venerdì 27 gennaio 2012

proviamoci

vorrei scrivere due parole e con molta leggerezza e rispetto parlare di questa crisi che ci attanaglia. Rispetto perché so benissimo che non esistono soluzioni facili per risolvere i problemi di chi è senza lavoro oppure di chi l'occupazione l'ha persa. Ma a tutti gli altri, me compreso, che qualche entrata ancora ce l'abbiamo, vorrei suggerire di approfittare di questo momento storico e di cogliere l'occasione per rimettere in discussione il nostro stile di vita. Una persona molto più autorevole del sottoscritto, A. Einstein ha detto: " Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo affare le stesse cose. (e gli stessi errori, vorrei aggiungere). La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato’. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla." In questi giorni queste parole sono molto presenti sul web, segno che molti le condividono. Io sono uno di quelli. D'altra parte che altro possiamo fare? continuare a sperare che qualcun altro ci pensi per noi? Se la politica ha rinunciato al suo compito noi non possiamo rinunciare al nostro. Magari ho torto ma sono abbastanza convinto che se noi fossimo uomini, cittadini più responsabili, più consapevoli saremmo guidati da politici sicuramente migliori di molti di quelli che oggi siedono in parlamento. Proviamoci.

27 gennaio

27 gennaio giorno della memoria. Molti pensano si debba smettere di rammentare orrori oramai lontani. Vorrei farlo anch'io ma poi mi guardo in giro e vedo che razzismi e fascismi non sono per nulla scomparsi.... se ne stanno lì come brace sotto la cenere in attesa di un colpo di vento, per poter ridiventare fuoco... Quando le società sono malate e in crisi basta inventarsi un nemico, trovare un capro espiatorio e il gioco è fatto, l'umanità (si fa per dire) è pronta per giocarsi un'altra autodistruttiva partita

giovedì 19 gennaio 2012

qualche riflessione così a casaccio

Ricordo quando Tortora fu arrestato. Il fatto che un uomo considerato "perbene" fosse implicato in criminose vicende era davvero irritante e istintivamente mi fece stare dalla parte dei cosiddetti "forcaioli", almeno con il pensiero (ero giovane ed incazzato) e quando fu provata la sua innocenza mi sentii una merda. La lezione mi è servita. Da allora ho sempre cercato di evitare i processi mediatici anche se è davvero difficile rimanerne fuori totalmente dato la "notizia fresca e succosa" spesso invade le nostre vite in modo così prepotente da lasciare davvero ben poco spazio alla restante informazione. Un paio di giorni fa, stavo armeggiando con dei cavi attorno al televisore e inavvertitamente l'ho sintonizzato su un canale durante una trasmissione che di solito non seguo e non ho potuto esimermi dall'ascoltare parte della discussione che era incentrata proprio sull'accaduto della sera prima, sull'affondamento della nave Concordia e del suo singolare comandante. Nonostante le parole mi arrivassero sporadicamente quello che ho sentito è stato più che sufficiente per farmi provare un non lieve fastidio proprio perché si avvertiva (ancora non si sapeva niente delle intercettazioni, io almeno non ne ero a conoscenza) che il linciaggio mediatico era più che avviato e la corda molti la stavano già insaponando; ricordo di aver quasi sperato che il comandante fosse davvero colpevole visto che la sentenza, di colpevolezza naturalmente, era già stata emessa. Ieri, per la prima volta mentre mi recavo al lavoro, ho sentito una parte delle intercettazioni alla radio e non ho potuto fare a meno di pensare che quelle "battute" erano perfette per una "commedia umana" che come ben sappiamo spesso è pregna di tragicità. Ma sappiamo anche che gli attori di questa commedia non sono solo quelli che recitano sul palco ma anche gli spettatori che assistono alla rappresentazione e che spesso i ruoli sono intercambiabili. Ah, come ci piace interrogarci sulle responsabilità e sul cinismo di chi fa informazione ma come siamo bravi a trascurare le nostre, di responsabilità , quelle di bulimici telespettatori "tifosi" che davanti a quella scatola luminosa che spesso diventa arena, non ci pensano due volte ad abbassare il pollice senza inoltre mai cercare di mettersi neppure per un istante nei panni dell'altro. Forse non c'entra o forse sì ma l'altra mattina (alle cinque) ho fatto una piccola riflessione dopo aver temuto di investire un uomo che mi ha attraversato improvvisamente la strada. Quando si è in qualche modo responsabili della morte di altre persone credo che essere giudicati colpevoli, anche se involontari, o innocenti non sia del tutto determinante perché ci sono sentenze non scritte che restano incise nella nostra mente, nella nostra anima lasciando segni indelebili che nessuna assoluzione può cancellare. Credo che vivere con un tale peso sulla coscienza sia quasi un po' morire.