venerdì 21 dicembre 2007

men in red


Due anni fa un amico mi dice:" Stefano, vai in via ....e guarda sul terrazzo della casa.... non sembra vero?"Era uno dei primi finti babbi natale a grandezza naturale...bella trovata - ho pensato - e poi..la posizione del corpo ...davvero realistico - se lo avessi visto di notte - avrei pensato a un ladro...Poi, l'anno scorso sono cominciate le proliferazioni volute dal consumismo e dal nostro assurdo,esagerato bisogno di novità...così si sono moltiplicate le tipologie:vicino a casa mia ne ho visto uno di quasi tre metri, di gomma -per gonfiarlo avranno usato un compressore per dirigibili-....ma quest'anno abbiamo fatto passi da gigante: le città, ora sono invase da questi Santa Klaus d'assalto che stanno impossessandosi delle nostre abitazioni...ne ho visti alcuni agire in coppia - due per terrazzo - altri - probabilmente a causa del poco addestramento - penzolare giù dai balconi come impiccati...e le dimensioni?... dalle più piccole per i mini appartamenti alle più grandi per gli attici: insomma, un vero assedio! Non resta che arrenderci!
C'è una domanda che mi frulla per il capo: " ma come fanno - i bambini - a credere ancora a Babbo Natale? Come fanno ad aspettarlo la notte del 25 dicembre se lo vedono da un mese li fuori al freddo - congelato - appeso ai loro terrazzi...gli porteranno le briciole di pane come ai passerotti?..ma c'è un'altra cosa - forse ancora più importante - che mi assilla: il vero San Nicola - dov'è finito? Questo breve documento di Stefano Benni forse ci aiuterà a risolvere il mistero:

Il disoccupato (dramma in un atto)

Personaggi: l'impiegato dell'ufficio di collocamento, l'uomo con la barba.

Impiegato: - Il suo nome, prego?
Uomo: - Nicola
- Nicola e basta?
- Ehm... metta Nicola Di Natale...
- Ha un codice fiscale, una partita Iva?
- No, niente...
- Che lavoro faceva prima?
- Ehm... trasporto... trasportavo merce...
- Quindi sa guidare un camion.
- No
- E con cosa la trsportava?
- Ehm.. mezzi miei.
- Senta: lei sa quanto e' difficile oggi trovare un lavoro. Se lei mi si presenta qui dicendo mezze parole e mugugnando, si scordi che possa aiutarla... sia piu' preciso: per che ditta lavorava?
- Articoli su richiesta del cliente.
- Una specie di Postal Market?
- Si. Il cliente scriveva una lettera e noi recapitavamo la merce, se possibile.
- In che senso "se possibile"?
- Se il cliente era buono...
- Buono nel senso di solvibile? Se poteva pagare, cioe'.
- Uhmmm...
- E dai! Mugugni pure! Guadagnava a percentuale? A forfait?
- Avevo un rimborso spese per me e per i miei aiutanti.
- Aiutanti. Quanti?
- Dodici.
- Nomi?
- Erna, Lorna, Mabel, Karen, Gina, Elsa, Brigitte, Blinka, Sonia, Viska, Molly, Selma...
- Ahi ahi, andiamo bene. Magari non ha mai pagato i contributi...
- I cosa?
- Senta, la sua situazione e' perlomeno torbida... e con queste dodici "aiutanti" cosa faceva? Sa che il lenocinio e' proibito?
- No no... le mie aiutanti... ecco, mi aiutavano a trasportare la merce.
- Credo di capire...neve?
- Neve, si, tanta... ne ho visto tanta, di neve.
- Guardi: non so se lei mi sta prendendo in giro, ma adesso chiamo la polizia.
- No la prego no... i mie bambini...
- Ha dei bambini?
- Si ho dei bambini che mi aspettano.
- Quanti?
- Circa quattromila.
- Lei mi spaventa.
- No. Io amo i bambini. E loro amano me.
- E come li frequenta tutti questi bambini?
- Entro nelle loro case, di notte...
- Ha la chiave?
- Per la verita', no.
- Bene. Se ho capito bene allora lei e' ruffiano, spaccia eroina, e' pedofilo, ladro e cerca lavoro...
- Non capisco...
- Giu' la maschera, signore... e si tolga quella barbona che e' palesemente finta. Ho gia' suonato l'allarme e entro tre minuti la polizia sara' qui.
- Oh Dio! Che scandalo!
- Non faccia gesti inconsulti. Mi dica chi e' lei veramente!
- Io mi chiamo Papa' Natale.
- E' un rapper? E' un posse?
- No, sono quello che distribuisce i regali, i giocattoli. Come posso spiegare? Lei ha un figlio? Ebbene suo figlio crede che lei si me... o viceversa...
- Lei e' pazzo!
- Suo figlio mi ha scritto e una di queste notti, io entrero' in casa sua.
- In casa mia? Io le sparo!
- Ma e' possibile che lei non sia mai stato bambino. Io ho amato anche lei...
- Lei e' pericoloso (impugna una pistola).
- No, non lo faccia.(Entrano dodici renne). Lo faccia per loro...
- Adesso si' che ho capito.
- Meno male.
- E' Candid Camera, vero? (Sorride guardandosi intorno)
(L'uomo con la barba bianca se ne va, sconsolato).

Auguri e che ogni cosa sia illuminata! Stefano

giovedì 13 dicembre 2007

Punto e a capo!



Il bambino della foto oggi compie 50 anni!... e chi è? - direte voi - ma sono io, che cavolo.... perché non si vede?!

lunedì 3 dicembre 2007

una vecchia corderia e qualche utopia




C'è stato un tempo in cui mi divertivo a fantasticare girovagando per la città con i miei figli - davanti a una vecchia casa, un vecchio edificio, una vecchia fabbrica - dicevo ironicamente: "guardate questo un giorno sarà la nostra casa, lì ci farò il mio atelier, qui ci scapperebbe una bellissima galleria d'arte moderna, un museo, un centro culturale polivalente....."
Nonostante questo fosse per l'appunto un gioco devo ammettere che segretamente speravo che quello che era chiaramente solo il frutto della mia immaginazione in qualche maniera si realizzasse anche se a farlo sarebbe stato qualcun altro. Puntualmente però passavano gli anni e quegli splendidi edifici carichi di memoria, di storia e spesso di ottima e interessante fattura architettonica venivano sostituiti da nuove costruzioni - palazzi spesso di dubbio gusto, parcheggi, attività commerciali - e di quello che essi avevano rappresentato non vi era più traccia se non nella memoria di qualche nostalgico come me.

Ora. la stessa sorte toccherà alla vecchia corderia di Viserba?

...Questa estate mentre cenavo sul terrazzo dell'appartamento di Miriam - sta proprio davanti al muro di cinta della corderia - sbirciavo fra gli alberi per scorgere i resti soffocati dalla fitta vegetazione e da quel privilegiato osservatorio ho cominciato a sognare - non solo a occhi aperti ma anche a voce alta - di come sarebbe stato bello recuperare quelle vecchie rovine e trasformarle in uno spazio culturale dedicato all'arte, alla memoria - certo non intervenendo in maniera troppo drastica ma anzi cercando di interagire il più possibile con ogni parte residua - natura selvaggia compresa - ma come sempre accade con i sogni, la realtà piomba inevitabilmente a spezzare ogni incanto: " è inutile che fantastichi, tanto hanno già deciso di farci abitazioni e attività commerciali " disse brutalmente la mia gentile ospite.
Sveglia Stefano!

...Giorni fa Franco si lamentava del fatto che quasi nessuno degli artisti di Rimini, delle persone particolarmente sensibili a questi problemi, stava muovendo dito riguardo alla Corderia! Silenzio assoluto!
Io gli ho risposto che non era del tutto vero dato che navigando su internet avevo scovato cose molto interessanti sull'argomento...ad esempio un interessantissimo post di Maria Cristina Muccioli oppure quello di Michele Marziani altrettanto bello e puntuale...
" ...e allora? " ha risposto Franco, e noi, noi cosa facciamo?
Certo è vero che la mia, poteva sembrare una risposta un po' "pilatesca" ma non era assolutamente mia intenzione lavarmene le mani, volevo soltanto fargli presente che forse nella nostra città più che della mancanza di voci, il problema maggiore era quello di trovare orecchie e soprattutto animi disposti all'ascolto.
Credo comunque che abbia fondamentalmente ragione.
Chi ne ha la possibilità e gli strumenti deve far sentire la sua voce.
Io non so se ne sono all'altezza ma ho comunque deciso di dare il mio modesto contributo attraverso questo piccolo scritto unendomi così a tutti coloro che pretendono rispetto sia per gli uomini che per gli spazi della nostra città che rappresentano un ponte verso il nostro recentissimo passato, ultimi testimoni di ciò che siamo stati, della nostra storia e soprattutto la possibilità di non perdere definitivamente la memoria.
Qualsiasi intervento urbanistico aggressivo che non ne terrà conto sarà un ulteriore passo verso il degrado culturale che oramai ci attanaglia inesorabilmente.

P.S. Una cosa mi sembra davvero singolare: tra pochi giorni si inaugurerà "la Domus del chirurgo" in piazza Ferrari. Non trovate buffo che da una parte si cerchi - giustamente - di valorizzare un reperto architettonico di duemila anni fa e nello stesso tempo si faccia -in modo disinvolto- scempio di analoghe costruzioni che hanno la sola colpa di essere troppo recenti... stefano

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.. Molto probabilmente al caffè letterario "Assenzio" ci sarà una serata sull'argomento, dal titolo "Scorderia".