domenica 11 maggio 2014

siamo alle solite: chi troppo e chi niente





Oggi un giovane amico mi diceva di quanto fosse assurdo il nostro mondo: diviso  tra chi non riusciva a vivere una vita decente perché senza lavoro e chi invece lavorava talmente tanto da non avere poi  il tempo per "vivere"...  come intrappolati in un doppio perverso ingranaggio.  
E' vero che a volte è difficile fare scelte soprattutto se ci si trova nel gruppo di chi un'occupazione non ce l'ha ma queste mie poche righe - e il brano di Gaber-  sono rivolte ai secondi, a quelli che - spesso per avidità  ed egoismo ma a mio parere anche  per profonda stupidità - preferiscono andare avanti a testa bassa, noncuranti di quelli che stanno loro attorno, accumulando il più possibile  e spesso dimentichi che il lavoro dovrebbe essere distribuito  equamente  per dare a tutti la possibilità di una vita degna.