mercoledì 18 giugno 2008

nonostante tutto W la scuola!

E' finita la scuola. Tanti gli studenti bocciati, si dice il 20%. E' un risultato positivo?
E' Il segno che ora si fa sul serio o abbiamo soltanto trovato i capri espiatori per giustificare il fallimento di un sistema, quello scolastico?
Si parla tanto di meritocrazia, di premiare i ragazzi che si impegnano, che hanno buoni voti ma non ci si interroga mai sulla qualità dell'insegnamento sui veri obiettivi della scuola.
La domanda che mi pongo è: gli insegnanti sono in grado di capire i ragazzi che hanno di fronte, le loro esigenze, le loro propensioni , riescono ad aiutarli a fare emergere le loro peculiarità oppure si accontentano di elargire nozioni senza preoccuparsi se queste informazioni vengano davvero assimilate?
La conoscenza è una cosa meravigliosa ma solo se chi la riceve ne è consapevole, se è in grado di goderne.
Meritocrazia? Siamo sicuri che chi prende un 9 sia più meritevole o più capace di chi prende un 7 ?
Si possono valutare dei ragazzi soltanto attraverso delle perfomances estemporanee? Credo di no.

La mia esperienza, prima come studente - mediocre - poi come genitore attento alla questione scuola mi ha fatto capire che non sempre è così. Ci sono ragazzi che occupano tutto il loro tempo libero dedicandolo allo studio... Unico obiettivo: "prendere un "bel" voto - sempre lui - . E non si rendono conto che nel frattempo si perdono cose altrettanto importanti per la loro formazione: il rapporto con gli altri, il coltivare degli interessi con l'unico scopo del piacere - intellettuale, fisico -, l'ozio, si proprio lui, quello che per molti è l'origine di tutti i mali, la noia che ci dà la possibilità di pensare e di stare un po' con se stessi...
Questa mattina su Letteratitudine ho letto un pensiero di Mario Rigoni Stern ( purtroppo ci ha lasciati ieri) che mi è molto piaciuto ed è questo: “Gli insegnanti non saranno d’accordo, ma per me la scuola era molto importante solo nelle ore in aula. Poi, nel pomeriggio, andavo nei boschi e scoprivo cose meravigliose. I bambini, dopo le ore scolastiche, dovrebbero imparare ad arrampicarsi su un albero…”

Ho conosciuto persone ( la storia ne è piena ) che hanno fatto delle "pessime" scuole superiori ma una volta giunti all'università si sono trasformati da nani in giganti per poi diventare degli ottimi professori, ottimi professionisti e soprattutto ottimi individui. Tutte persone giudicate da professori ottusi e ciechi che non hanno capito - o forse lo hanno capito anche troppo - che l'unica colpa di quei ragazzi era quella di essere degli adolescenti con un' intelligenza vivace, non omologata, poco inquadrabile, per loro, insegnanti stanchi e demotivati che non erano in grado - data la loro mediocrità - di riconoscerne l'ingegno, il vero "merito".
Probabilmente chi non si fa domare da fastidio, mette a nudo l'incapacità del domatore.

Ora quello che mi preoccupa, oggi, è questo riempirsi la bocca con la parola "meritocrazia" senza conoscerne veramente il significato.
Tutti a gridare ( destra e sinistra) " bisogna privilegiare chi merita, chi si impegna, chi studia, bisogna essere meno indulgenti, maggiormente selettivi, basta con le promozioni facili... D'accordo ma attenzione, perché - siamo onesti - il giudizio è spesso opinabile e si basa sulla soggettiva da parte del giudicante - nella fattispecie gli insegnanti - che spesso non mancano di evidenziare tutta la loro mediocrità e l'idea che un voto - un tempo non si diceva di non preoccuparsi troppo del voto!? -, una semplice valutazione numerica possa essere determinante per accedere all'università, per potere addirittura partecipare a concorsi ( ce ne sono che richiedono una valutazione minima) per entrare nel mondo del lavoro, per la vita di un individuo insomma, non mi tranquillizza affatto.
Come si può pensare che risultati ottenuti solamente attraverso il timore della punizione - la bocciatura, il debito - possa automaticamente creare cittadini consapevoli e maturi. Imparare a memoria una lezione di storia o di filosofia, senza averne compreso il significato serve a qualcosa?
Domani avremo forse più laureati, più dottori ma facciamo in modo che non siano solo utili per le statistiche

Forse sono un po' troppo severo nei miei giudizi - soprattutto con i docenti - anch'io probabilmente muoio dalla voglia di dispensare voti ma, credetemi è solamente perché, come ho già scritto altre volte, non sopporto questa idea diffusa che il decadimento della nostra scuola venga attribuito ai soli studenti . Molti sono gli attori in gioco: La politica con le sue riforme spesso presunte, i genitori dimentichi del loro ruolo, troppo spesso - anche se in buona fede - invadenti, gli insegnanti che hanno perso di vista il loro vero compito e per ultimo, si per ultimo i ragazzi che sono solo il risultato di quello che una società disattenta e immatura ha prodotto.
Tante, troppe domande. resto in attesa di risposte.

p.s. Un po' di ottimismo: questa sera mio figlio va ad una cena di classe per festeggiare i dieci anni dalle medie. Ci saranno praticamente tutti e naturalmente la loro insegnante di lettere, la mitica professoressa Cocco!

Stefano

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