giovedì 11 agosto 2011

risposte

Ciao Vincenzo, lo so è carattere.. a volte vorrei fregarmene di tutto, starmene all'ombra di un albero a dormire, leggere, ma non ci riesco; sono giorni che cerco di estraniarmi dalla politica dai fatti di cronaca ma visto che non vivo in eremo le "buone notizie" arrivano e la mia "pelle assorbente" fa il resto e non posso che incazzarmi e sono d'accordo con Milvia le cose che mi fanno maggiormente rabbia sono l'indifferenza e quella sorta di fatalismo che servono per giustificare il nostro "non fare". Maria, non essere rassegnata, il pensiero è importante, la consapevolezza pure perché ci fanno vivere meglio anche se soffriamo per la nostra apparente impotenza... anch'io se rifletto sulla storia che puntualmente si ripete ho l'amara sensazione che il tempo passato non ci abbia insegnato niente e tendo al pessimismo ma poi guardo negli occhi i miei figli e capisco che la verità sta lì, nella loro fede nella vita, negli uomini, nella loro convinzione che il "buono esista" davvero, anche se non fa notizia, e allora divento un po' più fiducioso.
Certo il livello di degrado culturale in senso civico sociale di questi nostri tempi ha raggiunto un livello davvero basso e resto convinto che sarà davvero dura riuscire a recuperare un minimo di decenza ma che altro possiamo fare se non cercare di dare il nostro modestissimo contributo anche solamente vivendo in modo coerente... certo temo che come dice Milvia non sarà indolore.
La cosa preoccupante è che i governi non sembrano essersi accorti che il "nostro sistema" è fallito, nonostante tutte le avvisaglie di questi ultimi anni e vanno avanti a testa bassa auspicando una restaurazione senza preoccuparsi di trovare altre strade, quelle del cambiamento. Nessuno ha il coraggio di dire, forse per mancanza di coraggio forse per convenienza ( ma fino a quando) che il nostro modo di vivere, il nostro consumare in modo scriteriato è definitivamente finito che dobbiamo re-imparare a vivere con estrema consapevolezza re-imparare a capire cosa davvero ci occorre per vivere in modo più armonico.
Prendiamo ad esempio il referendum sul nucleare; al di là delle convinzioni personali di ognuno tutto il dibattito era incentrato su quali energie fossero le più adatte per rispondere al nostro fabbisogno futuro basandosi unicamente sulle nostre esigenze attuali (del mondo capitalistico,non scordiamocelo)
nessuno che ipotizzasse un modo differente di vivere magari impostato sul risparmio energetico, sul consumo intelligente sulla consapevolezza che le risorse naturali possono esaurirsi... che amarezza!
Allora che altro possiamo fare se non continuare ingenuamente forse, ma chissenefrega, ad esprimere i nostri pensieri, oralmente, sulla carta, sul web su una tela su uno spartito attraverso la poesia, un racconto, un'invettiva, un dipinto, un filmato ma soprattutto attraverso il nostro vivere quotidiano (scusate l'ho oramai scritto mille volte)...e se non servirà (serve, serve) a cambiare le cose almeno darà un senso alle nostre vite, che ci appartengono non dimentichiamocelo...
scusate mi sto dilungando come al solito ma forse non tutti sanno che il mio modo di ragionare non è rettilineo, non va dritto alla meta ma si dirama in tante viuzze laterali, rendendo davvero difficile ritornare sulla strada maestra.
Ciao Fabio, sono d'accordo con te, non è sempre stato così e questo ci rende speranzosi per il futuro ma ora dobbiamo solo capire come fare a ritornare società e smetterla di essere un insieme di individui soli,isolati e forse proprio per questo impauriti.


p.s. pubblicità non del tutto disinteressata
a settembre uscirà ( in Italia, in altri paesi europei è già uscito) il disco Vireo prodotto in germania
Un disco bellissimo che se avrete l'opportunità di ascoltare in silenzio prendendovi un'ora di tempo vi farà vivere una notevole esperienza, ve lo garantisco, una vera carezza per la mente e per l'anima... esagero? assolutamente no!
Ah!, dimenticavo, la copertina del disco è mia.





p.s. piccola storiella edificante

ieri una signora brasiliana molto estroversa con cui a volte mi capita di fare quattro chiacchiere mi ha chiesto se le potevo fare il biglietto perché non aveva avuto il tempo di farlo in stazione ma poi frugando nel portafoglio ne ha trovato uno a fascia chilometrica non ancora usato e mentre me lo porgeva ha detto: sai, ne tengo sempre qualcuno da dare a quei poveri ragazzi africani che non hanno soldi... per me non è un problema, io lavoro

ecco questa è la gente con cui voglio vivere, questi sono i miei fratelli... anche se non sono nati nel mio quartiere

ingenuamente vostro
stefano

lunedì 8 agosto 2011

dead men walking

Oggi fa davvero caldo. Devo essere impazzito per mettermi a scrivere con un garbino simile. Impazzito oppure talmente incazzato da poter superare qualsiasi barriera climatica. Sarò breve. La figlia di un mio amico è stata assunta 4 anni fa come apprendista in un grande magazzino. Il 24 scadeva il termine contrattuale e la ragazza, visto che non vi erano stati problemi alcuni durante il periodo lavorativo, si aspettava - chiaramente- un rinnovo di contratto con assunzione a tempo determinato. Non è stato così. Il 22 le è arrivata la notizia del licenziamento con uno stampato dove le comunicavano l'esito "negativo" dell'esperienza con una motivazione alquanto singolare "altro"
.
Non era sufficiente la beffa, pure l'umiliazione ci voleva.
Pochi giorni dopo l'azienda esponeva un cartello per assumere nuovo personale.

Ora, non sono ingenuo e so che le cose in Italia vanno - purtroppo- così ma questa mia consapevolezza dovrebbe forse attenuare il profondo disprezzo che nutro nei confronti di chi agisce in questa maniera?
beh, non è così. Sono terribilmente incazzato! Con voi che state sempre a sminuire, con tutti i miei cosiddetti fratelli italiani del cazzo che non vedono l'ora di mettermelo in quel posto nonostante io non sia consenziente, con me che sono solo capace di scrivere qualche parola indignata su un blog che quasi nessuno legge...
Come possiamo continuare ad accettare passivamente situazioni di questo genere che sicuramente avranno sfiorato ognuno di noi, limitandoci a prenderne amaramente atto?
Come possiamo accettare che i nostri diritti, soprattutto quelli dei nostri figli, vengano calpestati ogni giorno senza trovare la forza di contrastare questo mortificante stato delle cose?
Siamo vivi ma con l'impotenza dei defunti. Ammettiamolo una buona volta, soprattutto a noi stessi.