martedì 13 aprile 2010

Due dialoghi sul treno


ieri
1° dialogo

"buongiorno signore, posso vedere il suo biglietto?"
Il signore in questione è in piedi nel vestibolo, mentre cerca il portafoglio nella tasca della giacca risponde:
"certo che se foste sempre così zelanti come quando rompete le scatole con i biglietti le cose andrebbero davvero meglio"
"lei crede signore, comunque è sempre un piacere farsi dare del rompiscatole"
Il gentiluomo mi mostra l'abbonamento, tratta Modena-Castelfranco E. (dubito che il biglietto gli venga controllato di frequente, vista la brevità della tratta) e continua:
" dei veri rompicoglioni, sempre a controllare sti cazzi di biglietti!"
Il treno si ferma e lui scende
"arrivederci signore, grazie per la sua cortesia"

2° dialogo, praticamente un monologo, che avviene poco dopo il primo

Stiamo per arrivare a Bologna e mi porto nel mio compartimento per prepararmi alla discesa, manca ancora qualche minuto.
Nei sedili dall'altro lato c'è un individuo che di primo acchito mi pare alquanto particolare visto il suo continuo agitarsi sulla poltrona; mi osserva mentre ripongo la mia attrezzatura dentro il trolley e di colpo con voce tonante (la carrozza è piuttosto affollata) mi dice:" peserà un quintale!" lo guardo e sorrido e lui ripete " peserà un quintale! " e sì, è abbastanza pesante, meno male che ha le ruote" rispondo educatamente e lui non pago "peserà un quintale!"
"ho capito, cazzo!" avrei voluto rispondere. Invece ho nuovamente sorriso.
Fortunatamente, si fa per dire, il nostro simpaticissimo uomo riceve una telefonata a cui risponde con un tono di voce che fa sobbalzare i viaggiatori nell'altra carrozza.
"ma dove cazzo sei?... in irlanda, tu sei folle , ma dai, ma cosa dici?... D'accordo, ok e smettila...ma tu sei pazzo, no che non vengo, non posso mica stare dietro a tutte le tue cazzate...!"
Così per un paio di minuti e poi chiude la conversazione in modo brusco.
Io nel frattempo guardo fuori dal finestrino, sento che lui vuole coinvolgermi perché è lì che esclama e ridacchia in cerca di uno sguardo a cui potersi aggrappare ma io non ne ho voglia.
Mi chiedo perché a molti dei miei colleghi queste cose raramente capitano, la colpa deve essere mia, probabilmente le persone colgono in me una certa disponibilità all'ascolto,chissà? Forse dovrei avere un atteggiamento più formale, non so, sta di fatto che ad un certo punto, non potendo restare con la testa inchiodata al vetro, mi giro ed è fatta, lui, come sospettavo mi stava aspettando e appena i miei occhi entrano in contatto con i suoi sgranati non c'è più niente da fare, agganciato:
" sa, questo è pazzo, è uno che ne pensa centomila, ma che dico, un milione al secondo...posso io stargli dietro? è incredibile sempre dietro a inventarsene una e pretende che io... ma è fuori del tutto!( risatina) sa dov'è adesso? faccio un movimento impercettibile con la testa a significare no " è andato in irlanda, pensi, è incredibile, e sa a fare cosa? é intenzionato ad importare del vacch neea nne... il rumore del treno copre incredibilmente la sua voce megafonata. "non ho capito" dico educatamente oramai coinvolto in questa assurda discussione. vuole comperare delle VACCHE NANE" mi risponde quasi irritato. Vorrei ridere ma la situazione non lo consente perciò mi trattengo " per farne cosa? chiedo Ma come le vacche nane sono una novità, sa negli agriturismi, ci sono i pony, sa i piccoli cavalli, gli asinelli e ora vanno di moda le vacche nanne... hanno delle loro prerogative e poi dal punto di vista ecologico sono importantissime... "sì, cagheranno sicuramente di meno " penso e oramai consapevole di trovarmi di fronte ad un vero personaggio non posso impedire la mia mente di fare un collegamento con "tre uomini in barca" di Jerome K. o "Bouvard e Pecuchet" di Flaubert "sa hanno delle caratteristiche molto ma molto particolari" ora si è alzato per prepararsi alla discesa e mentre si infila la giacca sembra cercare quali siano queste benedette caratteristiche ma non riesce a trovarle allora prosegue "ma sa che una volta ho dovuto fare un volantino.." un grafico penso ma non riesco a sentire a causa degli scambi il resto delle sue parole, capisco soltanto che mi sta dicendo che questo suo folle compare aveva introdotto dei leoni della prateria ( non erano i cani della prateria?) nella sua tenuta non so bene per fare cosa, provo a chiederglielo ma lui non mi risponde e come se avesse parlato unicamente con se stesso ricomincia a ridacchiare e a dire: " questo è davvero fuori di testa e pretende che io gli stia dietro, ma sta buono, va" e come se niente fosse spinge la porta e se ne esce dalla carrozza per portarsi sulla piattaforma.
Resto seduto, incredulo.
Tutto questo nel giro di dieci minuti.
Intanto i viaggiatori si alzano per prepararsi, siamo arrivati a Bologna
Uno di loro mi guarda complice " l'importante è avere sempre tanta pazienza, tanta" e sorride

5 commenti:

cristina bove ha detto...

divertita e intenerita
dallo sguardo gentile della tua anima
che emerge ad ogni tua parola, ad ogni piccola nota, mai insignificante.
ah! i treni!...

Stefano Mina "un onesto pittore riminese" ha detto...

grazie Cristina, sei gentile; sono contento che queste piccole storie umane ti piacciano. Ti assicuro che per quanto cominci ad essere stanco dopo trent'anni passati sulle rotaie la parte affascinante del mio lavoro sta proprio in questi contatti umani spesso singolari.
Non sempre divertenti per la verità ma comunque interessanti... d'altra parte il treno racchiude una varietà umana che se pur in movimento non è molto diversa da quella stanziale.

p.s. a mio parere un sociologo potrebbe scrivere un trattato sui mutamenti di un popolo solo girando per treni.
per esempio un cambiamento sintomatico a mio avviso può essere questo:
Anni fa quando un treno terminava la sua corsa, sui sedili c'erano decine e decine di quotidiani di ogni specie ora per lo più trovi quelli gratuiti che vengono distribuiti nelle stazioni. E' vero che ora siamo in piena crisi economica ma tutto è cominciato molto prima. Non è una cosa di poco conto perché quei giornali sono composti per lo più da titoli con pochissime righe di approfondimento,
in perfetta sintonia con la politica di questi ultimi anni fatta quasi solamente di slogan e di proclami per menti sempre più pigre e distratte e del contenuto poco importa.



Ultimamente però mi pare si stia ricominciando a leggere libri come un tempo, soprattutto le donne.
A proposito lo sai che la maggior parte dei lettori del "Fatto Quotidiano" sono donne.
Non c'è niente da fare le donne sono più "cazzute" :-)

ma tu guarda dove sono andato a finire!

ciao Cri
Ste

cristina bove ha detto...

mi piace che un uomo riconosca che le donne sono più cazzute!
stefano, io credo davvero che si possa attingere da qualsiasi esperienza di vita, che si tratti di lavoro o di circostanze varie; ma solo se si ha la sensibilità di osservare co
ci vuole cuore
ci vuole intelligenza
ci vuole essere uomini veri.

Cristella ha detto...

Eh, sì... ce n'hai, di pazienza! Questi racconti così realistici potrebbero sembrare inventati. Realtà che supera la fantasia. Lo so bene, per la lunga esperienza che ho anch'io di contatto quotidiano con la gente. Quante "scenette" avrei da scrivere!
Cristella

Stefano Mina "un onesto pittore riminese" ha detto...

Grazie ancora Cristina (Bove)

ci provo, con molta umiltà... nell'osservare gli altri ma dimenticarsi di se stessi; spesso siamo uguali

Cristina (cristella) è vero quello che dici, quante storie! Sui ferrovieri sono anni che ne raccontano, oramai facciamo concorrenza agli altri nostri colleghi in divisa.

P.S. la pazienza qualche volta l'ho persa, soprattutto ultimamente... sarò cambiato io oppure sarà l'aria che si respira? forse tutti e due

Ciao Cristine