martedì 28 ottobre 2008

IL PAZ (cap 2°)

Enrico rotelli ha inviato una lettera aperta alla città di rimini per il laboratorio Paz ( nuova chiusura). E' possibile aderire all'iniziativa lasciando nome, cognome e professione QUI
amici, dateci un'occhiata.
grazie
stefano


venerdì 24 ottobre 2008

Un giro in giostra

Questo è il racconto con cui ho partecipato al gioco letterario lanciato da L&L


Degli altri quattro sensi non c'era traccia. Tutto ciò che riuscivo a sentire era uno stucchevole sapore di glassa alla fragola... sensazione così sgradevole che unita al senso di vertigine non prometteva niente di buono. D'altra parte avevo messo in preventivo questa imbarazzante situazione nel momento stesso in cui avevo accettato di accompagnare i miei studenti del quinto anno a Girabilandia, l’ultimo giorno delle vacanze di Pasqua. Ho sempre odiato le giostre, i luna park… non ho mai capito, anche da adolescente, cosa ci fosse di così divertente in questa follia collettiva, in quei surrogati procacciatori di emozioni. Ma dato che con i ragazzi avevo un ottimo rapporto, era stato facile, per loro, convincermi ad accompagnarli il giorno dell’apertura. C’era, per la verità, uno studente con cui non riuscivo proprio ad entrare in sintonia. Anzi, diciamo pure, in tutta onestà, che ci stavamo reciprocamente sulle scatole. Si chiamava Raffaele Brugnettini, soprannominato “lele-mosina” data la sua spiccata propensione all'accattonaggio. Era in grado, esasperandoti, spesso minacciandoti, di elemosinare, di estorcerti qualsiasi cosa: una penna, un quaderno, un pezzo di panino a ricreazione, una mezza cicca, i soldi per una bibita, un passaggio in scooter, un compito non fatto, un bacio da amiche riluttanti, un voto..." Su prof, mi dia la suf, non faccia il tirchio prof..." Non riuscivo proprio a sopportare quell’essere viscido e prepotente e non mi vergogno ad ammettere che spesso sono stato tentato di ricorrere a quei subdoli stratagemmi che noi insegnanti conosciamo bene, per incastrarlo... Ma non l’ho mai fatto, finora. Più per una questione etica che deontologica. Spesso la cosiddetta professionalità non è nulla più che una parola vuota.
Ora, eccomi qua, in preda ad una nausea tremenda, sopra questa giostra infernale, una specie di tamburello gigante che credo si chiami Toboga, o qualcosa del genere, che oscilla e gira contemporaneamente, così veloce da costringermi a tenermi saldo ad una specie di ringhiera a cui sono appoggiato con la schiena; dagli occhi chiusi fuoriescono piccole lacrime, come quando vado in bicicletta al mattino presto e l’aria non è stata ancora riscaldata dal sole. In mezzo al frastuono che mi circonda, così forte, così indefinito da annullare paradossalmente ogni suono, sento in modo intermittente le risate e le grida isteriche di Brugnettini… riesco a socchiudere appena gli occhi e lo vedo, non è troppo distante da me, mi guarda e ride, in modo così sguaiato da farmi provare un senso di ribrezzo, sento la rabbia crescere. In quell’istante un pensiero non proprio edificante si insinua nella mia mente “che cazzo ridi, con quella faccia butterata che ti ritrovi potresti grattugiare un…”
Ah! Ma che schifo sto saporaccio di fragola, è stata quella fetta di torta al mcdonald’, ne sono certo! Sono anni che non ci metto più piede, da quando un mio amico che ci lavorava mi disse che se lasciavi un hamburger sul tavolo più di un minuto senza cuocerlo, questo cambiava colore, da rosa a verde, da verde a giallo e poi, improvvisamente gli spuntavano delle zampette e cominciava a correre…l’ultima parte l’ho aggiunta io.
Per questo motivo, invece di avvelenarmi con uno di quei big non-so-che-cosa, ho scelto quella nauseabonda fetta di torta ricoperta di glassa…
Anzi no, adesso che ci penso è stato proprio quel figlio di una raspa a consigliarmelo; ecco perché ora se la ride. “Ridi, ridi che domani c’è trigonometria, vediamo se sarai ancora così allegro, domani”… Ma intanto questa cazzo di giostra gira sempre più veloce e non si ferma mai! Dio, come sto male, e la testa… Guarda la professoressa Pollastrini, non ha problemi di stomaco, lei, e come se lo gusta, quello zucchero filato, la stronza! Sarà contento il suo dentista! Lei laggiù, ignara e beata mentre io quassù sto morendo. Accidenti! Ma che diavolo mi sta succedendo?
Sembra quasi che nel mio stomaco qualcosa si stia muovendo, come una palla gommosa e dolciastra che cresce sempre di più, una specie di blob. Mi giro e guardo Brugnettini che probabilmente si è accorto della mia mutazione genetica e continua a ridere, a ridere, a ridere; riesco persino a vedergli le tonsille…. Ah! come sto male, ah! come lo odio quello scorfano, non ce la faccio più, non ce la faccio……più!
La liberazione arriva tempestiva e salvifica. La giostra ha completato la sua corsa. La creatura aliena è fuoriuscita dalle mie viscere e si è catapultata in testa all’antipatico studente, che ora non sembra più divertirsi tanto. Se ne sta lì, immobile come paralizzato dallo stupore, ma solo per una frazione di secondo perché all’improvviso, come se il suo cervello avesse finalmente realizzato l’accaduto, scatta come una molla e si invola come un indemoniato verso la toilette del parco urlando e inciampando ogni tre passi.
Niente più vertigini, niente più nausea, mi sento come chi ha sofferto mal di mare per tutta la traversata e appena giunto sulla terra ferma non prova assolutamente più nessun fastidio.
Sì, ora sto decisamente meglio, anche quello stucchevole sapore di glassa alla fragola sembra del tutto scomparso.

giovedì 23 ottobre 2008

Questo è un uomo?

Milvia Comastri sta raccogliendo testimonianze contro la guerra, sul suo blog, "rossi orizzonti".
Chiunque può inviarle poesie, scritti vari, testimonianze dirette e indirette.
Io, le ho mandato un paio di poesie del mio caro amico e poeta Vincenzo Giorgetti.
Mentre le cercavo, me ne è capitata un'altra sotto gli occhi che trovo molto attuale, purtroppo!

Quegli occhi

Chiusa, abbandonata in uno sguardo
la solitudine
la desolazione
la disperazione
penetra lo schermo...
Quegli occhi smarriti chiedono
la speranza di non morire
di fame, di sete, di febbre.
Quegli occhi infossati chiedono
di aprirsi liberi sulla loro terra...
Lo chiedono al nostro cuore, alla nostra coscienza
imprigionata dentro questa città
traboccante di grano e di riso
trafitta da luci scintillanti,
eppure vuota, eppure povera!

Vincenzo Giorgetti





mercoledì 22 ottobre 2008

coitus interruptus

“ E’ libero”?
Domanda davvero stupida visto che nello scompartimento, a parte la ragazza non c’è nessuno.
Lei accenna un lieve sorriso di assenso con fare distratto, senza però distogliere lo sguardo da un libro, che sta leggendo con particolare attenzione.
Mi lascio cadere pesantemente sul sedile, sollevando un leggero pulviscolo che solletica le nari; accanto,la giovane donna non si scompone. Sembra davvero incatenata a quelle parole che scorrono sotto i suoi occhi grandi e luminosi.
Il mio sguardo annoiato si posa sulle vecchie stampe che ho di fronte, lo faccio sempre quando viaggio in treno. Il convoglio si muove. Dopo alcuni minuti e vaghi pensieri, vengo improvvisamente colto da un irresistibile e insano desiderio: scoprire di quale sortilegio è vittima la mia occasionale compagna di viaggio.
Cosa diavolo sta leggendo!?
Con fare disinvolto, con “nonchalance”, avvicino la testa a quella ricciuta della ragazza. Ne percepisco persino il profumo fresco, pulito, piacevole. Cerco ora, allungando il collo, di insinuare lo sguardo fra quelle pagine giallognole piegando leggermente la testa di lato, quando improvvisamente lei si gira e mi fulmina con uno sguardo che non lascia dubbi! Le sorrido timidamente e mi giro. Il viso mi si infiamma quando scorgo con la coda dell’occhio che si sta abbottonando la camicetta bianca all’altezza del seno. Vorrei dire qualcosa per giustificarmi, ma taccio. Il tempo scorre, accompagnato dal monotono e cadenzato rumore del treno al di là del vetro.
L’atmosfera pare ovattata.
Lei si addormenta con il libro tra le mani.
Questa è la mia ultima possibilità. Cautamente, dopo essermi guardato attorno, avanzo con la mano verso il misterioso libello che si alza, e abbassa al ritmo lento del respiro di lei, lo afferro con la punta delle dita e… “ Ma che diavolo stai facendo brutto stronzo?” Con il volume mi sferra in pieno viso una botta che mi lascia intontito per un istante, mi accorgo che sta per colpirmi nuovamente ma la brusca e tempestiva fermata del treno mi lascia il tempo di afferrare la mia borsa e di scendere lestamente dal convoglio.
La vedo dal marciapiede che urla sguaiatamente nella mia direzione, mentre cerca di aprire il finestrino che per fortuna è bloccato. Nella mano destra tiene ancora il libro con la copertina rivolta verso di me… Allora deciso a fare l’ultimo tentativo, mi avvicino a piccoli passi. La ragazza per un attimo è come paralizzata dallo stupore. Ora accelero per paura che il treno se ne vada, e proprio quando la distanza è tale che i miei occhi riescono a percepire le prime lettere del testo, “SOG…” lei, probabilmente terrorizzata, chiude bruscamente la tendina, calando definitivamente il sipario sulla mia curiosità inappagata.
Il treno, con il suo tipico sferragliare, lentamente si rimette in movimento.
Sospiro deluso e mi dirigo verso il tabellone degli orari.


venerdì 17 ottobre 2008

attenzione al suggerimento!

Cari amici, presso il blog del nostro caro didò c'è un racconto molto grazioso di Patty Varone...io ci faccio un salto, e voi?
stefano




attenzione al suggerimento!

lunedì 13 ottobre 2008

SE POTESSI LO FAREI!



Il nostro comune amico (splendido romanzo di C. Dickens... lo consiglio vivamente) Francesco di Domenico mi ha suggerito un post piuttosto divertente: quali sono per voi le cose, le canzoni, i libri, le opere d'arte, più brutte che l'uomo sia riuscito a realizzare, quali sono le cose che vi hanno infastidito, che vi hanno fatto veramente incazzare per la loro falsità, per la loro stucchevolezza, per la loro ruffianeria facendovi stare male e con la sensazione di essere stati presi in giro!
Per fare un piccolo esempio, la prima cosa che mi viene in mente è un film di parecchi anni fa, dal titolo "l'ultima neve di primavera"... ho sentito gente singhiozzare nella sala ed uscire perché non ce la faceva più a sopportarne la visione, oppure " il campione" di zeffirelli; ho sempre disprezzato chi ti vuole commuovere a tutti i costi!
Aspetto con ansia le vostre scelte, le "cazzate" che vorreste cassare.

stefano


domenica 12 ottobre 2008

ancora sulla scuola

spesso amo stuzzicare gli insegnanti, ma quando leggo lettere come questa ( date un'occhiata, ne vale la pena) non posso fare altro che inchinarmi. Grazie alivento per il suggerimento.
stefano


venerdì 10 ottobre 2008

comunicato non disinteressato

pubblico il comunicato della mostra di pittura a cui parteciperò sabato così da dare il tempo agli amici di organizzarsi... naturalmente siete tutti invitati! Certo, se non avete niente di meglio da fare; però, c'è sempre un però, se ce l'avete allora è inutile che poi vi chiediate il motivo di quel insolito prurito in quell'insolito posto... un abbraccio!
stefano

DOPPIO SOGNO

a cura di Sabrina Foschini
Galleria Comunale d’arte, Palazzo del Ridotto, Cesena.
Corso Mazzini 1
Inaugurazione sabato 18 ottobre ore 18
aperta fino al 23 novembre
orari: 9,30/12,30 e 16,30/19,30
chiuso il lunedì
Artisti presenti:
Enrico Azzolini, Laura Baldassari, Giovanni Blanco, Carlo Cavina,
Federico Guerri, Stefano Mina, Luca Piovaccari, Franco Pozzi
Massimo Pulini, Nicola Samorì, Erich Turroni


Organizzazione: Galleria Fiorella Pieri
Galleria Oir 4, 47023 Cesena tel/fax 0547 24086

Doppio Sogno è un’esposizione collettiva dedicata al doppio, al gemello, al gesto ribattuto, alla simmetria. Da sempre l’arte è stata intesa come immagine mimetica o deformante della realtà, come suo riflesso o al contrario come essenza, pregna di significato. In antico lo specchio era definito fallit imago, perché ricreava una figura identica eppure menzognera, quasi magica dell’uomo e delle cose, come a volte accade nella pittura, e se pensiamo alla filosofia platonica potremmo quasi dare all’arte, la cittadinanza onoraria del suo “mondo delle idee”.
La mostra incentra la sua attenzione su artisti che con età e percorsi differenti, tra pittura e fotografia indagano il concetto di ripetizione o di specularità e comprende sia coloro che lavorano sulla figura sdoppiata, gemellare, sia quelli che interpretano il tema in chiave essenzialmente geometrica e simbolica. Il titolo celeberrimo rubato al romanzo di Arthur Schnitzler è stato scelto, non tanto per assonanza con la trama ma appunto per quella componente camaleontica e onirica rispetto alla realtà che l'arte condivide con il sogno.

giovedì 9 ottobre 2008

Così, tanto per dire


Oggi sfogliando Film TV, la rivista che ogni settimana acquisto, da anni oramai,(la consiglio a tutti gli amanti di cinema) ho letto questa cosa davvero interessante, soprattutto per l'attualità del contenuto, ve la trascrivo immediatamente:

"Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per manipoli: ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada ( è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, a impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. E allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori, si dice, di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli, invece che alle scuole pubbliche, alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico"


Non preoccupatevi, sono passati tanti anni da quando Piero Calamandrei pronunciò questo discorso al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma... era l'11 febbraio 1950. Meno male che poi le cose sono andate diversamente, ora è tutta un'altra cosa... o no?


venerdì 3 ottobre 2008

BLOGOPAROGIOCOLANDO

Alcuni anni fa, quando i miei figli erano piccoli facevo con loro un gioco.
Mi piaceva inventarmi delle favole - niente di particolare - ma era divertente e a loro sembrava piacere.... solamente che non sapevo più che cosa raccontare allora dicevo loro di dirmi alcune parole, così a casaccio, che io poi utilizzavo per costruire la storiella...
Ora è proprio quello che ho fatto qua sotto ... le parole, però me le sono prese dai titoli dei vostri bog, cari amici e dopo averli cuciti assieme ho costruito questa storiellina senza senso che vi propongo.
Gli esclusi non si offendano...era difficile per me inserire ad esempio "vibrando d'espianto" cara alivento... così come spero non si offendano gli inclusi!

Parole: Mah, stanza, altri appunti, noire, le storie di laura e lory, via delle belle donne, sogni volanti, scrivere giocando, rossi orizzonti, chicca, evento unico.

mah! Non capisco la tu ostinazione. Sì, ho fatto come avevi chiesto...Ho detto a tutti di lasciarti solo nella stanza. Ma lasciatelo dire,amico, così non otterrai nulla. E' perfettamente inutile che ti ostini a cercare una soluzione che non c'è.. Da più di un'ora te ne stai lì a testa bassa. Pensi che prendendo altri appunti tutto si risolverà? A volte nella vita è come giocare d'azzardo,giri la ruota punti sul rouge ed esce noir, non serve la logica,è solo una questione di culo, perdonami ma vederti in quello stato mi irrita alquanto... E che sarà mai!?
Non sarà mica l'ultima sulla terra,che diamine. Certo se stai ad ascoltare tutte quelle storie di laura e lory! Vedono complotti e misteri ovunque, quelle due! E poi scusa non sei già andato in Via delle belle donne? e dimmi cosa hai trovato? Niente hai trovato. Smettila di inseguire una chimera... "Per tutta la vita" non esiste! I tuoi sono sogni volanti, fumosi, sembrano quei palloncini quando sfuggono dalle mani dei bambini... Per un po' riesci a distinguerli e poi, puf! scompaiono. Credi di risolvere tutto stando chiuso qua a scrivere? Giocando continuamente con le emozioni si rischia di perdere di vista la realtà... Come quando inseguivi quei, come li chiamavi? ah già, i tuoi rossi orizzonti e per giorni e giorni hai pedinato quella donna tutta curve vestita di rosso che pareva disegnata da un fumettista onanista...Chicca Cherì era il suo nome. Comunque, anche quella volta ti ostinasti e fu un buco nell'acqua. Stai perdendo colpi, mio caro ed ostinato amico, oramai non possiamo più parlare di caso, non si tratta più di un evento unico, fortuito ... Ti stai proprio rincoglionendo Holmes.... Dai andiamo fuori che te ne compro un'altra, di pipa...la tua chissà dove è andata a finire? Altro che "elementare watson" qui bisogna tornare all'asilo!

sorry!
stefano