avessi liberato la mia parte diabolica avrei conficcato senza esitazione due dita negli i occhietti infuocati di quella simpatica donna e girandomi verso l’amabile cagacazzo, con la voce di Beetlejuice, gli avrei detto - Senti Ciccionazzo, mangia un po’ meno e togliti quella cazzo di giacca se hai caldo, senti qualcun altro lamentarsi? Non è che se il tuo capo ti ha rotto le palle sul lavoro poi ti devi sentire autorizzato a fracassarle a tutti noi!<br />
Mentre quella gentile probabilmente avrebbe spostato le borse e i sacchetti, si sarebbe seduto fra di loro e con un sorriso angelico, quasi abbracciandoli avrebbe chiesto <br />
- Cosa c’è che non va? Lo so la vita è difficile ma proviamo a rilassarci, la giornata è finita, prendiamo un libro, guardiamo fuori dal finestrino il mutare del paesaggio o semplicemente sorridiamo ai nostri compagni di viaggio… tra poco arriverete a casa e potrete gustarvi un buon pasto mentre quel povero cristo del capotreno si dovrà accontentare di qualche noce ed un arancio che si è portato da casa perché il suo turno finirà circa a mezzanotte…<br />
Naturalmente quella professionale ha preso il sopravvento<br />
- No, mi scusi signora, non occorre…sa comincio a perdere dei colpi. Ora vado a vedere cosa posso fare, magari abbasso un poco.<br />
Risposta delle due care donne <br />
- Tanto oramai siamo arrivate! <br />
Torno dopo aver abbassato di un grado e lo dico al signore - ci vorrà qualche minuto- ma lui sostiene di sentirsi già meglio…già, metà delle persone è scesa e lui ora è solo; che abbia inciso?<br />
Passo nell’altra carrozza<br />
Buonasera Posso controllare i vostri biglietti?<br />
Giunto a metà della vettura<br />
- Senta non si può far niente per questa aria fredda, potrebbe alzare il riscaldamento<br />
Questa volta ho capito bene<br />
- Guardi signora, lei è proprio sotto il bocchettone e bla bla bla bla<br />
- Sì, sì, poi uno si ammala!<br />
- Senta, accetti il mio consiglio, si sposti in quel posto libero e vedrà che si troverà bene…il suo sguardo pare denso di scetticismo - Mi creda!<br />
Lei mi guarda ma non apre bocca. Proseguo con il mio lavoro.<br />
Arrivato in fondo mi accorgo che la signora non si è mossa.<br />
Entro nell’intercomunicante ma prima di passare nell’altra carrozza, tiro fuori dalla borsa un tabernacolo e diversi amuleti e statuette raffiguranti le più svariate divinità, da quelle Buddiste a quelle indù e a quelle cristiane ortodosse, un poster del Mahatma Gandhi ma anche quello del Grande Lebowski che in quanto ad autocontrollo non ha rivali, e mi concedo qualche minuto di meditazione, che male non fa.<br />
<br />
28 febbraio 2017 <br />
<br />
<span class="fullpost"></span></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-74742479528674425522016-11-04T12:43:00.001+01:002016-11-04T13:06:07.048+01:00memorie di un lettore<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjge1OX_rDplzpSqREZ3g4D3mkCe5V-TPqjASYaL5Mw9N8St58JHb15CMrtpz7-HBcDuKsg91pYSwYn7N8YtHV1k_EsEPLjCxSh5pW1DExW52SHii9_WMBcF0R0oddYadweSuU_g45RAos/s1600/Hopper-compartment.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="287" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjge1OX_rDplzpSqREZ3g4D3mkCe5V-TPqjASYaL5Mw9N8St58JHb15CMrtpz7-HBcDuKsg91pYSwYn7N8YtHV1k_EsEPLjCxSh5pW1DExW52SHii9_WMBcF0R0oddYadweSuU_g45RAos/s320/Hopper-compartment.jpg" width="320" /></a></div>
</div>
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">l<span style="font-size: small;">'altro ieri sull'Indipendente online ho letto questo articolo <a href="http://www.internazionale.it/opinione/guido-vitiello/2016/11/02/sbirciare-libri-altri">"sbirciare nei libri degli altri"</a> e mi è tornato in mente una cosa scritta anni fa proprio su questa che ritenevo una mia mania ma che invece pare essere "normale" curiosità di molti appassionati di libri. Niente di che ma la ripropongo per chi avesse voglia di perdere una manciata di minuti, quelli che bastano per leggere queste poche righe.</span></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span>
<style>
<!--
/* Font Definitions */
@font-face
{font-family:"Lucida Grande";
mso-font-charset:0;
mso-generic-font-family:auto;
mso-font-pitch:variable;
mso-font-signature:3 0 0 0 1 0;}
/* Style Definitions */
p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal
{mso-style-parent:"";
margin:0cm;
margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:12.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-fareast-font-family:"Times New Roman";
mso-bidi-font-family:"Times New Roman";}
@page Section1
{size:595.0pt 842.0pt;
margin:70.85pt 2.0cm 2.0cm 2.0cm;
mso-header-margin:35.4pt;
mso-footer-margin:35.4pt;
mso-paper-source:0;}
div.Section1
{page:Section1;}
</style>
</div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black; font-family: "lucida grande"; font-size: small; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">coitus interruptus</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black; font-family: "lucida grande"; font-size: small; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">“ E’ libero”?</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black; font-family: "lucida grande"; font-size: small; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">Domanda davvero stupida visto che
nello scompartimento, a parte la ragazza non c’è nessuno.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black; font-family: "lucida grande"; font-size: small; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">Lei accenna un lieve sorriso con fare distratto, senza però distogliere lo sguardo da un libro che sta leggendo con
particolare attenzione.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black; font-family: "lucida grande"; font-size: small; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">Mi lascio cadere pesantemente sul
sedile, sollevando un leggero pulviscolo che solletica le narici; accanto, la
giovane donna non si scompone. Sembra davvero incatenata a quelle parole che
scorrono sotto i suoi occhi grandi e luminosi.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black; font-family: "lucida grande"; font-size: small; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">Il mio sguardo annoiato si posa sulle
vecchie stampe che ho di fronte, lo faccio sempre quando viaggio in treno. Il
convoglio si muove. Dopo alcuni minuti passati a rincorrere pensieri sfuggenti,
vengo improvvisamente colto da un’irresistibile e insano desiderio: scoprire di
quale sortilegio è vittima la mia occasionale compagna di viaggio.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black; font-family: "lucida grande"; font-size: small; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">Cosa diavolo starà leggendo!? </span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black; font-family: "lucida grande"; font-size: small; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">Con fare disinvolto, con
“nonchalance”, avvicino la testa a quella riccioluta della ragazza fino a
percepirne il profumo fresco, pulito, piacevole. Cerco ora, allungando il
collo, di insinuare lo sguardo fra quelle pagine giallognole piegando
leggermente la testa di lato ma improvvisamente lei si gira e mi fulmina con
uno sguardo più che eloquente! Le sorrido timidamente e mi giro dall’altra
parte. Il viso mi si infiamma quando scorgo con la coda dell’occhio che si sta
abbottonando la camicetta bianca all’altezza del seno. Vorrei dire qualcosa per
giustificarmi, ma taccio. </span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black; font-family: "lucida grande"; font-size: small; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">Il tempo scorre, al di là del vetro il
monotono e cadenzato rumore del treno.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black; font-family: "lucida grande"; font-size: small; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">L’atmosfera pare ovattata. Le palpebre
si fanno pesanti ma invece di abbandonarmi al torpore che pare assalirmi mi
scuoto e muovo la testa per sciogliere i muscoli irrigiditi del collo e così mi
accorgo che la ragazza si è addormentata con il libro tra le mani.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black; font-family: "lucida grande"; font-size: small; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">Di nuovo quell’insana pulsione: questa
è la mia ultima possibilità, sussurro ad un altro me stesso. Cautamente, dopo
essermi guardato attorno, avanzo con la mano verso il misterioso libello che si
alza e si abbassa al ritmo lento del respiro di lei, lo afferro con la punta
delle dita e… “ Ma che diavolo stai facendo brutto stronzo?” Con il volume mi
sferra in pieno viso una botta che mi lascia intontito per un istante, mi
accorgo che sta per colpirmi nuovamente ma riesco a schivare il colpo per un pelo; a salvarmi dalla furia della donna la brusca e tempestiva fermata del
treno. Senza pensarci troppo mi alzo, afferro la mia borsa, esco dallo scompartimento e scendo lestamente dal
convoglio.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black; font-family: "lucida grande"; font-size: small; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">La vedo dal marciapiede che urla
sguaiatamente nella mia direzione, mentre cerca di aprire il finestrino che per
fortuna è bloccato. Nella mano destra tiene ancora il libro con la copertina
rivolta verso di me… Allora deciso a fare l’ultimo tentativo, mi avvicino a
piccoli passi. La ragazza per un attimo è come paralizzata dallo stupore. Ora
accelero per paura che il treno se ne vada ma proprio quando la distanza è tale
che i miei occhi miopi riescono a mettere a fuoco le prime lettere “SOG…” lei,
probabilmente terrorizzata, chiude bruscamente la tendina, calando
definitivamente il sipario sulla mia curiosità inappagata.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black; font-family: "lucida grande"; font-size: small; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">Il treno, con il suo tipico
sferragliare, lentamente si rimette in movimento.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black; font-family: "lucida grande"; font-size: small; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">Sospiro deluso e mi dirigo verso il
tabellone degli orari.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black; font-family: "lucida grande"; font-size: small; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(qualche anno fa)</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<span class="fullpost"></span></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-41727018443042645692016-10-13T13:12:00.002+02:002016-10-13T13:16:08.558+02:00certo oggi si sta meglio rispetto al passato ma prova a fare il bagno nel fiume<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
progresso, qualche domanda. Per quanto mi riguarda quello tecnologico serve a ben poco, anzi potrebbe pure fare danni se non avviene contemporaneamente a quello del pensiero, a quella crescita culturale indispensabile affinchè non si manchi mai di riflettere prima di accettare passivamente ogni cambiamento come fosse sia ineluttabile che positivo…lo spirito critico è più che mai necessario e dovrebbe essere continuamente coltivato. la cosa che viene continuamente sollevata quando si discute di argomenti simili è che rispetto al passato si viva molto di più, ma raramente ci si sofferma sulla qualità di quella vita… a parte che di quello che accadrà domani, se sarà ancora così, credo sia difficile prevederlo, viste le condizioni economiche (e non solo) in cui versiamo, siamo davvero sicuri che questo sia sempre e in ogni caso un bene? Certo posso solo fare supposizioni ma da quello che vedo e sento in giro mi pare che molti siano già con il fiato corto a metà strada, demotivati, delusi,…non il male di vivere del poeta melanconico, dell’artista ma quello del criceto in gabbia, che pare non accorgersi della sua condizione, costretto a correre senza spostarsi di un centimetro. Senza la curiosità, la mente aperta, un pizzico di “joie de vivre”, (certo anche la salute e qualche denaro da spendere) penso sia inutile arrivare a 100 anni perché se hai vissuto con il cuore cieco per 40 anni temo che difficilmente comincerai a vedere negli anni successivi. <br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4ICF_DmMhfsOgiYbEkRBIJOT2TsnnpGJevHL3zVPeXd5RCp4qahSGEBUTz1QPK439_Ez8i8uUTEq4RHI-ED5ukJktrRkchslTdA4s9hdCkZwzLTzLuRxXlCTEN8seVWpeUMrRyIyWPl0/s1600/Paul-Cezanne-Still-Life-Plate-and-Fruit.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4ICF_DmMhfsOgiYbEkRBIJOT2TsnnpGJevHL3zVPeXd5RCp4qahSGEBUTz1QPK439_Ez8i8uUTEq4RHI-ED5ukJktrRkchslTdA4s9hdCkZwzLTzLuRxXlCTEN8seVWpeUMrRyIyWPl0/s320/Paul-Cezanne-Still-Life-Plate-and-Fruit.JPG" width="320" /></a></div>
<i>"Be', devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un'ottima domanda. Be', esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... il buon vecchio Groucho Marx tanto per dirne una, e Joe DiMaggio e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potato Head Blues... i film svedesi naturalmente... L'educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere dipinte da Cézanne, i granchi da Sam Wo, il viso di Tracy.."</i> (Woody allen da Manhattan, 1979)<br />
<span class="fullpost"></span></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-41544166600487389392016-10-07T17:53:00.001+02:002016-10-07T17:54:09.544+02:00La condivisione del dolore <div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
c’è stato un tempo che i dentisti prendevano alla lettera la loro denominazione popolare: cavadenti. e li cavavano eccome! a undici anni me ne avevano estratti già tre e la cosa purtroppo è durata ancora per una decina d’anni fino quando poi c’è stata un’ inversione di tendenza… cercare di recuperare mantenere in vita anche il più piccolo residuo di dente e allora via cure, devitalizzazioni, detartrasi ecc. ecc. salvare il salvabile insomma. fino a quando non c’è più nulla da salvare. allora non resta che la ricostruzione, non prima di aver demolito i residui naturalmente. la cosa fantastica del dentista è che paghi, neanche poco, per soffrire, neanche poco ... ma torniamo al dunque; dunque due giorni fa, trascorso il periodo necessario per l’intervento, ricrescita ossea, impronte, ecc. ecc. mi hanno posizionato due impianti comprensivi di componentistica e moncone implantare (oh, c’è scritto così)…in pratica hanno tagliato la gengiva, raschiato, trapanato e avvitato dei coni in titanio nella mia mandibola poi il medico sapiente ha ricucito in modo mirabile il tutto. risultato è che ora sembro un Pitcher prima del lancio con ancora in bocca una palla di tabacco da masticare, affetto da una tonsillite acuta e vado avanti con antibiotici e Oki…dovrei metterne un altro dall’altra parte... mmmh, mi sa che aspetto!<span class="fullpost"></span></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-18513059827013858702016-09-15T17:02:00.001+02:002016-09-15T17:02:24.368+02:00Cold cold Ground<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/JmrGImjmUZk/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/JmrGImjmUZk?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<br />
Il mio avvicinamento a Tom Waits è avvenuto tardi (1987), indirettamente grazie a Fabio che aveva allora tre anni. No, non era, allora, un enfant prodige. Ora spiego; tutto molto semplice. Eravamo andati, Cinzia ed io in un negozio Prenatal, in via Soardi a Rimini. Dopo aver fatto acquisti, mentre mia moglie si attardava, esco in strada a fumarmi una sigaretta (già, allora avevo questa abitudine…bei tempi!) e dagli altoparlanti del negozio di dischi situato proprio davanti al baby store parte una ballata mai sentita. La voce del cantante è calda e profonda, la musica semplice ma coinvolgente, basso chitarra poi entrava la fisarmonica “Cold Cold Ground “ ripeteva ad ogni strofa quella voce così cavernosa che pareva provenire proprio dalle viscere di quella terra di cui stava cantando. Esce Cinzia, la chiamo e le dico di ascoltare. Fu amore a primo ascolto.<br />Ancora oggi, quello rimane per noi un brano speciale, il primo boccone di quello che si sarebbe poi rivelato un piatto davvero delizioso. <br />Entrammo subito al New Note e chiedemmo di chi si trattasse. “Tom Waits, forse l’unico bianco che può permettersi di cantare blues” risponde uno dei proprietari di quel piccolo negozio che di lì a poco sarebbe diventato il “mio negozio” ( purtroppo oggi non c’è più) dove avrei trascorso gran parte del mio tempo. “lo prendo! Ce l’hai la cassetta?” (allora possedevo solo una piastra di registrazione) “No, purtroppo no, ho solo l’LP, su nastro però ho Rain Dogs, il suo album precedente, molto bello… Franks Wid Years mi arriverà la prossima settimana” Bene, ma siccome avevo le fregole e non volevo rimanere sulle spine per sette lunghi giorni acquistai Rain Dogs, che ad essere onesto, al primo ascolto risultò un poco coriaceo, non avevo ancora tarato l’orecchio su certe frequenze, ma poi…ma poi è tutta un’altra storia.<span class="fullpost"></span></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-44962719344955788492016-09-14T16:33:00.001+02:002016-09-14T16:33:28.177+02:00genesi di un dipinto<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoUjKLVFLrbLMaAhdD46lVUPqplsvlstPBWwQRcicLqPYfUxH3zCp0GawqUmHRZ6TRn0gPWWNs4pv1KXow6FhN9wYNhoilQCs9sOwecaINsdZ3d2HuGftgmRCc-KUsVPiZkkQb8OhB-P8/s1600/+%2522animus+10%2522.100%253A120+cm.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="303" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoUjKLVFLrbLMaAhdD46lVUPqplsvlstPBWwQRcicLqPYfUxH3zCp0GawqUmHRZ6TRn0gPWWNs4pv1KXow6FhN9wYNhoilQCs9sOwecaINsdZ3d2HuGftgmRCc-KUsVPiZkkQb8OhB-P8/s320/+%2522animus+10%2522.100%253A120+cm.jpg" width="320" /></a></div>
Ricordo ancora la genesi di quel dipinto. Allora dipingevo su tavole di compensato intelaiate e nonostante avessi dato una mano di fondo le trame del legno mi portavano in una direzione che non avevo alcuna intenzione di seguire. La mostra era davvero singolare, si protraeva per tre settimane, tre artisti, una settimana per ciascuno; l’esposizione era visibile al pubblico unicamente dalle 20 alle 23 e si intitolava “terra d’ombra”. Avevo deciso che la mia installazione sarebbe consistita in un grande quadro posizionato dietro l’altare di Santa Marina, piccola e suggestiva chiesa romanica di Novafeltria, ma ancora non sapevo cosa avrei dipinto. Ricordo i diversi tentativi e la difficoltà a creare un lavoro che avesse una sua forza spirituale ma che non fosse troppo didascalico finché non decisi di raschiare tutto e di ricominciare da capo lasciandomi completamente guidare da quello che i miei occhi vedevano su quella tavola di legno. La magia della pittura è proprio questa, a volte basta un segno, una macchia per trovare la strada giusta, una strada che non avevi preso in considerazione. Nonostante avessi dipinto quello che pareva essere a tutti gli effetti un cielo notturno, ancora non sapevo che da quel lavoro avrei intrapeso una particolare ricerca sulle nuvole che ancora oggi nonostante diverse divagazioni, continua ad affascinarmi. Tutto cominciò una di quelle sere di settembre, di ritorno a rimini. Il cielo era coperto, rischiarato solo dalla flebile luce di una luna prigioniera . Fu Franco che mi disse: guarda sembra il tuo cielo.<br />
<br />
Un anno dopo, settembre 2005, nella Galleria Dell'Immagine di Rimini inaugurai Animus<br />
<span class="fullpost"></span></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-30606114605520354622016-09-08T17:26:00.000+02:002016-09-08T17:28:44.908+02:00un piccolo racconto riesumato <div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br />
<br />
<br />
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<style>
<!--
/* Font <span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.1" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">Definitions</span> */
@font-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.2" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">face</span>
{font-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.3" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">family</span>:Palatino-Italic;
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.4" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">panose</span>-1:0 0 0 0 0 0 0 0 0 0;
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.5" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">mso</span>-font-alt:Palatino;
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.6" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">mso</span>-font-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.7" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">charset</span>:77;
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.8" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">mso</span>-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.9" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">generic</span>-font-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.10" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">family</span>:<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.11" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">roman</span>;
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.12" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">mso</span>-font-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.13" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">format</span>:<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.14" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">other</span>;
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.15" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">mso</span>-font-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.16" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">pitch</span>:auto;
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.17" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">mso</span>-font-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.18" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">signature</span>:50331648 0 0 0 1 0;}
@font-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.19" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">face</span>
{font-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.20" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">family</span>:Palatino-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.21" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">Roman</span>;
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.22" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">panose</span>-1:0 0 0 0 0 0 0 0 0 0;
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.23" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">mso</span>-font-alt:Palatino;
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.24" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">mso</span>-font-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.25" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">charset</span>:77;
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.26" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">mso</span>-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.27" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">generic</span>-font-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.28" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">family</span>:<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.29" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">roman</span>;
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.30" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">mso</span>-font-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.31" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">format</span>:<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.32" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">other</span>;
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.33" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">mso</span>-font-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.34" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">pitch</span>:auto;
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.35" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">mso</span>-font-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.36" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">signature</span>:50331648 0 0 0 1 0;}
/* <span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.37" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">Style</span> <span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.38" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">Definitions</span> */
p.<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.39" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">MsoNormal</span>, li.<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.40" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">MsoNormal</span>, div.<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.41" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">MsoNormal</span>
{<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.42" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">mso</span>-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.43" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">style</span>-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.44" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">parent</span>:"";
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.45" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">margin</span>:0cm;
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.46" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">margin</span>-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.47" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">bottom</span>:.0001pt;
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.48" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">mso</span>-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.49" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">pagination</span>:<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.50" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">widow</span>-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.51" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">orphan</span>;
font-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.52" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">size</span>:12.0pt;
font-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.53" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">family</span>:"<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.54" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">Times</span> New <span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.55" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">Roman</span>";
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.56" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">mso</span>-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.57" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">fareast</span>-font-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.58" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">family</span>:"<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.59" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">Times</span> New <span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.60" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">Roman</span>";
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.61" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">mso</span>-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.62" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">bidi</span>-font-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.63" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">family</span>:"<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.64" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">Times</span> New <span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.65" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">Roman</span>";}
@page Section1
{<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.66" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">size</span>:612.0pt 792.0pt;
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.67" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">margin</span>:70.85pt 2.0cm 2.0cm 2.0cm;
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.68" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">mso</span>-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.69" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">header</span>-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.70" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">margin</span>:36.0pt;
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.71" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">mso</span>-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.72" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">footer</span>-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.73" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">margin</span>:36.0pt;
<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.74" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">mso</span>-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.75" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">paper</span>-<span aria-haspopup="true" role="menuitem" tabindex="-1" id=":dh.76" style="background: none repeat scroll 0% 0% yellow;" class="goog-spellcheck-word">source</span>:0;}
div.Section1
{page:Section1;}
-</style><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Palatino-Italic; font-size: 13.0pt;">Sette</span></i></b><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: Palatino-Italic; font-size: 13.0pt;"></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Palatino-Italic; font-size: 13.0pt;">Il</span></i><span style="font-family: Palatino-Roman;"> numero sette era il suo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>numero preferito. Non per un
particolare motivo, l'aveva scelto così, inconsciamente, tanti anni fa. Non
c'entravano i sette peccati capitali, le sette note musicali o i colori dell'arcobaleno,
no, niente di tutto questo. Una sola cosa, fra le tante che aveva scoperto
attorno al suo numero portafortuna<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>o intrigava:<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>il sette
veniva<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>considerato attraverso uno
strano calcolo, un numero "felice". . A parte questo, ripeto, non
esisteva niente di misterioso, di esoterico dietro a quella scelta...<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Quello che più lo affascinava di quel
numero era l'asciuttezza e la semplicità del segno grafico.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il 6, il 9, l'8<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sono numeri svelti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e un po' ruffiani con le loro curve
ammiccanti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>mentre il 7<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>no, niente salamelecchi, rigido, spigoloso
non cerca di farsi amare a tutti i costi,<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>perciò chi lo sceglie lo fa accettandolo così com'è punto e basta. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;">Anche
gli uomini, Giuliano li giudicava con il medesimo metro e fu probabilmente per
questo motivo che diventai il suo amico più fidato. Adorava le persone<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>lievemente antipatiche, più per
timidezza che per arroganza, "un po' riservate che parlano poco ma che
quando lo fanno devi prendere nota sul taccuino"<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>mi diceva "l'essere taciturno rende l'uomo maggiormente affidabile" continuava. Quando raramente gli capitava di incontrarne qualcuno
diceva sempre: "ecco un bel sette, mi piace". </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;">Spesso
mi raccontava quanto <i style="mso-bidi-font-style: normal;">quel numero</i>
fosse stato presente in molti momenti della sua vita: a sette anni, la prima
bici, durante le partite a pallone aveva sempre ricoperto il ruolo della
mezzala con il numero 7 sulla maglietta, alle superiori aveva deciso che la
media del sette fosse un risultato<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>più che dignitoso - anche se alcuni insegnanti lo consideravano poco ambizioso
-, 7 era il numero dell'autobus che lo portava a scuola, sette le donne della
sua vita, l'ultima si chiamava Iris, e così via. Aveva addirittura cambiato il
suo nome di battesimo, di otto lettere, da Giuliano<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>a Giulian" un po' meno provinciale, non trovi? "
si giustificava. Anche se non lo ammetteva, quel numero era diventato per lui
una vera ossessione e si sa, come<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>spesso le fissazioni scaramantiche possano condizionare lo svolgere
della vita. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;">Ora<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>in quel preciso momento si trovava
chiuso in un ascensore diretto al settimo piano di un vecchio<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>edificio totalmente occupato da uffici,
<i>civicamente</i> situato al numero 7 di via Tarquinio Prisco (uno dei sette re di
Roma). Nonostante fosse domenica, eri lì per lavoro. A volte gli capitava di riflettere su quella sua professione così insolita che svolgeva con grande dedizione da poco più di
un anno<span style="mso-spacerun: yes;"> ma </span><span style="mso-spacerun: yes;"></span>con indubbia
predisposizione, visti i risultati piuttosto incoraggianti ottenuti. Certo la meticolosità, la
precisione e la freddezza tipica del suo carattere lo avevano sicuramente
aiutato. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;">Giulian
era un Killer, un ottimo Killer. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;">Si era recato<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>in quel vecchio palazzo, nonostante fosse un giorno festivo
per portare a termine – parola più che appropriata – questo nuovo e decisivo
“incarico”. “Il prossimo sarà l’ultimo e poi basta" mi aveva confidato "
ho già messo via un bel po' di quattrini e ho anche prenotato un volo per le
Mauritius… Mi aspettano....”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>"Un posto?!... e Iris?” gli avevo
chiesto</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;">“Iris
mi ha stancato, sta diventando asfissiante, naturalmente non sospetta nulla, e
per questo che la valigia con i contanti è meglio se la tieni tu… e poi non
vorrei abusare della fortuna, l' ultima volta c'è mancato tanto così ". </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;">In
effetti, aveva accettato quest'ultimo affare<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>con non poca<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>riluttanza - la precedente"commissione" aveva presentato notevoli
difficoltà - ma i<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>soldi in ballo
questa volta<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>erano davvero molti e
poi lo tranquillizzavano tutti quei 7:<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>numero civico, settimo piano, settimo incarico, settimo
giorno della settimana... quel numero gli aveva sempre portato fortuna e, ne
era fortemente convinto, lo avrebbe fatto anche questa volta. Aveva ripassato
il piano nei minimi dettagli: il "soggetto" ogni giorno,
immancabilmente, compreso la domenica si fermava nel suo studio per pianificare
personalmente il lavoro per la giornata successiva e lo stabile a quell'ora era
completamente deserto. Tutto nella sua mente era stato calcolato nel minimo
dettaglio, come al solito. Certo se non ci fosse stato quell'imprevisto dell'ascensore
sarebbe stato perfetto perché niente gli procurava ansia come il salire su un
ascensore.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Si sentiva in trappola
dentro quella scatola e lo innervosiva essere in balia di quel mezzo meccanico,
lungo o corto fosse il tragitto. Solitamente preferiva salire le scale a piedi
" per tenermi in forma "<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>- diceva, ma in realtà non sopportava di restare chiuso<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>in quel parallelepipedo scricchiolante,
gli mancava l'aria ma<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>soprattutto
temeva di precipitare, che i cavi all'improvviso potessero cedere.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;">Immaginava
la discesa verso l'inferno e sentiva tutta l'impotenza dell'uomo. "almeno
avessero messo delle sbarre, quassù in alto, così da potersi attaccare nell’attesa
dell'impatto".... Queste e altre assurdità vagavano nella sua mente ogni
volta che ne prendeva uno. Odiava non avere il controllo totale sulle cose.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;">Questa
volta non aveva avuto scelta: un triplo nastro bianco e rosso sbarrava
l'accesso alle scale e un cartello ne indicava l'inaccessibilità a causa di una
manutenzione straordinaria. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;">A
malincuore si era visto costretto ad usufruire di quel montacarichi
dall'aspetto poco rassicurante. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;">Con
la mano inguantata aveva schiacciato nervosamente il pulsante con su
stampigliato il numero sette e l'ascesa era cominciata.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;">Fu
in prossimità del sesto piano che quello che aveva sempre temuto<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>accadde: l'ascensore rallentò fino a
fermarsi, si sentì un sibilo assordante<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>simile al fischio del treno seguito da un rumore di ferraglia e un
istante dopo, con un grido lancinante l'ascensore precipitò. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;">Ci
mise 7 secondi a fracassarsi al suolo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;">In
quella frazione di tempo, Giulian non ebbe il tempo di formulare il ben che minimo
pensiero.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;">Ma anche se generosamente gli fosse stato concesso qualche minuto ancora, difficilmente avrebbe realizzato che quella sua triste fine non era dovuta semplicemente ad uno scherzo del destino, ad un lancio di dadi sbagliato.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;"></span><b><span style="font-family: Palatino-Roman;">difficilmente avrebbe realizzato</span></b><span style="font-family: Palatino-Roman;"><span style="mso-spacerun: yes;"><b> </b>
</span>che Iris si era accorta da tempo del calo di passione nei suoi confronti</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<b><span style="font-family: Palatino-Roman;">difficilmente avrebbe realizzato</span></b><span style="font-family: Palatino-Roman;"> che io, l’amico fedele ero diventato il
suo amante </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<b><span style="font-family: Palatino-Roman;">difficilmente avrebbe realizzato</span></b><span style="font-family: Palatino-Roman;"> che subito dopo la sua confidenza di voler
sparire con tutti i soldi io ed Iris abbiamo organizzato il nostro piano</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<b><span style="font-family: Palatino-Roman;">difficilmente avrebbe realizzato</span></b><span style="font-family: Palatino-Roman;"> che eravamo stati noi a ingaggiarlo per quell'incarico e
infine</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<b><span style="font-family: Palatino-Roman;">difficilmente avrebbe realizzato</span></b><span style="font-family: Palatino-Roman;"> che il cartello posto davanti alle scale si
riferiva all'ascensore: era bastato </span><span style="font-family: Palatino-Roman;"><span style="font-family: Palatino-Roman;">semplicemente</span> spostarlo… </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;">Beh, ad essere
sinceri, qualche bullone l’ho allentato, così per precauzione, sette per la precisione.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;">Iris
era la tua settima donna, caro Giulian e tu l'hai tradita infrangendo così l'ultimo
dei sette sigilli </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Palatino-Roman;">Stefano
Mina </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.25pt 56.65pt 85.0pt 113.3pt 141.6pt 170.05pt 198.35pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.75pt 340.1pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<span class="fullpost"></span></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-7432346380942355912016-03-19T16:29:00.004+01:002016-03-19T16:29:59.295+01:00fast music, fast cinema, fast...<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Tra i tanti, uno dei motivi per cui ascolto sempre volentieri radio3 è che che se stai ascoltando un pezzo musicale che sia classico o leggero, jazz o rock te lo lasciano ascoltare fino alla fine. Mi pare di aver sentito che, in tempi oramai lontani, certi brani di Fela Kuti venivano raramente trasmessi in radio a causa della loro durata che spesso si aggirava sui 20 minuti; in quel caso, pur con grande dispiacere, si poteva comunque capire il senso di quelle scelte. Oggi, nelle radio “commerciali” non hanno invece nessuna giustificazione visto che tagliano persino la coda ad una canzone di poco più di 3 minuti e trovo questo atteggiamento una totale mancanza di rispetto sia per il pubblico che per l’autore. Insomma pur non essendo costruito come un brano classico ogni lavoro musicale è composto da un inizio, una parte centrale e una parte finale che assieme danno un senso compiuto alla composizione. Invece spesso la canzone viene castrata impunemente, impietosamente senza alcun imbarazzo, come se quegli istanti finali fossero superflui (badate bene, non sto parlando di brani mixati) Il risultato è che oramai anche chi ascolta compie questo gesto censorio passando da un brano all’altro in una incomprensibile corsa contro il tempo. Certo la mia è la scoperta dell’acqua calda, visto che oramai il modo di consumare cinema, musica, ecc. ecc. è questo; l’importante è avere sul proprio computer discografie complete, filmografie che neppure in due vite uno riuscirebbe a visionare... che sia questo il motivo di tanta fretta? <br />
No, non credo. Da tempo oramai la diffusione, il consumo, il modo di usufruire di questi prodotti, che rimangono comunque prodotti culturali, è equiparato a qualsiasi altra merce e serve principalmente a vendere spazi pubblicitari che ci spingeranno ad acquistare altra merce che dobbiamo in fretta ingerire e in fretta digerire…perché dunque perdere il nostro preziosissimo tempo ad assaporare il cibo, ad ascoltare ”davvero” musica, a guardare un film dai titoli di testa a quelli di coda quando c’è già qualcosa d’altro che bolle in pentola. Allora non resta che cacciarci due dita in gola per fare un poco di spazio; come i nostri antichi predecessori dell’impero romano… che se non ricordo male mi pare sia poi decaduto... <br /><br />Anni fa c’era un brano di N. Fabi, “ <a href="https://youtu.be/r5yRXiIX8IA">il negozio di antiquariato</a>”, una canzone dignitosa, anche per merito di Stefano di Battista al sassofono, che quando passava in radio ascoltavo con piacere… purtroppo al nostro valente jazzista veniva lasciato lo spazio per l’assolo proprio in chiusura di brano, ben 80 secondi! Un’eresia per i nostri conduttori radiofonici, 1 minuto e 20 di sola musica, ma dai non scherziamo! e allora ogni volta senza nessuna eccezione…zac!<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/39WxCT4U4Vk/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/39WxCT4U4Vk?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<br />
<br />
9 minuti e 13 secondi...la parte finale è interessante<br />
<span class="fullpost"></span></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-82436277296740282832016-02-11T19:15:00.000+01:002016-02-11T19:15:18.258+01:00fuori posto?<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Certo, lui ci provava ad essere obiettivo. Come aveva sempre fatto
metteva sulla bilancia le ragioni degli uni e quelle degli altri ma non
c’era nulla da fare e alla fine stava sempre dalla parte degli ultimi,
nonostante si rendesse conto che queste sue scelte lo stavano sempre più
isolando. Se non fosse stato per i pochi amici e la sua stretta cerchia
famigliare la situazione sarebbe stata davvero critica, soprattutto
per la sua salute mentale, perché nonostante sentisse nel profondo che
era nel giusto, rendersi conto ogni giorno di più di quanto la società
stesse inesorabilmente peggiorando, culturalmente ma soprattutto civilmente, gli dava come una vertigine, un senso di oppressione di cui faticava sempre
più a liberarsi. No, non erano le notizie di cronaca dei quotidiani o
quelle scandite da giornalisti televisivi sempre meno credibili a
rattristarlo ma il vocabolario quotidiano della cosiddetta “gente
comune” di quelli che incontrava al bar, nei negozi, sul lavoro, il
vocabolario di chi ha smesso da tempo di porsi domande, di chi ha preferito affidarsi a reazioni scomposte, ai propri bassi istinti e ha
rinunciato una volta per tutte a mettersi nei panni degli altri, quelli
sporchi, intrisi di miseria e di sudore a difesa del proprio mondo
sempre meno luccicante con l’anima cieca di chi pensa che l’egoismo lo
salverà.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/Y3h0WiMMOUE/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/Y3h0WiMMOUE?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<br />
<span class="fullpost"></span></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-89139140422978802162015-12-18T13:38:00.001+01:002015-12-18T13:41:33.528+01:00Questa mattina: "Sei Gradi" <div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Questa mattina partendo dal brano di Gianmaria Testa ho “cazzeggiato” un po’ su YouTube e ne è venuta fuori una sorta di scaletta concatenata, più o meno come avviene in di 6 Gradi (gli amici di radio3 sanno di cosa parlo) ed è questa:<br />
<br />
<br />
1) <a href="https://youtu.be/3YUqvVj_oWk">Polvere e Gesso </a><br />
incuriosito dal fatto che quel brano fosse stato postato in Germania ( luogo tra l’altro dove ha origine l’ultimo lavoro di Testa, “Men at Work” ho curiosato su questo Kangwelten e ho scoperto un interessantissimo festival. Ecco allora il secondo brano proprio dalla stessa fonte:<br />
<br />
2) <a href="https://www.youtube.com/watch?v=Q9ZfiUdnPLM">Mongolian solo</a><br />
pensando alla mongolia e ai suoi suoni, alla ricerca vocale, è stato facile passare a Demetrios Stratos che ha dedicato gran parte della sua (breve) vita proprio a quel tipo di sperimentazione…ecco allora il prossimo ascolto:<br />
<br />
3)<a href="https://www.youtube.com/watch?v=BXB-PoihfYI">Area- Gioia e rivoluzione</a><br />
Il passaggio successivo è stato molto semplice: sono partito dal luogo di nascita di Demetrio, la Grecia e mi è venuto in mente “Rebetiko Gymnastas” di Vinicio Capossela registrato per l’appunto in rebetiko che è il genere musicale grecoper eccellenza.<br />
<br />
4) <a href="https://www.youtube.com/watch?v=v8Y84a7nK2o">Con una rosa</a><br />
visto che il brano parlava rose, di fiori, ho cercato una canzone che ne avesse qualcuno se non nel titolo almeno nel testo ed è così che son passato a De André: Bocca di rosa, La canzone di piero ( non è la rosa non è il tulipano) ma ho scelto Creuza de Ma perché oltre a piacermi molto nell’ultima strofa troviamo anche il fiore:<br />
(E nella barca del vino ci navigheremo sugli scogli<br />
Emigranti della risata con i chiodi negli occhi<br />
Finché il mattino crescerà da poterlo raccogliere<br />
Fratello dei <i>garofani</i> e delle ragazze<br />
Padrone della corda marcia d'acqua e di sale<br />
Che ci lega e ci porta in una mulattiera di mare<br />
<br />
5) <a href="https://youtu.be/Mq1wJcQlDZY">Creuza De Ma</a><br />
tornando poi alla "Guerra di Piero", bellissima canzone anti-militarista ho cercato qualcos’altro sempre su quella linea di pensiero e sono piombato con grande piacere sui miei adoratissimi Pink Floyd <br />
<br />
6) <a href="https://www.youtube.com/watch?v=lIJN6WWf3Rg">The Gunner’s Dream</a><br />
a questo punto visto che cominciavo ad aver un po’ di fame e mi serviva un brano classico (e già, il gioco è così) l’ho fatta corta e ho scoperto fra le tante cover del gruppo britannico questa trasposizione davvero interessante di Echoes eseguita dalla pianista ucraina Viktoria Yermlyeva<br />
<br />
7)<a href="https://www.youtube.com/watch?v=FI0fyOaD94Y">Echoes</a><br />
<br />
<br />
Che la musica sia con voi!<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<span class="fullpost"></span></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-60264996955535193872015-10-01T11:35:00.001+02:002015-10-01T11:35:22.606+02:00grigio autunnale<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
se non avessi altro da fare, un lavoro che a quanto pare “finché morte non vi separi” - soprattutto grazie a governanti “dis-animati , una mostra di fine inverno da preparare, una cefalea quasi cronica a cui fare compagnia, una decina di chili da perdere (io ci provo: step, camminate, riduzioni di piatti di pasta - ma forse 120 grammi sono ancora troppi- ecc. ecc.) una famiglia che mi piace un casino, uno specchio impietoso che mente di rado ma soprattutto se non mi conoscessi fino in fondo, forse scenderei in campo (sassi e zolle a volontà) e urlerei tutta la rabbia che provo nel vedere questo mio paese ( complice, cieco, stupido?) lasciato andare alla deriva, anzi peggio, accompagnato per mano verso l’orlo del precipizio, perché almeno nel primo caso ci sarebbe la possibilità forse remota di un approdo fortunato; ma invece che faccio? Mi limito a scrivere su questo sfogatoio che è FB con la consapevolezza che forse potrei/dovrei fare di più ma con l’amara certezza della mia inadeguatezza, ahimè, forse impotenza. Ho sempre sostenuto l’importanza del conoscere i propri limiti, un po’ per cercare di superarli ma anche per accettarli nonostante sia operazione davvero difficile… Ricordo che quando andavo a correre, con tutte le cartilagini ben oliate (ora mi limito a camminare) mal sopportavo che uno mi superasse. Allora accadeva che dopo aver tentato inutilmente di stare al passo di quello “sfrontato” fossi poi costretto ad arrendermi all’evidenza, anche se in un primo momento l'orgoglio mi spingeva a pensare che "quello" probabilmente era appena partito mentre io correvo già da quasi un’ora ma un istante dopo, conscio di quali fossero le mie reali potenzialità riconoscevo che l’unico avversario da superare in quelle mie corse ero io stesso e che se eventualmente ci fosse stato un limite da oltrepassare quello era solamente solamente il mio; inutile accampare scuse.<br />
<br />
E allora? qualcuno penserà ( o forse no) … Ma niente ogni tanto mi prende così, sarà il tempo, sarà la musica!? boh? sarà che...<br />
“…s’io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso, <br />mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso <br />e quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare: <br />ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto!” (F. Guccini)<br />
<span class="fullpost"></span></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-35256102152834034442015-06-23T13:33:00.001+02:002015-06-23T13:33:13.206+02:00comunicazione di servizio<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Amico, quando il potere ti invita all’ottimismo guardati alle spalle!<br /><br />Molti pensano che chi scriva, parli di certi argomenti, si indigni per questa politica ipocrita priva di immaginazione, si rattristi perché teme che il malessere sociale accompagnato da una buona dose di ignoranza (e immaginazione) porti le persone a tirar fuori il loro peggio di loro, lo faccia perché caratterialmente pessimista e tendente al nero. Mi dispiace disilludervi ma non è così, almeno per quanto mi riguarda. A me bastano due chiacchiere con gli amici, un caffè al bar, una cena in famiglia con i miei figli e Laura, una passeggiata in mezzo agli alberi o in riva al mare (non adesso però), buona musica, un bel film dei miei autori preferiti, un libro di Erri ecc. ecc. per stare bene. Un abbraccio, una stretta di mano, un sorriso, una buona conversazione e il semplice contatto con la natura, sì, quella madre natura che troppo spesso oltraggiamo con la nostra arrogante cecità… Queste piccole (piccole?) cose danno il senso alla vita, alla mia vita; Il problema è che essendo una specie di carta assorbente emotiva (per lei che dipinge è una fortuna, mi disse uno psicologo anni fa) e non avendo ancora imparato a separare “il grano dal loglio” non ce la faccio proprio a chiudere gli occhi per non vedere il male, la stupidità, nonostante sia sempre in cerca di bellezza e ogni piccolo gesto carico di umanità mi commuova. Tutto qui, cari miei “ottimisti” dalla pancia piena e dal culo al caldo…cazzo avrete poi da ridere!<span class="fullpost"></span></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-14908046054334486442015-05-06T18:27:00.004+02:002015-05-06T18:27:43.942+02:00sulla pittura (mia)<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
i segni che il pennello traccia sulla tela al suo passaggio sono l’essenza della pittura. Se solo potessi fermarmi in tempo e soffermarmi su quegli istanti invece di procedere oltre in cerca di non so che cosa<span class="fullpost"></span></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-82195323688160481042015-04-10T19:56:00.002+02:002015-04-10T19:56:51.672+02:00segnali di fumo<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Sono trascorsi otto mesi dall'ultima volta che ho scritto su questo mio spazio e devo ammettere che la cosa un po' mi infastidisce. Certo, ho preferito il mordi e fuggi di Facebook, il contatto sicuro con quella che amiamo definire cerchia di amici, pur sapendo quanto sia davvero esiguo il numero di quelle che possiamo definire "vere" amicizie. Ho scelto la velocità alla lentezza, forse una maggior visibilità anche se, siamo sinceri, i frequentatori stabili della mia bacheca si aggirano sulla ventina o poco più e questo, è inutile negarlo, l'ho fatto a discapito di questo mio spazio che anni fa avevo costruito con tante aspettative. Ho sperato di portare alcuni "amici di fb" da questa parte ma temo di non esserci riuscito anzi è molto più probabile che io abbia perso alcuni dei contatti con cui interagivo su queste pagine; è inutile nascondercelo, i blog di vecchia generazione sono stati purtroppo surclassati dai social network più noti e presto pure loro diventeranno obsoleti. "Chi non conosce instagram?"diceva l'altro giorno uno alla radio... Ho alzato la mano "Io non lo conosco, è grave?" Ma cos'è tutta questa fretta? <br />
Comunque per quanto mi riguarda ho deciso che se non riesco a tenere il passo, pazienza, resterò indietro; Spero soltanto che alcuni di questi miei pensieri che fermo qua sulla pagina in realtà siano liberi come segnali di fumo e che qualcuno per scelta o per caso, non importa, li noti e magari, generosamente li condivida. Nulla più.<span class="fullpost"></span></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-53656527600789411232014-07-30T19:31:00.002+02:002014-07-30T19:34:55.689+02:00the Shore- Fabio Mina<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOBjk3_OpNYP035CoADjP6Dkeydlq84rrloa638Yit7MQ3Y3eLkiKoU6rX7h1sMlu_ujWLTEWGiOGE9_UJb4MbNVwNkivbz83aOTbMHzvSubEw7VzKK3-CyDCGGZaaH0LNMwEi8_AB11c/s1600/articolo+corriere+di+romagna+Fabio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOBjk3_OpNYP035CoADjP6Dkeydlq84rrloa638Yit7MQ3Y3eLkiKoU6rX7h1sMlu_ujWLTEWGiOGE9_UJb4MbNVwNkivbz83aOTbMHzvSubEw7VzKK3-CyDCGGZaaH0LNMwEi8_AB11c/s1600/articolo+corriere+di+romagna+Fabio.jpg" height="320" width="213" /></a></div>
<span class="fullpost"></span><br />
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
</div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-18410864925484803882014-06-12T17:51:00.001+02:002014-06-12T17:51:45.946+02:00Immaginate <div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br />
Immaginate: di trovarvi "solo" a passare da una carrozza all'altra di un treno affollato fermo in una stazione a causa di un guasto ad un apparato della linea, in un torrido pomeriggio estivo per spiegare -dopo averlo fatto sinteticamente attraverso l'interfono- il motivo di quella sosta forzata; l'aria condizionata funziona solo in alcuni vagoni. Quando passate in quelli refrigerati vi limitate a cercare di tranquillizzare le persone con le poche notizie che avete riguardo all'accaduto ma quando vi addentrate in quelle con il condizionatore guasto la situazione cambia parecchio. Dai finestrini aperti - quando il treno è fermo- la poca aria che penetra all'interno non porta alcun sollievo, anche perché quelle sfortunate vetture sono fuori dalla linea d'ombra della tettoia, e lo sguardo delle persone che è rimasto all'interno (alcuni sono scesi a fumare, anche quelli senza sigarette) è di quelli che solo coloro che "hanno visto cose che voi umani..." riescono a sopportare.<br />
Immaginate: 7 carrozze quasi piene per un totale di oltre 400 viaggiatori che vogliono essere rassicurati riguardo alle coincidenze che rischiano di perdere, riguardo alla temperatura che li sta soffocando, riguardo al perché della sorte ingrata ecc. ecc. 400 individui affamati di informazioni, stanchi e arrabbiati (alcuni a prescindere) che paiono non rendersi conto, forse per puro disinteresse, che quell'uomo che hanno davanti, con la cravatta annodata attorno al collo (alcuni gliela vorrebbero stringere ulteriormente con grande piacere) è una persona come loro, stessa carne, sangue, ossa, che probabilmente condivide gran parte dei loro stessi problemi e nonostante porti una divisa ( ad ognuno la propria) e sia pagato per fare quel lavoro prova le loro stesse sensazioni, emozioni; anche lui soffre il caldo e non è immune alle escursioni termiche a cui è costretto passando da una carrozza all'altra... e continua ad essere"solo"; forte solamente della sua esperienza, della sua professionalità e del suo eloquio che -credetemi- in certe situazioni fatica ad essere efficace.<br />
Purtroppo l'empatia è una dote che non appartiene alla maggioranza degli individui. Molto più semplice trovare un capro espiatorio su cui scaricare la propria rabbia, le proprie frustrazioni, molto più facile anche se poi non aiuta a far funzionare condizionatori, a riparare deviatoi, a far ripartire i treni accidentati. <br />
<br />
<br />
Ognuno di noi è a sua volta cliente, consumatore, utente, viaggiatore e anche se a volte capita di doversi scontrare con l'ignoranza, l'arroganza, l'incompetenza delle persone ricordiamoci che spesso le cose vanno diversamente e soprattutto che quello che pensiamo degli altri a volte è quello che gli altri pensano di noi<br />
<span class="fullpost"></span></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-65640682664629185122014-05-11T11:56:00.003+02:002014-05-11T11:58:02.161+02:00siamo alle solite: chi troppo e chi niente<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both;">
Oggi un giovane amico mi diceva di quanto fosse assurdo il nostro mondo: diviso tra chi non riusciva a vivere una vita decente perché senza lavoro e chi invece lavorava talmente tanto da non avere poi il tempo per "vivere"... come intrappolati in un doppio perverso ingranaggio. </div>
<div class="separator" style="clear: both;">
E' vero che a volte è difficile fare scelte soprattutto se ci si trova nel gruppo di chi un'occupazione non ce l'ha ma queste mie poche righe - e il brano di Gaber- sono rivolte ai secondi, a quelli che - spesso per avidità ed egoismo ma a mio parere anche per profonda stupidità - preferiscono andare avanti a testa bassa, noncuranti di quelli che stanno loro attorno, accumulando il più possibile e spesso dimentichi che il lavoro dovrebbe essere distribuito equamente per dare a tutti la possibilità di una vita degna. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/BMutSTdNPVg?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />
<br />
<span class="fullpost"></span><br />
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
</div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-58882994508220079072014-03-04T12:22:00.003+01:002014-03-04T12:22:49.303+01:00l'italietta<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
Certo che siamo davvero un paese assurdo. Uno raggiunge un meritato successo e c’è subito chi cerca di sminuirne il valore tra l’altro denigrando le scelte di chi quel film lo ha premiato; certo è più che legittimo esprimere la propria opinione su un film, il proprio dissenso ma perché farlo con un livore che pare celare una ingiustificata invidia? Nel panorama nostrano Sorrentino è sicuramente uno dei registi più capaci assieme a Crialese, Winspeare - e pochi altri - e lo ha ampiamente dimostrato con i suoi lavori precedenti. Credo pertanto che almeno meriti rispetto perché fare dei buoni film in un paese che produce pellicole davvero poco interessanti, scritte male e mal fotografate, dirette sciattamente e spesso interpretate da attori a dir poco mediocri (ma quelli bravi dove li tengono, perché da qualche parte ci saranno no?) è davvero un’impresa miracolosa. Dall’altro canto c’è chi parla già di una nuova rinascita del cinema italiano come se una vittoria pur prestigiosa ( Sorrentino aveva già trionfato a Cannes con il Divo mi pare) potesse improvvisamente cambiare le sorti di un paese che, almeno politicamente e commercialmente se ne fotte della qualità preferendo perseguire il facile successo attraverso prodotti cinematografici che vengono distribuiti con lo stesso criterio che viene utilizzato per vendere patatine o popcorn… ma forse il business sta proprio lì. Diamoci una calmata per favore e invece di dare aria alla bocca mettiamoci un po’ a studiare che di strada da fare ce n’è tanta. </div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
Ieri ho visto alcuni dei mini trailer che venivano mandati in onda prima di ogni premiazione: quelle poche immagini erano sufficienti a mostrare interpretazioni che facevano venire i brividi. Questo è il cinema!</div>
<span class="fullpost"></span></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-86554940201275945252014-01-15T15:42:00.002+01:002014-01-15T15:42:40.006+01:00UROBOROS<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="background-color: white; color: #37404e; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;"> </span><br style="background-color: white; color: #37404e; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;" /><br style="background-color: white; color: #37404e; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;" /><span style="background-color: white; color: #37404e; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">Un insegnante sale sul treno ancora assonnato; si siede al primo posto libero in una carrozza poco riscaldata. Arriva il controllore per la verifica dei biglietti. Il viaggiatore gli mostra scocciato l’abbonamento pensando tra sé e sé “ sono anni che prendo il treno e questo qua ancora mi chiede l’abbonamento” </span><br style="background-color: white; color: #37404e; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;" /><span style="background-color: white; color: #37404e; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">Al pensiero seguono le parole: “ Ma non si vergogna a chiedere i biglietti</span><span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #37404e; display: inline; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">? Pazienza il ritardo ma non sente che questa vettura è gelida, ci trattate come bestie ci trattate e avete pure il coraggio…”<br />“ma guardi che questa è l’unica vettura fredda, le altre sono calde e riguardo al ritardo…” prova a rispondere il capotreno ma non riesce a concludere la frase perché l’altro “ sì, sì, ne avete sempre una pronta, intanto io sto qui a congelarmi! se foste una azienda privata le cose cambierebbero, non vedo l’ora che venga un Italo anche per i regionali”<br /><br />Sono le 12 e 45 il nostro ferroviere ha appena terminato il suo turno di lavoro. Non vede l’ora di andare a casa. La Mattinata è stata piuttosto pesante e la sveglia ha suonato alle 4 ma prima deve passare alle poste che è l’ultimo giorno per pagare quella “cazzo” di Tares e l’addebito in conto corrente non si può fare. Entra nell’ufficio postale, prende il numero e guarda il monitor digitale “ accidenti ho davanti venti persone” I posti a sedere sono tutti occupati, gli tocca restare in piedi. Mentre è lì che aspetta, un po’ stanco e preoccupato per la paura di non farcela si guarda attorno. Solo tre sportelli aperti. “Guarda quella ,si alza, dove va adesso ma non vede che c’è la fila? E quella vecchia è mezzora che ciarla, perché non prende un appuntamento invece di farci perdere tutto questo tempo” si gira in cerca di complicità e la trova: “ Siamo proprio in Italia! e quello adesso dove va? Scusi sa, le sembra questo il momento di assentarsi, è una vergogna, qua c’è un sacco di gente che aspetta… e aprite un altro sportello no! gli grida attraverso il vetro. “Signore stia calmo e aspetti il suo turno” risponde l’impiegato “ sono due ore che non mi sposto da quella sedia sa e anche noi abbiamo le nostre esigenze fisiologiche e siamo solo in tre…è tutta la mattinata che c’è fila per pagare la Tares e tutti si sono decisi l’ultimo gio…” Sì sì, sempre ad accampare scuse, fate bene il vostro mestiere piuttosto, vi paghiamo e ci tocca pure subire tutta la vostra disorganizzazione”<br /><br />Alle due e trenta il nostro impiegato delle poste esce dal bar vicino alla piazza del mercato. Ha pranzato in fretta sorseggiando una birra ghiacciata e il panino gli si è rimasto sullo stomaco. Oggi deve andare al colloquio con gli insegnanti dell’istituto frequentato da suo figlio e sua moglie è impegnata così ha preferito rimanere in centro per non perdere troppo tempo e tra l’altro a “quello stronzo di Italiano” gliene deve dire un paio. Pensava di essere il primo ma dentro la scuola ci sono già numerosi genitori in attesa e la cosa lo innervosisce non poco viste le perdenti esperienze. Si affretta a segnarsi su degli elenchi apposti alla porta di diverse aule ma sa già che non sarà così semplice e che dovrà usare tutto il suo acume strategico e la sua scaltrezza per perdere il minor tempo possibile… Una vera Guerra senza esclusioni di colpi. Dopo diverse discussioni e prevaricazioni verbali arriva finalmente il suo turno e si trova faccia a faccia con l’insegnante di lettere. “Cos’è questa storia che mio figlio non studia e che è un prepotente? gli dice appena il professore apre bocca “Ma lo sa quanta roba hanno da studiare sti ragazzi e poi come fanno con la palestra… e gli amici, la vita sociale? lettere poi, cosa ci faranno una volta usciti da qua con la poesia e la letteratura? E’ roba che si mangia, forse? Questo è un istituto tecnico caro il mio professore, forse non se n’è accorto… devono imparare a usare le mani e basta… sì certo, anche per reagire alle provocazioni! Piuttosto se la prenda con quel coglione di Giorgini che è un mese che gli dà del gay perché si depila… Cosa doveva fare secondo lei, subire e stare zitto? Come no, tanto voi che vi frega?! …E poi cosa è sta storia del cellulare spento durante le sue lezioni?<br />“ guardi che se deve comunicare delle questioni urgente c’è sempre la segreteria, non…” riesce appena a dire lo smarrito docente nuovamente interrotto dal furibondo genitore<br />“ Ma che cosa dice? ho speso seicento euri per quello smarfon o come cavolo si chiama e non posso neppure telefonargli… ma che ne sa lei? sicuramente non avrà figli adolescenti, altrimenti… lei è un insegnate, allora si limiti alla sua materia, che quello è il suo mestiere, tra l’altro neppure troppo faticoso visto le poche ore che lavorate… e vi lamentate pure”.<br /><br />Sono le 18 e 30, l’aula finalmente è vuota. Al nostro insegnante di lettere scoppia la testa ma cerca di resistere perché sa che la giornata non è ancora terminata. Deve correre in stazione e prendere il treno delle 19.00 che lo porterà a casa dopo poco meno di un’ora di viaggio… sempre che sia in orario.</span><span class="fullpost"></span></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-19923096366328960332014-01-09T16:54:00.002+01:002014-01-09T16:56:29.696+01:00sulla lettura<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAl-ImTosgEcFs2Cx5kzSITy9YFuoiFmCdlJMrYpxoGKoLE0icAg68tgzPGCpknZexI5OsElpaQcMOY82Sd5ppSArK43rMJ20e8gpPvZGqA1a262MbsUtym5zVmCwDAXu1XclFB9JxK6w/s1600/3958819.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAl-ImTosgEcFs2Cx5kzSITy9YFuoiFmCdlJMrYpxoGKoLE0icAg68tgzPGCpknZexI5OsElpaQcMOY82Sd5ppSArK43rMJ20e8gpPvZGqA1a262MbsUtym5zVmCwDAXu1XclFB9JxK6w/s1600/3958819.jpg" /></a></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
A volte, quando si parla di letteratura, dell’emozione che riesce a trasmettere, pare quasi che si esageri ma chiunque avesse ascoltato le parole di Cinzia questa mattina a colazione parlandomi dell’ultimo libro che sta leggendo <a href="http://www.lafeltrinelli.it/products/9788807881534/Non_ora%2C_non_qui/Erri_De_Luca.html">“Non ora, non qui”</a> il primo libro di Erri De Luca (a mio parere uno dei nostri più grandi scrittori) edito nel 1989 si sarebbe reso conto di quanto possa essere magico il potere della lettura. Nelle sue parole c’era una tale enfasi, quasi infantile, da far sorridere, mi invitava a leggere il racconto al più presto e mi decantava ancora una volta la bellezza della prosa di Erri della sua poetica, del umanità che si percepisce in ogni sua frase: “ ogni volta che incomincio a leggere non vorrei smettere e mi dispiace solo che sto per finirlo; pensa ieri sera ho letto una rivista per ritardare quel momento.</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
Ma come è possibile scrivere in questo modo meraviglioso? e dopo?</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; min-height: 14px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
Enfasi eccessiva? Chi ama leggere sa che non è così. Quelle sensazioni le provi ( purtroppo non sempre questo accade) ogni volta che hai la fortuna di trovarti tra le mani uno di quei libri, uno di quelli in cui ti immergi totalmente e da cui non vorresti più uscire, uno di quelli che quando arriverai al punto finale terrai stretto a lungo fra le mani e magari ne rileggerai le ultime righe con un sorriso ebete sul volto e con una strana sensazione di perdita perché sai che domani sarà davvero un altro giorno e un’altra storia e chissà quando riuscirai nuovamente ad innamorarti di altri personaggi, di altri libri, di altre vite che poi, diciamolo, non sono così altre come spesso si crede, perché quelle storie, lo sappiamo bene sono le nostre storie, le nostre umane storie di piccoli naviganti, a volte con la bussola ben salda in mano, spesso alla deriva.</div>
<span class="fullpost"></span></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-66756929629469834392014-01-04T10:36:00.001+01:002014-01-04T10:36:08.941+01:00un regalo inatteso<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
Capotreno. Questo da tanti anni è il mio mestiere.</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
Come spesso mi è capitato di raccontare, il mio è un lavoro fatto di incontri; certo alcuni, potendo scegliere, li avrei evitati volentieri, ma poi per mia fortuna ce ne sono gli altri che non solo pareggiano i conti ma sono un vero balsamo per il vivere, un massaggio d’anima che ripara i torti e ti riconcilia con il mondo, con i tuoi simili. Piccole cose, piccoli ma immensi istanti magici che danno una bella spinta al tuo incedere.</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
E quando capitano allora riesci a sopportare gli orari irregolari, la clientela spesso insofferente, a volte a ragione a volte a torto, ma comunque difficile da gestire, la crisi diventata sempre più tangibile anche in quel microcosmo che è l’ambiente ferroviario, l’arroganza e l’ignoranza, ingredienti micidiali che purtroppo caratterizzano sempre più questi nostri anni…</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; min-height: 14px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
E così, una grigia mattina di gennaio alle 7 di ritorno da un servizio iniziato il giorno prima alle 11 e 50, infreddolito dall’umidità del mattino e dal sonno perché ho dormito poco e male, in quella pur confortevole stanza d’albergo, dove l’implacabile sveglia ha trillato alle 4 e 50, arriva “L’incontro” quello che non mi aspettavo: </div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
entro nell’ultima carrozza del treno, il riscaldamento è insufficiente ( nessuno osi far battute) perciò la carrozza è quasi deserta; quasi perché in piedi c’è una persona sulla settantina con in mano un foglio.</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
“signore, se vuole nella vettura accanto è più caldo e ci sono posti liberi” gli suggerisco</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
“ guardi non si preoccupi, sto bene e poi sa canto in un coro e devo esercitarmi, è qui non do fastidio a nessuno” mi risponde sorridendo e con uno spiccato accento bolognese</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
“ come vuole, certo qua non dovrebbe disturbarla nessuno…. ma cosa canta?” chiedo incuriosito</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
“ guardi” e mi mostra il foglio “ è una canzone irlandese dell’ottavo secolo, musica sacra, “scretta mélla e tréssent an fa” (scusate il mio pessimo dialetto) mille e trecento anni fa” si chiama: Be thou my vision, thou sta per you, così come queste altre” e mi mostra altre parole sottolineate di rosso “sono in irlandese antico”</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
Annuisco catturato dalla sua simpatia. </div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
Poi, all’improvviso mi guarda e dice sorridendo:</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
“ Stia lì e ascolti, gliene canto una strofa…se poi se ne va potrò sempre dire a me stesso che non lo ha fatto perché stonavo ma perché doveva tornare a lavorare” e senza altro indugio si posiziona, gambe leggermente divaricate e braccio teso davanti con in mano il foglio, e comincia ad intonare la canzone.</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
La voce è bella e intonata il ritmo c’è la mano che batte sulla coscia ne scandisce il tempo. Ad un certo punto quando la melodia pare mutare si interrompe e si scusa lievemente impacciato</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
“ guarda che roba, quando sono in gruppo nessun problema, invece davanti a lei mi ha fregato l’emozione”</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
Lo rassicuro</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
“guardi che ha cantato molto bene… tra l’altro la canzone mi pare di conoscerla, molto bella”</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
Mi allontano un attimo perché devo chiudere le porte e controllare un paio di biglietti ma poi ritorno dal mio simpatico viaggiatore che si sta esercitando a bassa voce</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
“ ecco ora sono pronto, vorrei riuscire a farle ascoltare almeno la prima strofa per intero”</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
dice e dopo aver assunto la postura consona si mette nuovamente a cantare. </div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
Per non metterlo in imbarazzo guardo fuori dal finestrino e ascolto</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
Questa volta tutto procede bene senza nessuna interruzione e nessuna incertezza.</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
Mi congratulo e mentre lo ringrazio per l’inaspettata esibizione canora lui, quasi a giustificarsi mi dice</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
“ sa per me questa musica, il verde dell’Irlanda - ci sono stato sa- mi fa bene all’anima, è terapeutica” </div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
sento nella sua voce una lieve commozione</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
“ sa, non sempre le cose vanno nel verso giusto, a volte ci sono momenti difficili da superare allora canto e miracolosamente le tensioni si alleggeriscono….”</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; min-height: 14px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
Stiamo arrivando in stazione a Rimini mi congedo augurandogli un buon anno e una buona esibizione e mi allontano con una probabile aria da beota sul volto.</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
E’ vero poi miracolosamente le tensioni si alleggeriscono </div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/SJaHYduiv-w?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
<br /></div>
<span class="fullpost"></span></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-77860945063051875672013-12-10T16:17:00.001+01:002013-12-10T16:18:56.467+01:00incipit " i sonnambuli"<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<!--[if gte mso 9]><xml>
<o:OfficeDocumentSettings>
<o:AllowPNG/>
</o:OfficeDocumentSettings>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:TrackMoves>false</w:TrackMoves>
<w:TrackFormatting/>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:DrawingGridHorizontalSpacing>18 pt</w:DrawingGridHorizontalSpacing>
<w:DrawingGridVerticalSpacing>18 pt</w:DrawingGridVerticalSpacing>
<w:DisplayHorizontalDrawingGridEvery>0</w:DisplayHorizontalDrawingGridEvery>
<w:DisplayVerticalDrawingGridEvery>0</w:DisplayVerticalDrawingGridEvery>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:DontGrowAutofit/>
<w:DontAutofitConstrainedTables/>
<w:DontVertAlignInTxbx/>
</w:Compatibility>
</w:WordDocument>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="276">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]-->
<!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:12.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ascii-font-family:Cambria;
mso-ascii-theme-font:minor-latin;
mso-fareast-font-family:"Times New Roman";
mso-fareast-theme-font:minor-fareast;
mso-hansi-font-family:Cambria;
mso-hansi-theme-font:minor-latin;
mso-bidi-font-family:"Times New Roman";
mso-bidi-theme-font:minor-bidi;}
</style>
<![endif]-->
<!--StartFragment-->
<br />
<div class="MsoNormal">
C'erano degli strani esseri che da anni passavano sempre
dalla stessa porta nonostante attorno ce
ne fossero tante altre di ogni forma e dimensione. Forse c'era stato un
tempo in cui avevano utilizzato anche gli altri ingressi ma nessuno se ne
ricordava più e nessuno se ne era mai posto il problema.</div>
<div class="MsoNormal">
Da un tempo indefinito si infilavano in
quella specie di cunicolo angusto come se non ci fossero alternative e
sinceramente la cosa non li turbava più di tanto; parevano seguire un ordine
prestabilito, immutabile,
un po’ come quello che costringe i salmoni alla risalita che li condurrà alla
morte o che spinge i lemming al
suicidio di massa. E pensare che non era per nulla agevole varcare quella
soglia. Con il passare del tempo questi individui si erano modificati
strutturalmente ed erano diventati sempre più obesi ed impacciati mentre la
porta, al contrario, diventava sempre più stretta, soprattutto a causa della formazione nel perimetro
interno di alcune escrescenze, astratte protuberanze in continuo movimento:
un’inquietante cornice dall’aspetto per nulla rassicurante. Se si aggiunge poi
che la splendida luce che un tempo indorava l'ingresso era del tutto scomparsa, quella assurda ostinazione era
davvero inspiegabile, del tutto innaturale, anche per chi da anni aveva smesso
di evolversi seguendo i dettami indicati dalla natura.</div>
<div class="MsoNormal">
Da tempo avevano smesso di sognare, di pensare, di farsi
domande; i gesti erano semplici e sempre gli stessi, monotoni ma rassicuranti come tutte
le cose abitudinarie. Non erano felici ma neppure tristi, nessuna emozione
turbava la loro vita piatta, scialba. Vivevano senza alcun sussulto, liberi, ma
senza sapere che farsene della loro libertà perché da troppo tempo avevano smesso di scegliere autonomamente preferendo farsi guidare da altri che generosamente si erano accollati questo onere in loro vece. Così passavano gran parte del loro tempo a consumare e ad ingoiare ogni cosa con una ipnotica e insaziabile ingordigia...</div>
<!--EndFragment--></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4462039595476756087.post-92125767332938933652013-11-17T10:51:00.005+01:002013-11-17T10:52:43.965+01:00<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="page" title="Page 1">
Ieri sera ho visto un bel documentario su Charles Bukowski; a un certo punto del film c'è una sua lettura di un frammento di questa poesia che non può lasciare indifferenti soprattutto se si tiene conto che è stata scritta una quarantina di anni fa.<br />
<div class="layoutArea">
<div class="column">
<pre><span style="font-size: large;">DINOSAURIA,WE</span>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>
</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>Nati cosi' in mezzo a tutto questo</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>tra facce di gesso che ghignano</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>e la signora morte che se la ride</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>mentre gli ascensori si rompono</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>mentre gli orizzonti politici si dissolvono</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>mentre il ragazzo della spesa del supermercato ha una laurea</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>mentre i pesci sporchi di petrolio sputano la loro preda oleosa</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>e il sole e' mascherato</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>siamo nati cosi'</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>in mezzo a tutto questo</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>tra queste guerre attentamente matte</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>tra la vista di finestre di fabbrica rotte di vuoto</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>in mezzo a bar dove le persone non non si parlano piu'</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>nelle risse che finiscono tra sparatorie e coltellate</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>siamo nati cosi'</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>in mezzo a tutto questo</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>tra ospedali cosi' costosi che conviene lasciarsi morire</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>tra avvocati talmente esosi che e' meglio dichiararsi colpevoli</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>in un Paese dove le galere sono piene e i manicomi chiusi</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>in un posto dove le masse trasformano i cretini in eroi di successo</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>nati in mezzo a tutto questo</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>ci muoviamo e viviamo in tutto cio'</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>a causa di tutto questo moriamo</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>castrati</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>corrotti</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>diseredati</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>per tutto questo</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>ingannati da questo</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>usati da questo</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>pisciati addosso da questo</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>resi pazzi e malati da questo</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>resi violenti</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>resi inumani</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>da questo</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>il cuore e' annerito</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>le dita cercano la gola</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>la pistola</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>il coltello</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>la bomba</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>le dita vanno in cerca di un dio insensibile le dita cercano la bottiglia</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>le pillole</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>qualcosa da sniffare</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i> Siamo nati in questo essere letale triste</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>siamo nati in un governo in debito di 60 anni</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>che presto non potra' nemmeno pagare gli interessi su quel debito</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>e le banche bruceranno</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>il denaro sara' inutile</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>ammazzarsi per strada in pieno giorno non sara' più un crimine</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>resteranno solo pistole e folle di sbandati</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>la terra sara' inutile</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>il cibo diventera' un rendimento decrescente</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>l’energia nucleare finira' in mano alle masse</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>il pianeta sara' scosso da un’esplosione dopo l’altra</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>uomini robot radioatitvi si inseguiranno l’un l’altro</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>il ricco e lo scelto staranno a guardare da piattaforme spaziali</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>l’inferno di Dante sara' fatto per somigliare a un parco giochi per bambini</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>il sole sara' invisibile e sara' la notte eterna</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>gli alberi moriranno</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>e tutta la vegetazione morira'</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>uomini radioattivi si nutriranno della carne di uomini radioattivi</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>il mare sara' avvelenato</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>laghi e fiumi spariranno</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>la pioggia sara' il nuovo oro</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>la puzza delle carcasse di uomini e animali si propaghera' nel vento oscuro</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>gli ultimi pochi superstiti saranno oppressi da malattie nuove ed orrende</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>e le piattaforme spaziali saranno distrutte dalla collisione</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>il progressivo esaurimento di provviste</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>l’effetto naturale della decadenza generale</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>e il piu' bel silenzio mai ascoltato</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>nascera' da tutto questo</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>il sole nascosto</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<i>attendera' il capitolo successivo"</i></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<b><i>
</i></b></div>
<div style="color: #232323; font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px;">
<b>Charles Bukowski</b></div>
<div>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/xe1I5VCnIFc?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Courier; font-size: 13.0pt; mso-bidi-font-family: Courier;">
</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Courier; font-size: 13.0pt; mso-bidi-font-family: Courier;">
</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Courier; font-size: 13.0pt; mso-bidi-font-family: Courier;">
</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Courier; font-size: 13.0pt; mso-bidi-font-family: Courier;">
</span></div>
<!--EndFragment-->
</pre>
</div>
</div>
</div>
<span class="fullpost"></span></div>
Stefano Mina "un onesto pittore riminese"http://www.blogger.com/profile/09467356558609268811noreply@blogger.com2