Uomini di probabili affari si muovono lesti nei loro abiti di taglio pregiato - abiti che molti indossano a malapena il giorno del matrimonio - e si aprono a ventaglio mentre li attraverso con la mia bicicletta - sono un vero pirata della strada con il velocipede -, ragazzi africani con le loro pile di libri tra le braccia cercano con insistente pazienza un difficile acquirente, alcuni giovincelli indigeni appiccicano i loro nasi alle vetrine dei negozi di calzature sportive fluorescenti ad alta tecnologia mentre altri avanzano sicuri, nonostante gli occhi bassi sugli smartphone, intenti a conversare con amici virtuali oppure no ma certamente più distanti rispetto a quelli - apparentemente trascurati - che deambulano al loro fianco compiendo gesti speculari, signore ma anche signori, perennemente in gara con un tempo difficilmente raggiungibile, trascinano pesantemente borse della spesa rigonfie di cibarie varie acquistate al locale mercato, alcuni uomini non più giovani, probabili ex vitelloni, incoerentemente vestiti ma perfettamente in sintonia con quello che un tempo sono stati, si muovono senza trascurare ogni piccolo gesto, ogni singolo passo e paiono sorridere a passanti immaginarie… lo stesso fiume umano di sempre attraversa - refrattario - la città come se nulla fosse accaduto come se l'attualità non fosse altro che il frutto dell'immaginazione di qualche bizzarro sceneggiatore e non c'entrasse per nulla con le nostre vite e noi fossimo appena usciti dal cinema.
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