giovedì 22 novembre 2012

ll tempo passa...

...e se non te ne fossi accorto, c'è sempre qualcuno che ti tiene aggiornato. L'altro giorno, mentre il treno sostava nella stazione di Lugo in attesa del treno incrociante, sul primo binario c'era un'allegra famigliola con tanto di bambini estasiati alla vista del treno. Il padre, forse più agitato del bambino che cercava di divincolarsi dalle sue braccia, gli indicava ogni cosa e persona " quello è il locomotore, lo vuoi toccare? che bravo hai toccato il treno! sopra c'è il macchinista che lo guida, quando parte sentirai che fischio, quel signore là invece  è il controllore dei biglietti" "controllore un par di palle sono il capotreno è ho un sacco di responsabilità e competenze oltre a quelle di controllare la validità dei titoli di viaggio, coglione nevrotico" quel tipo mi sta leggermente antipatico ma ipocritamente sorrido mentre mentre lui continua minaccioso con quel dito a mezz'aria "vedi quella riga gialla, non la devi superare altrimenti lui ti  sgrida e ti fa la multa "  il bambino mi guarda preoccupato e scivola lentamente dietro la gamba del padre. Sospiro. Non sopporto chi per ottenere obbedienza se ne tira fuori e addossa la responsabilità a una poco rassicurante figura esterna: il babau, il poliziotto, l'uomo nero. Quel bambino  crescerà con una antipatia verso la figura del capotreno e non ne saprà neppure il motivo. Mi avvicino e gli sorrido come per tranquillizzarlo "non ti preoccupare non mi arrabbio mai con i bambini, con gli adulti (i grandi) invece sì" Ho  scandito bene le ultime parole per rendere chiaro il messaggio " hai sentito è buono e poi non vedi che ha i capelli bianchi come quelli di babbo natale. Miracolo! In pochi istanti mi sono tramutato da orco a santa claus 

Vince

un'altra volta il mio amico professore, il mio amico poeta, il mio amico Vincenzo dovrà affrontare l'ennesima prova e sono certo che ancora una volta la supererà brillantemente come sempre ha fatto. "pensavo di aver già dato abbastanza " mi ha detto l'ultima volta che ci siamo visti. Non ho risposto. Solo un accenno di sorriso per mascherare la mia incapacità a trovare le giuste parole.
E non riesco neppure oggi davanti a questo schermo a trovarle. Vorrei scrivere tante cose al mio amico ma i pensieri si aggrovigliano e mi costringono alla resa, al silenzio. Forse è giusto così. In fondo la partita non è ancora finita. Vero Vincenzo?


Il sogno

Silenziose
gocce di nebbia
scivolano
sui miei pensieri già stanchi,
sulla mattina ancora buia,
su questa calma impalpabile
e cadono
sul mio viso assonnato,
sulle luci dei lampioni accesi,
sulle foglie ingiallite.
Ed io ciondolando sul viale
ascolto solo lo strisciare dei miei passi,
ascolto solo il battito del cuore
mentre riaccarezzo il sogno
che disperde e dipana l'inafferrabile
respiro della mia esistenza...
Una vecchia scuola,
un'aula grigia
venticinque ragazzi diranno
che ho sognato vivendo.

Vincenzo Giorgetti





mercoledì 21 novembre 2012

una piccola storia

l'altra sera nella piattaforma di una carrozza  trovo un signore di origine nordafricana che mi chiede alcune informazioni per andare a Monza. Dopo avergliele date, visto che mancavano ancora due ore prima dell'arrivo a Piacenza, gli suggerisco di cercarsi un posto a sedere; il treno era piuttosto affollato ma ancora ce n'era ancora qualcuno libero. Lui mi sorride e leggermente imbarazzato mi risponde in modo confuso: "no va bene così,  è pieno di valigie e non vorrei che qualcuno pensasse… sa sono straniero e nonostante io viva qui da 28 anni, mi vergogno… se c'è qualcuno un po' razzista…" sento tutto il suo disagio in quelle parole pronunciate con gli occhi bassi e la cosa non mi piace. " guardi che se uno è razzista il problema è solo suo, lei non ha nessuna colpa e quello di sedersi è un suo diritto, ci mancherebbe" 

"sì sì, ha ragione. ho pagato il biglietto, è un mio diritto ma sa dopo 28 anni ancora… mi vergogno comunque grazie amico " mi risponde tendendomi la mano questa volta guardandomi diritto negli occhi. Mentre gliela stringo sento tutta la forza che quel semplice gesto può avere e quel poco di  rabbia mista a indignazione che avevo provato un istante prima  si tramuta in un istante in lieve emozione dando un senso a quella mia domenica sera passata al lavoro

domenica 7 ottobre 2012

un treno da non perdere!


RIMINI
Rimini accoglie il Romagna Express 2019 con una giornata dedicata alla musica e allo spettacolo e con un omaggio a John Cage, rievocando il viaggio in treno del musicista fatto nel 1978 in diverse località dell’Emilia-Romagna, che vide la sua tappa conclusiva proprio nella tratta Ravenna-Rimini. L’arrivo del Romagna Express 2019 sarà anche l’occasione per ospitare eventi e performance di artisti e musicisti in diversi spazi della città e per un Open Day della Cultura che vedrà musei e gallerie d’arte aperte fino a sera.
h. 10.30 Accoglienza del treno da parte della Banda Città di Rimini al binario 2 est della stazione
 h. 11.30-13.00 “Ravenna-Rimini 1978: il Treno di John Cage”.
Franco Masotti rievoca con racconti, video e immagini il viaggio di John Cage assieme a Andrea Folli, Roberto Paci Dalò, Leonardo Sonnoli. L’iniziativa si pone in relazione con il più ampio progetto Everyday Johncage – ideato dagli stessi Andrea Felli, Roberto Paci Dalò, Leonardo Sonnoli. Un progetto che, dal 1 gennaio al 31 dicembre 2012, grazie ad un sistema virale, vede distribuirsi quotidianamente, nello spazio pubblico della città e in luoghi privati, frammenti e materiali legati a John Cage.
Sede: Cinema Settebello (vicino al Dopo Lavoro Ferroviario), Via Roma 70
h. 18.30-20.00 “Agostiniani in musica”. Spettacolo realizzato in collaborazione con associazioni culturali del territorio riminese
Fabio Mina
Always see everything
Luca Mina: video
Fabio Mina: musica (flauti, duduk, elettronica)
“Quando ti svegli al mattino, sii riconoscente per la luce dell’aurora, per la vita che possiedi e la forza che ritrovi nel tuo corpo. Se non trovi un motivo per elevare questa preghiera di ringraziamento, allora sei sicuramente morto.” Thahca Huste, capo Sioux
Always see everything, “che tu possa sempre vedere” è un itinerario percorso cercando un diverso modo di volgere lo sguardo; una performance che invita ad osservare le cose semplici e quotidiane con occhi differenti, per scoprire “miraggi” nascosti nei particolari della terra, del mare e del cielo.
L’intenzione è di far perdere lo spettatore in qualcosa che non è un vero film, né videoclip, né audiovideo nel senso tradizionale dove spesso la parte acustica accompagna quella visiva o viceversa. Qui i particolari diventano illusioni, il suono degli strumenti a fiato evoca a sua volta immagini, e le immagini musica, creando un intreccio disorientante.
sede: Complesso Agostiniani, Spazio Panfili, Via Cairoli 42
h. 21.00 Dulcamarateatro presenta “Babilonia”. Spettacolo di teatrodanza nell’ambito del Festival “Le voci dell’anima”, a cura di Teatro della Centena
“Babilonia” è uno spettacolo diviso in infiniti frammenti, una quantità di scene esistenziali che si toccano, si sfuggono, si aggrovigliano… e tuttavia un’unità spaziosa, avvolgente, totalizzante. Spazi scenici, immagini, atmosfere, di sonorità oscillanti tra acustico ed elettronico, ora alienanti, ora apocalittiche, ora trasognate e cullanti, di psichedelici vortici luminosi dai toni glaciali, di un ammassarsi di suoni, di sguardi, di solitudini palpabili, di corpi spezzati…
Gli attori in Babilonia non parlano… pensano. Il linguaggio che percepiamo proviene dall’interno, da una dimensione che quotidianamente resta per noi inaccessibile… passa attraverso un pensiero che spesso si discosta con violenza da quella che sembra essere l’apparenza delle cose, il superficiale svolgersi e incatenarsi degli eventi. Ne deriva una tensione estetica nel quale i gesti fluiscono armonicamente singhiozzando sul fondo di uno lento, prolungato smarrimento. Pertanto, le voci dei personaggi provengono da dentro, da dietro, da sotto, “dalla parte di là”. Sono voci registrate, filtrate, specchi sonori del groviglio di tutti i paradossi-filamenti della ragnatela in cui la vita smarrisce se stessa frammentandosi.
“L’abisso non ci divide. L’abisso non divide mai nulla. L’abisso circonda.” Questo pensiero che prende corpo dalla mente di uno dei personaggi è il perno intorno al quale ruota il senso dell’intera messa in scena: “Babilonia” è un immersione nel tempo eterno di Babele, oggi più che mai urlante, incarnato, vivente. L’accento è posto su di una nuova “dimensione spirituale della materia”, su una sorta di interiorità che si rivela nella superficie delle cose, nella loro fisionomia, nel loro movimento singhiozzante, nella loro disposizione-indisposta alla vita. Sono i corpi, icone del nostro tempo, a parlare molto prima delle parole. Corpi umani, corpi frammentati, corpi tesi e protesi, confinati nel vuoto di una sospensione che resta irrisolta…
sede: Teatro degli Atti, via Cairoli 42

lunedì 1 ottobre 2012

musica per caso


alcuni giorni fa fabio(my son) ha suonato dentro un centro commerciale, con tanto di impianto e alcuni posti a sedere per chi già era a conoscenza dell'evento o per chi avesse tempo da rubare agli acquisti. Davvero interessante osservare i comportamenti delle persone che con i loro carrelli  sbucavano dalla scala mobile. Devo dire che a parte i bambini che ancora non hanno ne incrostazioni  ne pregiudizi,  le donne mi sono parse più attente, rallentavano il passo e spesso si soffermavano qualche istante ( qualcuna si fermava addirittura) , mentre i loro mariti procedevano spediti senza girare la testa neppure per un'occhiata fugace, privi di curiosità, come se fossero oramai sordi a qualsiasi richiamo sonoro; d'altra parte la musica/ o presunta musica oramai ci accompagna in ogni luogo , così invadente da scomparire.

curiosità: una signora dopo aver ascoltato il breve concerto ( tre momenti da 15, 20 minuti) ha detto che la musica di fabio le aveva smosso tutti i 7 chakra
un'altra, disturbata dal chiacchiericcio di un signore seduto al tavolo del bar,  si è girata e lo ha redarguito invitandolo, visto il suo disinteresse, a tacere oppure a andare da un'altra parte   
"  guardi che a me piace il boogie woogie ( per la precisione bughi bughi, come si dice dalle mie parti)

lunedì 23 luglio 2012

un altro film




Se non l'avete ancora visto e amate il cinema dovete assolutamente rimediare. Sto parlando di Carnage, l'ultimo lavoro di Roman Polanski con  Jodie FosterKate WinsletChristoph WaltzJohn C. Reilly. E' un film velenoso, che mette in risalto non certo l'aspetto migliore degli esseri umani. E' difficile parteggiare per uno dei quattro personaggi che interpretano mirabilmente questo film tratto da piece teatrale scritta da  Yasmin Reza (il dio della carneficina ) perché a turno proviamo simpatia e comprensione per l'uno e per l'altro ma man mano che la storia si sviluppa ci si rende conto che nessuno si salva fino in fondo. Per poter convivere pacificamente in una società cosiddetta "civile" si ha la sensazione che sia davvero difficile esprimere sinceramente il proprio pensiero senza incorrere in conflitti. La trama del film è molto semplice. Due bambini litigano in un parco. Uno ha in mano un ramo e per reagire a una provocazione dell'altro (così si intuisce) lo colpisce al volto causandogli la rottura di due denti. I genitori del primo si recano, da brave persone civili, nell'appartamento della "vittima" per esprimere tutto il loro rammarico per quanto è accaduto all'altra coppia di genitori che altrettanto civilmente pare pronta a accettare le scuse per quella che sembra  essere stata poco più di una lite tra adolescenti (11 anni) ma la cosa non è così scontata  e ogni volta che tutto sembra risolversi c'è sempre una parola - di troppo- detta da uno dei quattro personaggi che come una mano invisibile agguanta chi cerca di uscire dal vortice della discussione e lo risucchia riportandolo al centro. Così in un crescendo di velenosa ironia le verità nascoste vengano a galla una a una senza risparmiare nessuno, mettendo gli uni contro gli altri, anche se a volte con momentanee complicità, e le parole sgorgano fuori come liberate da quella prigione a cui spesso le convenzioni, le buone maniere ci costringono, senza però trarne alcun beneficio, anzi.
Come spettatore, vista la difficoltà a immedesimarsi con uno dei protagonisti, si rimane un po' spiazzati perché spesso è quello che facciamo e cerchiamo guardando un film ma se è vero che nessuno dei personaggi  appare proprio edificante è altrettanto vero che cogliendo tutta la loro fragilità di "piccoli" uomini non si può che provare simpatia per loro e di conseguenza per noi. 
Una prova d'attore davvero notevole.

mercoledì 18 luglio 2012

coincidenze

Ieri sera, alle 22.00 circa mentre la mia giornata lavorativa stava giungendo al termine mi sono intrattenuto con un mio collega appassionato di cinema. Dopo aver scambiato opinioni sugli ultimi film gli ho chiesto se avesse mai visto "Respiro", il secondo lungometraggio di Crialese, probabilmente il suo miglior lavoro assieme a "Nuovo Mondo". Ora che ci penso non ricordo neppure perché gli ho fatto quella domanda dato che il film non è certo recente (2002) ma non importa tanto oramai sono abituato alle acrobazie compiute dai miei pensieri. Lui risponde che no, non lo aveva mai visto e se lo è segnato su un foglio così da poterlo recuperare. Non nego che sono sempre felice quando mi capita di suggerire film del genere che passano davvero di rado nella nostra avara e un po' sciatta tv generalista. Inforco la bici e mi faccio i 5,5 chilometri che mi separano da casa. Quando arrivo trovo mia moglie e mio figlio che stanno guardando, su un canale sky, la fine di "Risvegli" con De Niro e Robin Williams; un film piuttosto doloroso tratto da una storia vera. Ne approfitto per darmi una rinfrescata e poi li raggiungo sul divano, non prima di essermi riempito un bel bicchiere con del gelato che era rimasto dalla sera prima, proprio mentre scorre l'ultima scena seguita dai titoli di coda. Chiedo allora a Luca di fare un giro per i canali, lui ha in mano il telecomando, per vedere se c'è ancora qualcosa di interessante. Spero vivamente ci sia qualche bel film perché nonostante la stanchezza, quando finisco di lavorare tardi, non ho mai sonno, sarà l'adrenalina accumulata, non so. Ma non ci penso proprio di andarmene subito a letto perché sento che mi manca qualcosa. Cavolo, mi sono alzato tardi, il giorno prima alzataccia alle 5 di conseguenza dovevo recuperare, poi sono andato a fare un po' di spesa, ho mangiato un mezzo panino al volo e via in stazione. Giusto per essere precisi: erano le 12 e 40. Ora sono le 23.00. La giornata non è ancora finita e desidero ardentemente che questa ultima ora sia davvero mia perciò scorro avido con gli occhi ogni titolo che compare sullo schermo. Questo no, Manuale d'amore "non ci penso neppure" dice Luca, questo manco per sogno... poi all'improvviso, canale Cult, sgrano gli occhi quasi incredulo e penso a voce alta:"Respiro" di Emanuele Crialese, che coincidenza, ne parlavo giusto un'ora fa con un collega. Ce l'ho in dvd ma non importa. mi assesto sulla poltrona e via si parte. Sento già nella stanza il magico sax di John Surman e i miei occhi si riempiono di Blu.


domenica 24 giugno 2012

per me

Oggi ho  spesso la sensazione che si confonda l' arte con la decorazione e che la ricerca estetica sia sempre più esasperata.
A volte ho l'impressione che chi fa arte si dimentichi della vita. la vita non è perfetta. La vita non esclude nulla.
 Per me l'arte così come la bellezza è un naso storto, un dente non allineato, una ruga non prevista al limitare delle labbra. 
L'arte è tirare fuori la polvere da sotto il tappeto, senza paura. 

giovedì 31 maggio 2012

Il paese è piccolo e la gente mormora

Se non si ha niente da dire si può sempre tacere. Oppure stare un po' di lato e occuparsi di qualcosa di più leggero, così "pour parler". Alcuni giorni fa ho letto un'intervista a Carlo Verdone (grande umorista) sul film di Woody Allen "To Rome with love" che ha scatenato una serie di esternazioni da parte di alcuni "addetti ai lavori" che mi ha davvero sorpreso. Ora nonostante io sia assolutamente parziale dato che adoro il cinema di Allen temo che questa volta il film non sia davvero un granché, forse condizionato da quei pochi spezzoni che ho potuto vedere in tv che hanno evidenziato una volta ancora tutti i limiti degli attori (si fa per dire) nostrani impiegati in ruoli di contorno. Ma a parte questo non capisco davvero il senso delle parole di Verdone (e di molti altri). Stiamo parlando Di Allen non di Ken Loach (che amo moltissimo). Non credo che Woody volesse mostrare la Roma com'è ma solamente quella dei suoi sogni, del suo immaginario o c'è qualcuno che pensa che la New York che spesso è rappresentata nei suoi film sia quella reale? Ma dai! Tra l'altro mi pare lo abbia dichiarato lui stesso. Leggendo le parole di questi giorni ho il sospetto che molti le lancino nell' etere con uno scopo preciso che però ammetto ingenuamente di non conoscere, altrimenti non mi spiego il perché di tutto questo fiato sprecato da parte di un mondo, quello cinematografico italico, che dovrebbe riflettere molto di più su se stesso e sul pubblico che si è costruito piuttosto che andare a puntare l'indice accusatore contro uno dei più grandi registi ( e che dire delle sceneggiature) dei nostri tempi, che da anni ci regala, se non capolavori (più di un paio sicuri) certamente immemorabili gioiellini. Certo anche i grandi possono sbagliare e le critiche sono sacrosante ma ci deve essere sempre buonafede e onestà in chi le solleva altrimenti tutto diventa inutile chiacchiericcio, lievemente rancoroso; cattiva abitudine di chi spesso è morso dall'invidia, pessima e ingiustificata abitudine di chi per giustificare la propria mediocrità se ne sta in trepida attesa di un eventuale passo falso di chi spesso è per loro irraggiungibile. p.s.Woody Allen (come Del Piero Alessandro) è uno di quelli che da anni viene considerato quasi con piacere, finito, "non più quello di una volta" (e già, è incredibile ma si cambia!) nonostante sia davvero difficile trovare suoi film (almeno uno all'anno)) che non giustifichino almeno il prezzo del biglietto e questo non credo si possa dire per molti altri suoi colleghi che film come Zelig, Io e Annie, Manhattan, match point, ombre e nebbia, ecc. ecc. se li possono solamente sognare, purtroppo per noi. stefano

mercoledì 16 maggio 2012

la qualità è oggettiva il gusto è soggettivo

A volte ci si chiede come possano avvenire i cambiamenti culturali di un paese. Lo si può fare ribaltando la prospettiva delle cose con l'uso distorto delle parole e soprattutto legittimando la mediocrità portandola addirittura al potere, politico, sociale e culturale. In questi anni molti si sono mossi in questa direzione accusando chiunque evidenziasse il degrado del nostro cinema, della nostra musica, della nostra politica ecc.ecc. di snobismo e di conseguenza di guardare i propri simili dall'alto in basso mentre a mio avviso la mancanza di rispetto è soprattutto di chi attraverso un populismo becero ha preferito "nutrire" i propri concittadini rifilandogli cibi precotti, magari saporiti ma sicuramente di scarsa qualità che si sa alla lunga creano non pochi danni. Il risultato è che viviamo in un paese dove vengono prodotti e divulgati in prevalenza "lavori" di scarsa qualità e la cosa peggiore è che nessuno tra gli addetti ai lavori ha il coraggio di ammetterlo fino in fondo. Si preferisce assecondare il pensiero cosiddetto comune, non della maggior parte delle persone ma della maggioranza dei consumatori, quello sì, accusando chiunque si metta di traverso e si indigni di essere il solito intellettuale sulla torre d'avorio. Spesso capita anche me di essere accusato di aver gusti troppo "elitari"(amo Tarkowskij ma mi entusiasmo anche con Batman begins),e di non rispettare quelli "più semplici" ma altrettanto legittimi degli altri. Questo è davvero grottesco. Possibile che nessuno si renda conto che in Italia da anni si persegua oramai solo la quantità e non la qualità e che senza quest'ultima è davvero difficile crescere. E' possibile che ancora non si capisca quanto sia bello imparare, stupirsi, diramare le matasse, percorrere sentieri poco battuti. Ma cosa c'è di presuntuoso nel denunciare la mediocrità che frena quel naturale movimento che dovrebbe appartenere a tutti gli esseri umani. La democrazia si compie quando chi sa, chi conosce, chi scopre, condivide queste sue conoscenze con i propri simili e non offrendo loro solamente quello che già conoscono, perché se è vero che questo non creerà frustrazioni interromperà sicuramente quel cammino di cui parlavo prima. Mi fa piacere, di conseguenza, che qualcuno, molto più autorevole di me, condivida queste mie riflessioni come Mauro Gervasini, critico di Film TV con il suo pezzo "L'alibi dei mediocri" che a sua volta cita quello apparso sul Corriere Della Sera, scritto da Paolo Mereghetti dal titolo "nuovo cinema populista" Gli articoli in questione si occupano soprattutto di cinema ma a mio parere sono trasversali e aiutano a mio parere a comprendere lo stato delle cose. Vorrei completare questo mio post con alcune parole estrapolate da una intervista rilasciata dall'attrice statunitense Susan Sarandon a Alias, l'inserto culturale del Manifesto: "Guardi, credo credo che i film abbiano sempre un impatto profonda sulla cultura. E di solito è proprio questo il problema, il problema è che i cosiddetti film apolitici in realtà promuovono implicitamente lo status quo e quindi indirettamente avvallano anche il razzismo, il sessismo e la discriminazione ma nessuno li identifica come "politici". Appena però un film critica il sistema allora diventa un film politico e quindi veleno al botteghino."

mercoledì 2 maggio 2012

il sapore delle albicocche non è più quello di una volta

Qualsiasi commento al concerto di ieri mi pare superfluo...d'altra parte se questo è quello che passa il convento c'è poco da dire se non che io invecchio e il concerto del 1° maggio pure. Una piccola differenza c'è però :invecchiando divento sempre più esigente mentre mi pare che gli organizzatori (e non solo) del concerto lo siano sempre meno. Ma le avete sentite le cover? assolutamente prive di personalità a parte Elisa e Noemi... almeno sanno cantare, cacchio! p.s. sentita la ragazzina...prometteva bene

martedì 1 maggio 2012

primo maggio duemila e dodici

A volte non scrivi perché non sai cosa scrivere a volte non scrivi perché avresti troppo da dire ma non hai la forza e la voglia di metterti alla tastiera e di premere i tasti. Migliaia sono le parole che frullano impazzite nella mia testa, come palle magiche, e da tempo non riesco più a fermarle; allora preferisco lasciarle rimbalzare e aspettare con pazienza che si plachino da sole e si adagino lentamente sul piano della mente . Poi, quando e se, questo accadrà non dovrò fare altro che raccoglierle una a una e con la tenacia del tessitore di puzzle allinearle sul bianco della pagina cercando di dare un senso al mio scrivere... Per il momento aspetto e non so dire quando e se le cose cambieranno perché sento di aver perso gran parte della fiducia che riponevo nelle parole, nella loro bellezza, nella loro forza, nella loro onestà, perché questi tempi di lingue triforcute mi hanno fiaccato e troppo spesso ho udito quelle parole sgorgare da bocche false e indegne, da uomini nefasti e insaziabili che per proprio interesse hanno usurpato gran parte della bellezza del mondo calpestando la natura e umiliando i propri simili e il loro lavoro. Per il momento aspetterò e camminerò finché le ossa mi reggeranno finché i muscoli si manterranno tonici quel minimo necessario, camminerò con entusiasmo e con gli occhi ben spalancati per non perdere nulla o quasi nulla...

mercoledì 11 aprile 2012

quelli che suonano

Questa sera (mercoledì 11 aprile) ore 21,30 "assalti al cuore off" presenta a Cesena Nero su Bianco (Corte Dandini) Mercoledì 11 aprile UYUNI, FABIO MINA, M TABE in concerto, visual di Beatrice Imperato

domenica 8 aprile 2012

?

Forse chi non pensa al domani e vive solamente l'oggi può essere definito egoista ma come lo chiamiamo chi in nome di un futuro migliore ci ruba il presente lasciando cadaveri per la strada? Mi dispiace ma ho sempre poco creduto nel fine che giustifica i mezzi.

martedì 20 marzo 2012

waitin' on a sunny day

Sta piovendo ma non c'è nemmeno una nuvola in cielo dev'essere una lacrima quella che scende dai tuoi occhi tutto andrà bene divertente, pensavo di aver sentito una dolce brezza estiva ma devi essere tu che sospiri profondamente non ti preoccupare, troveremo un modo (per risolvere la situazione) sto aspettando, sto aspettando un giorno di sole per cacciare via le nuvole aspettando un giorno di sole senza di te, sto lavorando con la pioggia che scende giù sono metà della festa in una città che ha un solo cane ho bisogno di te per cacciare via questa tristezza senza di te, sono un batterista, ragazza che non riesce a tenere il tempo un furgoncino dei gelati su una strada deserta spero che tu stia venendo per restare sto aspettando, sto aspettando un giorno di sole per cacciare via le nuvole aspettando un giorno di sole tempi duri, tesoro, beh, verranno tutti da noi certo come il ticchettare dell'orologio sul muro certo come il cambio della notte in giorno il tuo sorriso, ragazza, porta la luce del mattino nei miei occhi leva via la tristezza quando mi alzo spero che tu stia venendo per restare sto aspettando, sto aspettando un giorno di sole per cacciare via le nuvole aspettando un giorno di sole

Worlds Apart/Mondi Distanti 

Ti stringo nelle mia braccia, si ecco quando inizia
Cerco la fede nel tuo bacio e comodità nel tuo cuore
Gusto il seme sopra le tue labbra, stendo la mia lingua sopra le tue cicatrici
Ma quando guardo nei tuoi occhi ci troviamo in mondi distanti
Dove gli oceani distanti cantano e sorgono le pianure
In questa regione secca e turbata la tua bellezza resta
Laggiù dalla strada della montagna dove la strada principale rotola fino a fare buio
Sotto la pioggia benedetta di Allah rimaniamo mondi distanti
Qualche volta la verità non è abbastanza
O è troppo nei tempi così
Getta via la verità la troveremo in questo bacio
Nella tua pelle sopra la mia pelle nei battiti dei nostri cuori
Forse il vivere ci lascia entrare prima che la morte ci separi
Lasceremo che il sangue costruisca un ponte oltre le montagne ornato di stelle
Ti rivedrò sullo spartiacque tra questi mondi distanti
Abbiamo avuto questo momento adesso per vivere poi è tutto solo polvere e buio ù
Lasciamo che l’amore dia ciò che da
Lasciamo che l’amore dia ciò che da

domenica 11 marzo 2012

MARIO, GIUSEPPE, FRANCESCA, STEFANIA, MAria, Alessandro, elena, sim....

si riduce sempre tutto a una questione numerica soprattutto quando si guarda la vita degli esseri umani da lontano; l'uomo con la sua storia, con i suoi pensieri e le sue speranze non interessa più e il mondo diventa un enorme formicaio brulicante di cifre… solo che dietro a quei numeri ci sono volti di donne e di uomini a cui qualcuno da oramai troppo tempo ruba, non solo la dignità, ma anche il diritto di appartenenza al genere umano, ci sono facce "vere" di milioni di disoccupati, occhi stanchi e impauriti di persone che hanno perso il lavoro perché non abbastanza produttivi, perché troppo anziani per essere competitivi e troppo giovani per godersi quella pensione che pensavano di essersi faticosamente guadagnata; alcuni di questi lavoratori, umiliati e messi con le spalle al muro non se la sono sentita di andare avanti e hanno rinunciato a tutto, alla vita. Ci sono sogni infranti di migliaia di ragazzi che non potranno più usufruire del loro diritto allo studio perché non abbastanza "ricchi" da poterselo permettere ma anche quelli di chi laureato a pieni voti e nonostante riconoscimenti e pacche sulle spalle dovrà accontentarsi di un lavoro mal retribuito e non certo all'altezza delle proprie aspettative. C' è la rabbia di chi pensa di subire un torto e protesta e in risposta a ogni sua legittima richiesta riceve solo una lacerante indifferenza. Ci sono cittadini messi continuamente gli uni contro gli altri nell'ennesima guerra tra poveri, lavoranti che lentamente vedono diritti faticosamente conquistati svanire in nome della flessibilità, presunta panacea di tutti i mali riguardante il lavoro. Ci sono inoltre persone come me che nella loro ignoranza o semplice ingenuità si chiedono se non ci sia contraddizione nell'aumentare i prezzi dei beni di consumo, nel richiedere ulteriori sacrifici e tasse (a chi le ha sempre pagate) nel ridurre gli stipendi o se va bene bloccare qualsiasi aumento salariale, nel licenziare con estrema facilità senza rimpiazzare, nel non concedere prestiti a chi vuole tentare di reinventarsi la vita o semplicemente acquistare un piccolo appartamento e pretendere che i consumi miracolosamente ripartano… mah! A volte è davvero difficile non parlare in astratto ma in momenti difficili come questi nessuno dovrebbe mai dimenticare che dietro ai numeri ci sono esseri umani in carne e ossa che meriterebbero empatia e soprattutto rispetto da parte di chi è più fortunato o ha il privilegio di non doversi (ancora) preoccupare per un futuro davvero prossimo, quel domani che è davvero il giorno dopo.

venerdì 2 marzo 2012

Lucio

La morte non dovrebbe fare differenze ma sappiamo bene che non è proprio così perché quando muore un artista come Lucio ti senti "strano" come svuotato, come se avessi perso un vecchio amico, un vecchio compagno di viaggio con cui hai percorso lunghi tratti davvero importanti di vita e anche se poi le reciproche strade hanno preso diverse direzioni non è possibile dimenticare. Da tempo oramai non seguivo più la sua musica, i miei gusti nel tempo sono cambiati, ma la simpatia e quella sorta di affetto che avevo nei suoi confronti non sono mai mutati e quando è capitato di poterlo ascoltare magari nella veste meno "commerciale" di musicista Jazz l'ho fatto con grande piacere, come ad esempio tre o quattro estati fa alla darsena di Rimini. Mi rendo conto che potrei scrivere a lungo di Lucio, del suo eclettismo, della sua passione per l'Arte, delle sue capacità canore, di quanto fosse innovativa la sua musica alla fine degli anni 70 della sua capacità (generosità?) di scoprire giovani talenti ma ho sempre paura della troppa retorica perciò preferisco lasciare questo compito a altri sicuramente più competenti di me. Certi accadimenti ti costringano a viaggi nel tempo a ritroso e allora cerchi di ricomporre bandoli di memoria sfilacciata con la speranza di ritrovare volti, sensazioni, pensieri che avevi riposto da tempo in un vecchio baule in soffitta. A volte è necessario, anche se doloroso, riaprirlo quel vecchio forziere e tirar fuori tutti quei "tesori" che avevi dimenticato sotto la polvere. Basta un soffio e i colori ritornano vividi come un tempo. p.s. mancano all'appello:"Il giorno aveva cinque teste" e "banana republic" ma non li ho trovati.

mercoledì 29 febbraio 2012

gennaio - febbraio 2012

Il naufragio della nave concordia con tanto di modellino nello studio di porta a porta e il suo intrepido comandante mediaticamente lapidato con la soddisfazione di gran parte del popolo italico proverbialmente "eroico" e "navigatore" che ha sentenziato, giudicato, fotografato, video-ripreso senza alcuna parsimonia


La grande nevicata del 2012, i treni soppressi e il sindaco incazzoso di roma ripreso in ogni programma tv con il consono abbigliamento da spalatore e badile a tracolla.


La sentenza di Torino del 13 febbraio con relative condanne sull'amianto

I milioni incredibilmente scomparsi dalle casse della Margherita all'insaputa di molti soprattutto del suo leader

 Celentano a Sanremo, il compenso di Celentano, la beneficenza di Celentano, la inaspettata? performance di Celentano che ha colto tutti di sorpresa, soprattutto i dirigenti Rai, La farfalla di Belen che tentava, ad ogni suo passo, di prendere il volo (presto una gigantografia in ogni città)

 Il complotto in vaticano…shhh

 Il noiosissimo lavoro fisso, gli sfigati che si laureano dopo i 27 e i sindacati che difendono ladri e fannulloni; quei fannulloni che percepiscono gli stipendi più bassi d'europa


l'ICI sì l'ICI no, l'ICI boh (immobili della chiesa)

 Gli errori arbitrali di Milan- Juventus con i giornalisti che per stemperare gli animi girano con una lattina di benzina sottobraccio


La condanna morale del portiere della nazionale e della Juventus Buffon da parte di un paese che dell'ipocrisia ha fatto il suo leitmotiv. Così tanto per dire: L'Italia è un paese con un'evasione fiscale impressionante (grazie fratelli) un paese dove spesso i diritti dei lavoratori e degli aspiranti tali vengono calpestati senza troppa indignazione da parte di scaltri imprenditori che non perdono l'occasione, con la scusa della crisi per chiudere, licenziare, per delocalizzare (fratelli grazie) in nome del profitto personale (grazie fratelli) un paese che paga e pensiona i suoi manager, spesso non all'altezza, (altro che meritocrazia!) con stipendi faraonici, un paese con una classe politica che da anni chiede di far sacrifici sempre ai soliti "ingrati" lavoratori che vorrebbero addirittura andare in pensione dopo 40 anni di lavoro, un paese che probabilmente ha una disoccupazione giovanile superiore a tutti gli altri paesi europei ecc.ecc. beh, in questo paese i giornalisti, gli opinion men " de noantri" invece di indicare ogni giorno, ogni istante chi è davvero privo di etica, privo di ogni umana moralità torcono il naso perché un calciatore ha ammesso di non essere perfetto, di non essere pronto alla beatificazione. Oggi sul Fatto Quotidiano, in un articolo che inviterei a leggere venivano evidenziati i comportamenti davvero sportivi ed edificanti da parte di alcuni calciatori italiani in questi ultimi anni… non più di tre o quattro mi pare. Uno dei gesti nobili è stato compiuto dal ex giocatore Di Canio, non proprio uno stinco di santo, ma in quella circostanza (giocava in inghilterra) si comportò davvero da uomo di sport non segnando un goal a porta vuota perché il portiere avversario si era gravemente infortunato. Era il 90 esimo e Di Canio prese la palla tra le mani e interruppe il gioco. Tutto lo stadio si alzò in piedi ad applaudire e fu persino premiato dalla Fifa. Un altro episodio con ben altro epilogo ha visti protagonisti i giocatori di una squadra di serie B ( italiana) e il loro "mister" Bepi Pillon che fecero pareggiare volontariamente la squadra avversa a cui avevano precedentemente segnato un gol mentre un uomo era a terra dolorante. Persero poi la partita e rischiarono il linciaggio da parte dei loro tifosi. Tirate voi le giuste conclusioni

 No TAV, sì TAV (le ragioni dei no le conosciamo ma quelle dei sì sono molto meno chiare, almeno per me) quello che invece mi pare molto chiaro è il pensiero di "il giornale" e del suo direttore che ieri riferendosi al ragazzo in fin di vita perché caduto da un traliccio ha titolato un articolo: "ALTRO CHE EROE E' SOLO UN CRETINETTI" … Davvero Complimenti per l'umanità!

  e infine la prescrizione del signor B. nel processo cosiddetto Mills che dividerà al solito il paese (forse questa volta non proprio 50 a 50) Gli indefessi di sinistra (io no, naturalmente il mio secondo nome è Candide) grideranno che la prescrizione non è assoluzione che grazie alla solita legge ad personam l'ex presidente del Milan se l'è cavata un'altra volta che… e basta con questa dietrologia! Cos'è tutto questo cavillare? la legge è legge ed è uguale per tutti, no?

 Forse qualcosa mi è sfuggito ma questo è gran parte di quello che è accaduto in Italia nei primi due mesi del 2012… niente paura siamo solo all'inizio

giovedì 9 febbraio 2012

l'amico fiducioso


sono riuscito ad avvicinarmi a pochi metri... o era rincoglionito dal freddo oppure semplicemente si fidava

giovedì 2 febbraio 2012

promemoria

Lì, proprio lì... è facile. Se siete curiosi di sapere cosa dipingo basta cliccare su "i miei lavori"

venerdì 27 gennaio 2012

proviamoci

vorrei scrivere due parole e con molta leggerezza e rispetto parlare di questa crisi che ci attanaglia. Rispetto perché so benissimo che non esistono soluzioni facili per risolvere i problemi di chi è senza lavoro oppure di chi l'occupazione l'ha persa. Ma a tutti gli altri, me compreso, che qualche entrata ancora ce l'abbiamo, vorrei suggerire di approfittare di questo momento storico e di cogliere l'occasione per rimettere in discussione il nostro stile di vita. Una persona molto più autorevole del sottoscritto, A. Einstein ha detto: " Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo affare le stesse cose. (e gli stessi errori, vorrei aggiungere). La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato’. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla." In questi giorni queste parole sono molto presenti sul web, segno che molti le condividono. Io sono uno di quelli. D'altra parte che altro possiamo fare? continuare a sperare che qualcun altro ci pensi per noi? Se la politica ha rinunciato al suo compito noi non possiamo rinunciare al nostro. Magari ho torto ma sono abbastanza convinto che se noi fossimo uomini, cittadini più responsabili, più consapevoli saremmo guidati da politici sicuramente migliori di molti di quelli che oggi siedono in parlamento. Proviamoci.

27 gennaio

27 gennaio giorno della memoria. Molti pensano si debba smettere di rammentare orrori oramai lontani. Vorrei farlo anch'io ma poi mi guardo in giro e vedo che razzismi e fascismi non sono per nulla scomparsi.... se ne stanno lì come brace sotto la cenere in attesa di un colpo di vento, per poter ridiventare fuoco... Quando le società sono malate e in crisi basta inventarsi un nemico, trovare un capro espiatorio e il gioco è fatto, l'umanità (si fa per dire) è pronta per giocarsi un'altra autodistruttiva partita

giovedì 19 gennaio 2012

qualche riflessione così a casaccio

Ricordo quando Tortora fu arrestato. Il fatto che un uomo considerato "perbene" fosse implicato in criminose vicende era davvero irritante e istintivamente mi fece stare dalla parte dei cosiddetti "forcaioli", almeno con il pensiero (ero giovane ed incazzato) e quando fu provata la sua innocenza mi sentii una merda. La lezione mi è servita. Da allora ho sempre cercato di evitare i processi mediatici anche se è davvero difficile rimanerne fuori totalmente dato la "notizia fresca e succosa" spesso invade le nostre vite in modo così prepotente da lasciare davvero ben poco spazio alla restante informazione. Un paio di giorni fa, stavo armeggiando con dei cavi attorno al televisore e inavvertitamente l'ho sintonizzato su un canale durante una trasmissione che di solito non seguo e non ho potuto esimermi dall'ascoltare parte della discussione che era incentrata proprio sull'accaduto della sera prima, sull'affondamento della nave Concordia e del suo singolare comandante. Nonostante le parole mi arrivassero sporadicamente quello che ho sentito è stato più che sufficiente per farmi provare un non lieve fastidio proprio perché si avvertiva (ancora non si sapeva niente delle intercettazioni, io almeno non ne ero a conoscenza) che il linciaggio mediatico era più che avviato e la corda molti la stavano già insaponando; ricordo di aver quasi sperato che il comandante fosse davvero colpevole visto che la sentenza, di colpevolezza naturalmente, era già stata emessa. Ieri, per la prima volta mentre mi recavo al lavoro, ho sentito una parte delle intercettazioni alla radio e non ho potuto fare a meno di pensare che quelle "battute" erano perfette per una "commedia umana" che come ben sappiamo spesso è pregna di tragicità. Ma sappiamo anche che gli attori di questa commedia non sono solo quelli che recitano sul palco ma anche gli spettatori che assistono alla rappresentazione e che spesso i ruoli sono intercambiabili. Ah, come ci piace interrogarci sulle responsabilità e sul cinismo di chi fa informazione ma come siamo bravi a trascurare le nostre, di responsabilità , quelle di bulimici telespettatori "tifosi" che davanti a quella scatola luminosa che spesso diventa arena, non ci pensano due volte ad abbassare il pollice senza inoltre mai cercare di mettersi neppure per un istante nei panni dell'altro. Forse non c'entra o forse sì ma l'altra mattina (alle cinque) ho fatto una piccola riflessione dopo aver temuto di investire un uomo che mi ha attraversato improvvisamente la strada. Quando si è in qualche modo responsabili della morte di altre persone credo che essere giudicati colpevoli, anche se involontari, o innocenti non sia del tutto determinante perché ci sono sentenze non scritte che restano incise nella nostra mente, nella nostra anima lasciando segni indelebili che nessuna assoluzione può cancellare. Credo che vivere con un tale peso sulla coscienza sia quasi un po' morire.