lunedì 21 settembre 2009

per carità, non chiamatelo razzismo!


ieri mattina mentre facevo la mia - oramai consueta camminata - vengo superato da un ragazzo africano in bicicletta; pochi istanti dopo incontro un paio di persone, una con il cane e l'altro intento a raccogliere foglie; passando ho colto queste parole:
uomo col cane "sono ignoranti come delle talpe, come delle talpe, sono proprio diversi ..."
l'altro "ha ragione, non se ne può più, bisogna che qualcuno faccia qualcosa, altrimenti... lo so io cosa ..."
non ho sentito altro perché l'uomo ha abbassato la voce bassa e io mi stavo oramai allontanando; spero chiaramente di aver frainteso, ma non so...

stefano




domenica 13 settembre 2009

scuola!



fra due giorni ricomincia la scuola.
sono particolarmente emozionato perché dovete sapere che questo, molto probabilmente sarà il mio ultimo anno... non fate quelle facce, ora vi spiego.
dovete saper che faccio il rappresentante di classe (a volte anche quello di circolo) dall'anno scolastico 1990/1991 e visto che luca sta per incominciare l'ultimo dei 5 anni del classico, è presumibile che dal prossimo sarò "disoccupato", dopo ben 19 anni.
è stata un bella esperienza -lo devo ammettere - e di cose da raccontare ne avrei tante. forse un giorno lo farò, se riuscirò a fare ordine nel turbinio dei miei pensieri (impresa sempre piuttosto complicata: odio il traffico ma se vi trovaste nella mia testa in certi momenti vi parrebbe di stare in strada, la sera nell'ora di punta quando c'è il ritorno a casa dopo una dura giornata di lavoro), perché credo che tutte le cose che si intraprendono con un minimo di coinvolgimento ti insegnano tanto, sugli uomini, sulla vita e sono perciò degne di essere condivise.... mah! vedremo.
sono comunque grato ai miei figli, per avermi data l'opportunità di vivere questa bella avventura al loro fianco, sperando - chiaramente - di non essere stato troppo invadente perché i veri protagonisti rimangono loro.

p.s. la scuola, la conoscenza è così importante per una società da meritarsi la nostra più totale considerazione. Ci sono tantissimi problemi - è vero - e i cambiamenti sono repentini e spesso difficili da gestire ma coloro che hanno scelto quella bellissima ma difficilissima professione che è l'insegnamento devono sempre aver presente quanto è grande la responsabilità che essi hanno, al di là delle riforme vere o false che i governi - ogni volta - si divertono a tirar fuori magicamente da cappelli oramai consunti e pieni di buchi.
buon lavoro!

stefano

domenica 6 settembre 2009

biciclette!


ieri sera ho rivisto con amici il bel film di mike leigh "happy go lucky"; all'inizio del lungometraggio alla protagonista rubano la bicicletta e lei come unica reazione, senza neanche prendersela troppo, dice:" nooo! non è possibile, non ci siamo neanche dette addio! bisogna proprio essere positivi per reagire così, non trovate?
Se ricordo bene, ogni volta che mi è successo una cosa del genere, dopo un primo istante di smarrimento, di stupore, facevo tremare le galassia con il lancio di alcune maledizioni che facevano apparire innocue persino quelle di alex drastico
Pensate che io stia esagerando? In fondo si tratta soltanto di una bici, che sarà mai?
Soltanto una bici, che sarà mai? ora ve lo spiego:

la mia famiglia composta da 4 persone ha sempre posseduto una sola automobile, l'ultima aveva compiuto 19 anni prima di essere stata rimpiazzata con una più giovane (che ci volete fare, succede, no!?) e nessun motorino, perciò capirete l'importanza che la bicicletta assume in tali circostanze,... beh, per farla breve vi faccio un elenco delle "ragazze a cui non ho potuto dire addio"; ad essere sincero alcune le abbiamo anche ritrovate ma in un tale stato che abbiamo preferito non chiedere alcunché su quello che avevano subito... sapete, solo il tempo può - a volte - se non cancellare del tutto almeno mitigare certi dolori!

La prima è stata una mountain bike di fabio, regalata dal nonno ceschi, rubata mentre dormiva, proprio nel ripostiglio sotto casa: era bellissima, semi artigianale, un pezzo unico... il dolore è stato immenso, non l'abbiamo più rivista. Poi c'è stata la "rossa", da corsa, che di cognome faceva bianchi... me l'aveva regalata alfonso. Nonostante fosse già avanti con gli anni con qualche ritocco e tanto affetto, faceva ancora la sua bella figura e chi la incontrava non perdeva l'occasione per " farle il filo"... no, no, so cosa pensate, non è stata una fuga d'amore, è stata rapita, ne sono sicuro, a casa non le mancava niente e poi dopo tutto quello che avevamo fatto per lei sarebbe stata davvero ingrata! Un giorno, in pieno centro, ad un amico è parso di riconoscerla "se non era lei le rassomigliava parecchio" mi disse. Dopo aver fermato e gentilmente aggredito il baldo giovane che le stava in sella, dovette rinunciare al recupero per mancanza di prove concrete, nonostante le vaghe risposte e l'atteggiamento sospetto dell'individuo.
Poi fu la volta della vecchia mounty che però in quella circostanza se la cavò, nonostante la feroce aggressione e qualche sevizia. L'ho trovata, un mattino dopo una notte di lavoro, ferita e dolorante accanto all'albero dove l'avevo assicurata, senza una ruota, con le forcelle infilate nel fango: tremo ancora ripensando alla paura e al dolore che avrà dovuto subire!
Per la povera "vecchia mounty" quella non era stata l'unica triste esperienza in cui era dovuta incorrere durante la sua lunga esistenza - la prima volta che l'ho vista, se ne stava malconcia e sola accanto ad un bidone dell'immondizia - ma purtroppo aveva dovuto subire diversi oltraggi prima di scomparire definitivamente, due anni fa: un giorno avevano forzato il lucchetto e dopo averla usata l'hanno riportata poco più in là dove l'avevo lasciata; un'altra volta l'ho trovata senza sella e vi assicuro che non è affatto piacevole pedalare per alcuni chilometri, dopo una giornata di lavoro, senza poter appoggiare i glutei sulla morbida poggia-chiappe che pochi giorni prima le avevo acquistato. Ricordo, durante il tragitto di essere quasi caduto, piombando rovinosamente sopra il cofano di un'auto della polizia che nonostante le mie scuse bofonchiate e uno ostentato sorriso, non parve gradire del tutto.
Ma la cosa più strana e assurda che le è capitata è stata rubarle i morsetti dei freni.
Piccola cosa, direte voi, di poco conto ma vi assicuro molto pericolosa... soprattutto per me.
Dopo alcuni chilometri pianeggianti, prima di giungere a casa c'era da fare una breve ma ripida salita e successivamente una bella discesa dove a metà dovevo svoltare a sinistra; naturalmente in quell'istante occorreva frenare energicamente per compiere l'operazione: vi lascio immaginare la sorpresa nell'accorgermi che la mia bicicletta era completamente sprovvista di freni... fortunatamente non c'era macchine così dopo una piccola e istintiva sterzata mi sono riportato in linea retta fino a giungere nella zona nuovamente piana e con i piedi frenare.
Non vi dico lo stupore!

Ci sono state quelle di cinzia: La prima, una "olandese" che faceva coppia con la mia da uomo, acquistata subito dopo il matrimonio, pesante ma molto elegante, rubata tanti anni fa in stazione, non ricordo i dettagli; la seconda è invece stata trafugata in pieno giorno, durante il pranzo, all'interno del complesso dove abitiamo ma ritrovata, miracolosamente, alcuni giorni dopo in uno stato pietoso, poco distante da casa mentre facevamo una passeggiata, accasciata e malconcia contro una siepe. Non abbiamo mai saputo cosa le fosse realmente accaduto e abbiamo preferito non fare troppe domande. L'abbiamo aggiustata, rimessa a nuovo ma ad essere sinceri, non è più stata quella di prima.
L'ultima è stato il mio più fedele destriero, la grigia martini; sportiva, lesta e robusta con cui avevo battuto ogni genere di strada e con qualsiasi tempo.
Aveva due ruote con raggi rinforzati che davano garanzie assolute; non c'erano, strade sconnesse marciapiedi che lei temesse... ah! se ci ripenso provo ancora un grande dispiacere nonostante siano passati diversi anni dalla sua scomparsa.
In quel periodo fabio se ne serviva per andare in stazione quando ancora frequentava il conservatorio a pesaro. Quel giorno l'aveva legata assieme a quella di alice, unite in un unico abbraccio. Al loro ritorno, alla rastrelliera restavano solamente i cavi d'acciaio tranciati di netto: un lavoro da professionisti! Lungo la strada verso casa decisero di deviare verso il grattacielo e di dare un'occhiata lì attorno con la speranza di ritrovarle, scelta parzialmente fortunata visto che almeno la bici di alice fu rinvenuta. Carichi di ottimismo per il successo ottenuto continuarono le ricerche allargando il raggio d'azione ma niente da fare, della vecchia "grigia" nessuna traccia, purtroppo!
Egoisticamente ho sempre pensato, non senza una punta di vergogna: ma perché non è successo il contrario, non potevano ritrovare la mia?
Ecco questo è tutto.
5 biciclette in tutto sono scomparse dalla mia vita, vi sembrano poche?

Mentre scrivo queste righe nonostante io abbia mascherato il mio dispiacere con qualche frase ironica devo ammettere che provo un filo di tristezza nel ricordare tutte questi velocipedi che ora non ci sono più, questi semplici oggetti che hanno scandito il nostro tempo, le stagioni della vita di questa nostra piccola comunità che è la nostra famiglia,
E' vero, forse esagero ma a volte semplici manufatti acquistano un valore che va ben oltre il loro essere solamente cose, un valore che noi diamo loro, è vero, ma non per questo meno importante, non credete?

stefano