mercoledì 21 novembre 2012

una piccola storia

l'altra sera nella piattaforma di una carrozza  trovo un signore di origine nordafricana che mi chiede alcune informazioni per andare a Monza. Dopo avergliele date, visto che mancavano ancora due ore prima dell'arrivo a Piacenza, gli suggerisco di cercarsi un posto a sedere; il treno era piuttosto affollato ma ancora ce n'era ancora qualcuno libero. Lui mi sorride e leggermente imbarazzato mi risponde in modo confuso: "no va bene così,  è pieno di valigie e non vorrei che qualcuno pensasse… sa sono straniero e nonostante io viva qui da 28 anni, mi vergogno… se c'è qualcuno un po' razzista…" sento tutto il suo disagio in quelle parole pronunciate con gli occhi bassi e la cosa non mi piace. " guardi che se uno è razzista il problema è solo suo, lei non ha nessuna colpa e quello di sedersi è un suo diritto, ci mancherebbe" 

"sì sì, ha ragione. ho pagato il biglietto, è un mio diritto ma sa dopo 28 anni ancora… mi vergogno comunque grazie amico " mi risponde tendendomi la mano questa volta guardandomi diritto negli occhi. Mentre gliela stringo sento tutta la forza che quel semplice gesto può avere e quel poco di  rabbia mista a indignazione che avevo provato un istante prima  si tramuta in un istante in lieve emozione dando un senso a quella mia domenica sera passata al lavoro

4 commenti:

fabio rossi ha detto...

Fiaba raccontata da un bambino di sei anni
Dentro una casa poverissima poverissima vivevano tre tigri, due grandi e una piccola. Non avevano da mangiare, proprio niente. Allora andarono in una banca, dove dentro c'era un direttore e gli chiesero per favore se poteva dargli dei soldi, anche pochi per comprare qualche cosa da mangiare. Il direttore disse no, non poteva dargli dei soldi perchè erano troppo povere. Allora una delle tre tigri disse: “E allora magnamose sto stronzo!”. E se lo mangiarono.

Da il paradosso terrestre di Marco Presta
Dopo il tuo racconto breve, ti invio questo che mi è molto piaciuto

Anonimo ha detto...

Sai, caro Stefano, avrei provato anch'io i tuoi stessi stati d'animo. Credo che questo breve incontro sia stato un piccolo dono reciproco fra te e quel signore. E si vede che ti è rimasto chiaramente impresso: lo hai descritto così bene che mi è sembrato proprio di vedervi.
Purtroppo penso che l'atteggiamento razzista che tanti italiani hanno andrà via via aumentando, a mano a mano che cresceranno le difficoltà che stiamo vivendo. Spero di sbagliarmi, ma ne sento troppi di discorsi razzisti, intorno a me.
Un abbraccio, caro Stefano.
Milvia





Stefano Mina "un onesto pittore riminese" ha detto...

@ fabio
grazie, molto carina. Se tutti gli stronzi che ci sono in giro fossero commestibili il problema della fame nel mondo sarebbe risolto e inoltre sarebbero per la prima volta utili agli altri

Stefano Mina "un onesto pittore riminese" ha detto...

E' vero Milvia , in un primo momento ho provato rabbia ma poi tutto è svanito in quella stretta di mano. A volte basta così poco.
L'assurdità del razzismo nasce sia dalla paura che dall'ignoranza e da la possibilità a molti cretini di auto-posizionarsi su un gradino più in alto nella scala sociale