giovedì 19 gennaio 2012

qualche riflessione così a casaccio

Ricordo quando Tortora fu arrestato. Il fatto che un uomo considerato "perbene" fosse implicato in criminose vicende era davvero irritante e istintivamente mi fece stare dalla parte dei cosiddetti "forcaioli", almeno con il pensiero (ero giovane ed incazzato) e quando fu provata la sua innocenza mi sentii una merda. La lezione mi è servita. Da allora ho sempre cercato di evitare i processi mediatici anche se è davvero difficile rimanerne fuori totalmente dato la "notizia fresca e succosa" spesso invade le nostre vite in modo così prepotente da lasciare davvero ben poco spazio alla restante informazione. Un paio di giorni fa, stavo armeggiando con dei cavi attorno al televisore e inavvertitamente l'ho sintonizzato su un canale durante una trasmissione che di solito non seguo e non ho potuto esimermi dall'ascoltare parte della discussione che era incentrata proprio sull'accaduto della sera prima, sull'affondamento della nave Concordia e del suo singolare comandante. Nonostante le parole mi arrivassero sporadicamente quello che ho sentito è stato più che sufficiente per farmi provare un non lieve fastidio proprio perché si avvertiva (ancora non si sapeva niente delle intercettazioni, io almeno non ne ero a conoscenza) che il linciaggio mediatico era più che avviato e la corda molti la stavano già insaponando; ricordo di aver quasi sperato che il comandante fosse davvero colpevole visto che la sentenza, di colpevolezza naturalmente, era già stata emessa. Ieri, per la prima volta mentre mi recavo al lavoro, ho sentito una parte delle intercettazioni alla radio e non ho potuto fare a meno di pensare che quelle "battute" erano perfette per una "commedia umana" che come ben sappiamo spesso è pregna di tragicità. Ma sappiamo anche che gli attori di questa commedia non sono solo quelli che recitano sul palco ma anche gli spettatori che assistono alla rappresentazione e che spesso i ruoli sono intercambiabili. Ah, come ci piace interrogarci sulle responsabilità e sul cinismo di chi fa informazione ma come siamo bravi a trascurare le nostre, di responsabilità , quelle di bulimici telespettatori "tifosi" che davanti a quella scatola luminosa che spesso diventa arena, non ci pensano due volte ad abbassare il pollice senza inoltre mai cercare di mettersi neppure per un istante nei panni dell'altro. Forse non c'entra o forse sì ma l'altra mattina (alle cinque) ho fatto una piccola riflessione dopo aver temuto di investire un uomo che mi ha attraversato improvvisamente la strada. Quando si è in qualche modo responsabili della morte di altre persone credo che essere giudicati colpevoli, anche se involontari, o innocenti non sia del tutto determinante perché ci sono sentenze non scritte che restano incise nella nostra mente, nella nostra anima lasciando segni indelebili che nessuna assoluzione può cancellare. Credo che vivere con un tale peso sulla coscienza sia quasi un po' morire.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

... ma stai bene??? cosa ti sei fumato? linciaggio mediatico a chi ? ma ti sembra un errore umano???
o la bravata di un idiota a cui non affiderei nemmeno la mia bicicletta !!!!????

Cool

Stefano Mina "un onesto pittore riminese" ha detto...

Anonimo Cool, guarda che non mi pare, nei miei vaneggiamenti, di aver in qualche modo assolto "l'idiota" ma di aver al limite condannato chi ama schierarsi con eccessiva disinvoltura standosene beatamente seduto sulla sua calda poltroncina a godersi il triste spettacolo che molti avvilenti programmi televisivi amano propinarci...
p.s. se vuoi vedere come si fa informazione guardati l'ultima puntata di "servizio pubblico" e potrai scoprire che si può utilizzare una tragica vicenda come quella per approfondire e non solamente per speculare, per fare aprire gli occhi agli spettatori su aspetti spesso trascurati che possono far capire perché certe disgrazie poi accadono, e che le colpe spesso non sono solamente dello schettino di turno ma di un sistema malato che li produce

pp.ss. comunque anche se è stata una bravata l'errore è umano non certo per motivi tecnici

Anonimo ha detto...

L'impressione data dalla tua riflessione era quella di una "vittima" pubblica e quindi innocente. A quanto pare condividiamo l'interesse per gli stessi programmi televisivi. Ti ho forse dato l'impressione di uno che sta beato a godersi gli spettacoli demoralizzanti di un Vespa o di Mediaset magari con birra e pop corn? Errato ... nulla di più errato. Comunque stiamo a vedere, i colpevoli esistono uno due o cento non ha importanza, quelli che hanno responsabilità DEVONO pagare e spero tu sia d'accordo con me.

Stefano Mina "un onesto pittore riminese" ha detto...

perfettamente d'accordo con te

lauraetlory ha detto...

"Ah, come ci piace interrogarci sulle responsabilità e sul cinismo di chi fa informazione ma come siamo bravi a trascurare le nostre, di responsabilità , quelle di bulimici telespettatori "tifosi" che davanti a quella scatola luminosa che spesso diventa arena, non ci pensano due volte ad abbassare il pollice..."

Lavoro per uno di quei programmi, Stefano, come ben sai. E dovresti vedere come si impenna il grafico dell'audience quando si parla della Concordia, del suo comandante, della moldava in plancia di comando. E' facile e comodo dare la colpa al demonio televisivo, ma fenomeni come Cogne, come il caso Scazzi, come Parolisi vengono creati anche (o forse soprattutto?) dal morboso interesse del pubblico a casa. Su questo vale la pena riflettere.

Stefano Mina "un onesto pittore riminese" ha detto...

già, è sempre più facile puntare il dito lontano da noi. Il nostro paese è in crisi( così come gran parte dell'occidente) e probabilmente le colpe maggiori sono di chi ci ha amministrato in questi anni, però non possiamo dimenticare che la delega gliela abbiamo data noi, forse per opportunismo, forse per pigrizia, forse per semplice ottusità e egoismo...e allora, non siamo forse altrettanto responsabili?
ciao Laura