mercoledì 12 marzo 2008

ma c'è, l'isola che non c'è? (seconda parte)



Questa mattina, Cinzia ed io abbiamo preso un caffè con il nostro carissimo amico Vincenzo... ogni volta che ci incontriamo affrontiamo svariati argomenti,politica ( quanti dubbi!!), sport, letteratura...questa mattina abbiamo "chiacchierato" anche di Scuola - visto la maiuscola?, nonostante tutto credo se la meriti ancora! - e Vince ha rammentato con un misto di stupore e di orgoglio i suoi quasi trent'anni di attività come docente di lettere! Una vita davvero intensa vissuta dentro le quattro mura di un'aula, un'aula pregna di vita, di speranze, di aspettative - spesso tradite( da una parte e dall'altra) -.
Ad un certo punto, ho sentito nella sua voce come un velo di malinconia quando ha detto : Oramai, sono fuori da troppo tempo, non mi riconosco più in questa Scuola... i ricordi si stanno sbiadendo, purtroppo!
"Caro amico forse non ce la faremo a fermare l'avanzare inesorabile del tempo, ma una cosa possiamo fare ed è quella di recuperare qualche traccia per non dimenticare, e tu, di impronte ne hai lasciate tante davvero! eccone una fra le tante che mi hai generosamente lasciato da archiviare...se me lo permetti vorrei condividerla con alcuni amici, credo possa essere utile per far loro capire che insegnante tu sia stato!"

"Non c'è niente di più gratificante del "sapere" di essere stati utili a qualcuno!" S.M.


GIORNI DI SCUOLA
Spiragli di luce filtrando dai rami senza foglie incorniciano la mattina di autunno illuminandola un poco, assonnato sto per scorrere le pagine di un altro giorno di scuola...Ma entrando in quelle aule fredde e grigie, ho la sensazione di aver dinanzi un solido muro: scoglio indurito su cui si infrange ogni mio tentativo di affidare ai ragazzi un messaggio "diverso": più vero.Dialogare? Educare? Mi sembrano parole vuote, deserte, che, come una palla di gomma, rimbalzano contro quella barriera per rotolare via fino a perdersi in quel mare inerte, seppur gonfio di parole.
Al di la' immagino gabbiani distesi in volo che cercano spiagge pulite, mi raffiguro la fantasia libera che disegna città, paesi, scuole incantevoli e scorgo ragazzi che sanno ascoltare insieme, le emozioni, le tenerezze dei loro cuori.
Al di qua resta l'amara consapevolezza che è impossibile cambiare...
Il suono perentorio della campanella sorprende le mie parole che muoiono in gola e, fra lo scompiglio generale, svaniscono, così, come tante bollicine.
Riassetto stancamente la cartella: l'aula è vuota, o quasi, giacché una ragazza appoggiata alla finestra vicina mi dice sorridendo: "il mio Atam può aspettare". La sua vita stretta in un paio di jeans senza colore, la testa gonfia di ricci ciondolanti le danno un'aria sbarazzina. " Professore,lei deve smetterla di considerarsi un Ufo, o un gabbiano, di tormentarsi, insomma, pensare che noi non la capiamo: non è così. Ho segnato persino sul diario alcuni suoi pensieri e non solo io". La sua voce ha una nota dolce ma decisa. "Se vuole glieli leggo".
Nell'aula sgombra, quelle parole rimbalzano da una parete all'altra, prima di depositarsi nel mio profondo. "Ascolti:l'autorità, o meglio, l'autorevolezza dell'insegnante non deriva dal potere che gli conferisce il Ministero o il Provveditore, ma dalla sua capacità di far nascere nella classe un consenso, una spontanea, per questo sentita,adesione ad un ordine necessario per lo svolgimento di un lavoro comune. Io insegnando cerco di scomporre e di ricomporre, nella pratica, insieme, con gli alunni, questa mia idea; mi sforzo così di instaurare un'atmosfera nuova, di iniziare una collaborazione sincera fino a coinvolgere gli alunni in un dialogo attivo che li educhi ad essere responsabili, protagonisti della loro stessa crescita".
Da fuori giungono mille rumori e mille grida, ma non toccano quella voce persuasiva e quel silenzio carico di magia. "Senta anche questa che a me piace moltissimo: educo alla tolleranza, al rispetto delle reciproche diversità, alla libertà interiore, alla accettazione di se stessi con i propri limiti, aperti, però, al miglioramento".
"Certo i miei possono essere bei pensieri, ma in fondo restano fumosi discorsi: bolle di sapone". Dico io con un velo di amarezza. " La sostanza dell'insegnamento si riduce, in realtà, alla sacralità del registro e all'assoluta importanza del voto e l'abilità dell'alunno consiste nell'ammansire quella potenza ottenendo, appunto, un grosso voto: per questo ci sono le interrogazioni programmate e la furbizia, ossia l'occhio vigile durante le prove scritte".
La mia giovane allieva mi guarda un po' perplessa prima di interrompermi.
"Se è per questo, dove mette il terrore di essere presa alla sprovvista, la paura di rimediare una figuraccia, magari dopo aver studiato un pomeriggio intero, e l'agitazione poi dei compiti in classe, l'ansia di sapere il risultato..."
" Già, posso immaginare lo stress" dico io.
Lei riprende più risoluta. " Questa scuola ci abitua solo alla competizione, all'egoismo, ci rende persino più nevrotici colmandoci di aride, inutili nozioni. Ma gli alunni non sono vasi da riempire, bensì fuochi da accendere". Prosegue con un tono di voce fiero "Ebbene io ritengo che le sue parole insieme con il suo impegno e con il suo esempio possono far riflettere: entrano dentro fino ad accendere le speranze di ha voglia di ascoltarle, di accoglierle nell'animo. Perciò non si scoraggi, professore, almeno fino a quando c'è qualcuno che salta il pranzo pur di parlare con lei, non si arrenda, almeno fino a quando esiste una persona che seguendo il suo messaggio pedagogico si ritrova un po' più responsabile, un po' più adulta".
La mia cordiale interlocutrice dice queste cose in fretta, quasi sorridendo e se ne va.
Afferro la cartella, osservo per un istante l'aula deserta: sembra immersa in una scia polverosa di sole.
Vincenzo Giorgetti Rimini 05/02/1998



4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ci sono stati degli insegnanti che hanno cambianto la vita a quelli della mia generazione e non solo. E te li ricordi anche dopo trenta-quarant'anni. Ricordi un dialogo, un appunto, un rimprovero, un complimento...
Oggi conosco il mondo della scuola (media e superiore) solo per sentito dire. Sono cambiate molte cose e penso sempre di più che insegnare è uno dei mestieri più importanti e di responsabilità che esistano.

Stefano Mina "un onesto pittore riminese" ha detto...

Cristina, tu dici:"....insegnare è uno dei mestieri più importanti e di responsabilità che esistano"....ma gli insegnanti lo sanno?
Il mio secondogenito sta facendo il terzo anno del liceo classico e la sua delusione maggiore sta proprio nell'essersi accorto che molti insegnanti non sanno andare oltre il freddo trasmettere di nozioni....un giorno mi ha detto: " cosa serve essere così specializzati in una materia se poi non si è aperti al mondo, cosa serve il sapere fine a se stesso, se appena noi studenti parliamo della " vita" se appena usciamo dal seminato ci accorgiamo dell'inadeguatezza del nostro insegnante che spesso invece di tacere dimostra tutta la sua pochezza intellettuale e ti delude
irrimediabilmente!"
Chiaramente non si deve mai generalizzare e io rimango un fervido sostenitore della scuola pubblica ma bisogna smettere di cercare capri espiatori( gli studenti) per giustificare la pochezza dell'istruzione nel nostro paese ricorrendo a sistemi punitivi, pensando di risolvere tutto ritornando all'esame di riparazione.
Meno ipocrisia( il male principale del nostro paese) per favore e che tutti si assumano le proprie responsabilità! Ciao stefano
P.S. se il 70% dei ragazzi ha difficoltà in matematica, quale sarà il motivo?...hanno forse una rotellina in meno o forse chi doveva insegnarla - quella materia - non è stato all'altezza del suo compito? tutti dicono che si è dato troppo spazio agli studi umanistici
rispetto a quelli scientifici....ma non siamo uno dei paesi che legge meno?

miriam ravasio ha detto...

Ho visitato la Galleria: usiamo gli stessi colori! Per uno stesso effetto! Ma io non dipingo (più o solo in parte) disegno con grafite pura e gessi "Progetti Concettuali" (non saprei come altro definirli) su grandi fogli e no. I tuoi, sono lavori suggestivi, e, vorrei dire, filmici, assolutamente filmici: hai mai pensato ai video?
Ho delle idee mi sull'arte e sulla figura dell'artista; penso sia arrivato il tempo per una nuova Jugendstil e per un totale ribaltamento di quello che intendiamo oggi rispetto appunto all'arte (che è solo un sistema) e all'artista, che ormai è solo un'opera di sè. Proprio perché credo che tutti percorsi siano chiusi e che sia arrivato il momento di aprire nuove strade, per principio io mi rifiuto categoricamente di usare il sostantivo "opera", lo trovo volgare: sono lavori, sono quadri, installazioni, sculture, disegni.
A presto, un abbraccio, Miriam
Continua a seguirci di là.

Stefano Mina "un onesto pittore riminese" ha detto...

Ciao Miriam, che piacere trovarti qua! Ora mi hai incuriosito e vorrei vedere qualche tuo lavoro...potresti mandarmene uno via e-mail?
Devo riconoscere che hai un occhio molto attento, in effetti da quando ho iniziato questa mia ricerca sulla luce e sull'ombra - la base di tutta la pittura - mi sono sicuramente fatto suggestionare dalla fotografia filmica...
ho una vera passione per il cinema.
Quello che per me conta veramente è la suggestione che una pittura può dare, non mi interessa il definito, ma il suo esatto contrario, perciò dipingo giocando su dei minimi scarti cromatici, cercando - almeno questo è il mio intento - l'essenza della pittura, la sua forza spirituale.Nei prossimi lavori che inserirò sul sito credo che questo sia ancora più evidente .
Per quanto riguarda la figura dell'artista, sinceramente ho smesso da tempo di interrogarmi sulla sua funzione in una società come la nostra...a me basta trovare ogni tanto qualcuno con cui entrare in sintonia, è bellissimo guardare le proprie pitture con gli occhi di un altro, si scoprono cose inaspettate ...a volte mi accorgo della validità di un quadro solo quando sento questo contatto.. ed è
quello il momento magico, quello che dà motivazione...
Ora ti saluto, Miriam, perché come dice forrest gump dopo aver corso a lungo: "sono un po' stanchino"... e sento che non riesco più a connettere.. tra l'altro domani dormiamo un'ora in meno, acc!
Buonanotte e grazie ancora. ciao e a presto!
stefano