domenica 28 giugno 2009

una giornata come tante

Oggi nel cielo c'è un filino di sole. Alcune nuvole sediziose si stanno radunando in un assemblea non del tutto legittimata - visto il periodo stagionale - ma per ora sembrano ancora poche per destare preoccupazione così - cinzia ed io - decidiamo di approfittarne per una breve passeggiata in direzione del bar dove seduti ad un tavolo sorseggeremo un buon caffè, fumeremo la prima sigaretta della giornata leggendo quotidiani ( troverò qualcosa che mi farà incazzare?)... la nostra buona dose di veleni giornalieri con l'aggiunta di una saccottino con crema e mele.
Bella la vita, eh?
Ma tanto lo so come va a finire, mi conosco oramai abbastanza bene per sapere che è proprio quando tutto sembra procedere sul giusto binario che certi pensieri mi si insinuano in quella massa aggrovigliata che è il mio cervello.
Infatti.

"cinzia ma ci pensi, giornate come queste, cariche di luce, con questa aria satura del profumo delle piante, c'erano anche quando - alcuni anni fa - uomini donne e bambini venivano prelevati dalle loro abitazioni per essere privati della "loro" libertà e della "loro" vita, quando zingari, omosessuali, ebrei venivano deportati nei campi di concentramento senza nessun motivo solo per odio razziale, spesso alla luce di questo splendido sole mentre gente come me, come te, sorseggiava caffè, chiacchierava, senza grossi problemi; persone comuni, con la pancia relativamente piena, non del tutte ignare di quello che stava accadendo loro attorno, persone sensibili che nonostante fossero coinvolte emotivamente non facevano nulla, per paura di perdere quel loro poco benessere, quella loro pseudo-libertà (come ci si può definire liberi in un mondo dove avvengono certe orribili cose) e si limitavano a provare un umano raccapriccio unito ad una celata partecipazione emotiva e nulla più..."

Cinzia mi guarda, condivide ma siccome mi conosce rimane in silenzio

"...non sta accadendo qualcosa di simile anche oggi? Cosa stiamo facendo di concreto, a parte emettere sordi lamenti (a cui nessuno presta più ascolto), per chi perde il posto di lavoro, per chi ci muore sul posto di lavoro perché qualcuno non rispetta le regole elementari di sicurezza, per chi è vittima di aggressioni a sfondo razziale, per chi muore mentre sta cercando disperatamente di migliorare la sua vita intraprendendo un viaggio che spesso conduce alla morte, e non solo per colpa di "eventi naturali sfavorevoli"; come mai la nostra indignazione si esaurisce in timide proteste spesso ipocrite e non capiamo che quello che riguarda gli altri riguarda tutti noi, come possiamo accettare di vivere in un mondo, egoista, cieco e indifferente limitandoci a prenderne atto e a farlo diventare solamente un misero ed eterno confronto dialettico come se l'unica cosa importante fosse dimostrare il proprio punto di vista. E' possibile che abbiamo perso tutti quanti gran parte della nostra umanità per paura di perdere quello che qualcuno ci ha spacciato per libertà, per progresso, per benessere!?
Su chi ricadranno le colpe delle conseguenze di questo stato di degrado socio- culturale che da tempo ci attanaglia, su chi le ha provocate o su chi non ha fatto nulla per contrastarle (e i cosiddetti intellettuali,dove sono, perché tacciono?), pur essendo consapevole di quello che stava avvenendo?"

Sopra di noi il cielo è terso, le nubi sono scomparse... chissà dove sono finite?

Buona domenica


p.s. queste domande le rivolgo soprattutto a me probabilmente per cercare di smuovere questo senso di impotenza che spesso mi opprime... forse cercare di cambiare il mondo può sembrare un poco presuntuoso ma non fare nulla per tentare neppure di migliorarlo di renderlo più vivibile, come lo si può definire?

pp.ss. due notizie - tra le altre - che mi hanno fatto incazzare le ho trovate in un giornale locale:
1) per la seconda volta hanno dato alle fiamme la giostra di una signora, sua unica fonte di sostentamento, perché?
2) una lettera provocatoria ironizzava sul fatto che i pacifisti non stanno facendo nulla riguardo a quello che sta accadendo in iran... " alle finestre vedo solamente gerani rossi" concludeva

stefano


1 commento:

morena ha detto...

quanto hai ragione. ci penso spesso anch'io.

a questo proposito, Remo ha lanciato l'iniziativa racconti a quattro mani come lo scorso anno.
Tema: L’Italia di oggi.

se ti va io sono disponibile a fare coppia (Cinzia, tranquilla. solo per la scrittura)
fammi sapere.
un abbraccio, Stefano. e buona settimana