lunedì 28 dicembre 2009

Milk


Ieri ho visto un film: Milk
Milk è un cognome e non latte in inglese.
C' è comunque un parallelo tra la forza morale del protagonista (la storia è vera) e il colore bianco che spesso è sinonimo di puro, di candido.
Harvey Milk, durante l'ultima parte della sua vita non fa che combattere con tutte le sue forze contro l'oscurantismo (il nero) dei cattolici bigotti, a favore dei gay, degli anziani, dei disoccupati, dei disabili... insomma di tutte le minoranze che nell'America (punto di riferimento di tutto l'occidente, non dimentichiamolo mai) degli anni settanta venivano considerate delle non-persone, perseguitati e discriminati da chi, in difesa di presunti valori, in difesa di una ben precisa idea di famiglia, erano disposti a tutto pur di riuscire nel loro intento, umiliando, schiacciando e ghettizzando infine annientando chi non rientrava nei loro parametri;
I sani membri della società si erano costruiti una "dima" mentale con cui misurare gli individui e dare così la patente del buon essere umano, oppure scartare ed isolare chi veniva considerato impuro, perciò non degno.
Se mi azzardo a definire un atteggiamento del genere nazista, fascista, inquisitorio esagero forse?

Allora, come non definire candido, nel senso voltairiano del termine, chi si batte contro il fanatismo, contro l'integralismo religioso, quello nostrano (non sono ateo) contro il falso moralismo di una società ipocrita e bigotta offuscata dalla paura di quello che non conosce, di chi non conosce e proprio per questo, a causa delle sue folli convinzioni è pronta a qualsiasi nefandezza, trascurando completamente i precetti della propria religione e della propria costituzione, fondamenta di ogni stato.

Ora non è mia intenzione fare un'analisi critica di questo bel film di Gus Van Sant e della splendida interpretazione di Sean Penn ma ne parlo solo perché ho la sensazione che la storia si ripeta, con altre paure, con altri nemici a far compagnia a quelli di sempre (vedi la legge sui Dico, sulle staminali...) Ne parlo perché temo che, nella nostra contemporanea e civile società, dopo molti anni e molte lotte, i diritti civili siano veramente in serio pericolo, oggi come allora.
Come non percepire una possibile ri-nascita ( se mai, morte ci sia stata) di fenomeni che paiono essere intinti nell'inchiostro nero del razzismo, del disprezzo del diverso?!
Certo, non la pensano così la maggior parte dei sociologi dei salotti televisivi che non fanno altro che minimizzare questi fenomeni che, al contrario non andrebbero assolutamente trascurati ma - a mio avviso - prontamente e soprattutto sinceramente stigmatizzati per evitare di arrivare al punto di non ritorno senza essere più in grado di contenerne gli effetti devastanti.
Invece si continua ad ignorali o al massimo a trattarli con eccessiva disinvoltura, con il sorriso ebete di chi crede di saperla lunga "perché non si tratta proprio di razzismo ma di una punta, del tutto circoscritta, di intolleranza dovuta alla crisi economica, alla paura di perdere il posto di lavoro ecc. ecc. " (apro una parentesi: "ad una profonda ignoranza, aggiungo io, ma non l'ignoranza di chi non ha potuto studiare ma di quella ben più pericolosa che nasce dal fondo, che è come un diserbante che elimina tutti i valori civili e morali conquistati a fatica da chi ci ha preceduto, per poter uscire dalla barbarie, annullando così in un battito di ciglia quelle regole sociali di convivenza che generazioni di semi-analfabeti aveva cercato di trasmettere ai propri figli, per farli crescere nella non violenza e nel rispetto dell'altro, quella ignoranza culturale che nei miei genitori era vissuta - ingiustamente- come una mancanza, con il senso di una colpa che non avevano, mentre ora è vissuta, esattamente in maniera opposta, con una disinvoltura disarmante, quasi con vanto e viene esposta come fosse una medaglia, sul petto... questa sì che è stata una bella conquista egualitaria, altroché! Chiudo la parentesi)

Ecco perché ne parlo, perché non mi piace per niente l'aria che tira e perché vorrei che l'operato di un governo fosse giudicato non solo per la sua capacità di amministrare "il condominio" (tanto sono anni che siamo paralizzati perché non ci sono i soldi, che è sicuramente un valido motivo ma anche un alibi per chi non riesce o non vuole fare) ma anche del livello di civiltà raggiunto, del livello culturale raggiunto, del livello di benessere (ripeto non solo economico) raggiunto...
Ne scrivo perché da troppo tempo parliamo d'altro per non parlare di niente.
Le nostre difese immunitarie sono continuamente sotto assedio e non vorrei, che in assenza di anticorpi, prima o poi qualche virus ci mettesse sotto scacco.

p.s. Voltaire ha scritto: "mi batterò fino alla morte perché tu possa dire il contrario di quello che io penso"
Sono d'accordo con lui ma vorrei umilmente aggiungere: "che le tue parole non siano impregnate di razzismo e di disprezzo per l'altro, in quel caso non abbiamo niente da dirci perché la mia tolleranza non arriva a tanto

stefano


8 commenti:

gea ha detto...

stefano, la tua analisi è lucida e calda, razionale ed emozionale a un tempo.
sono con te su tutta la linea, personalmente e politicamente.
sono sempre stata convinta che il grado di civiltà di un paese, la temperatura della sua democrazia, sia data dalla qualità della vita delle sue minoranze. etniche, linguistiche, sessuali.
a me pare che la nostra sia malata.

brazzz ha detto...

film bellissimo...

Stefano Mina "un onesto pittore riminese" ha detto...

grazie gea, è che sono davvero preoccupato ed incazzato, incazzato perché non capisco come si faccia a non capire che la strada dell'intolleranza è quella sbagliata... non tanto la scelta della politica ma quella dei cittadini di questo paese che si accontentano e non si guardano mai attorno ma solamente in uno specchio bugiardo
ti ringrazio gea
è stata una bella sorpresa
ciao

Stefano Mina "un onesto pittore riminese" ha detto...

Ciao Brazzz e che bravo sean penn!

Milvia ha detto...

Caro Stefano, condivido il tuo pensiero, la tua incazzatura,la tua preoccupazione, condivido tutte le tue parole. Mi rendo conto che pure noi, che proviamo sdegno per questa situazione, per questo virus che sta attaccando tutti i principi del buon vivere, stiamo diventando una minoranza. Mi chiedo cosa possiamo fare. Forse solo continuare a combattere con le parole. Forse.
Un abbraccio, Stefano caro. E continua così.

Milvia

Stefano Mina "un onesto pittore riminese" ha detto...

ciao cara Milvia, anche io ho la tua stessa sensazione, spero sia sbagliata... mio figlio è invece convinto che le persone siano in realtà migliori di come vengono percepite...non ci rimane che augurarcelo e nel nostro piccolo continuare a parlare o a scrivere

Vedi quello che mi fa davvero incazzare è che la disputa politica è proprio identica a quella che si ha quando si parla di calcio, si diventa tifosi e non si ragiona, si mantiene la posizione e basta mentre sarebbe necessario porci delle domande tipo: stiamo meglio come società, cosa è migliorato, abbiamo una scuola, una sanità, una giustizia più efficiente, e quel cazzo di senso di sicurezza tanto declamato è aumentato oppure no, e la crisi economica è stata affrontata nel modo migliore, e come, di cosa abbiamo parlato in questi 2 anni, quale è stato il confronto tra le parti, ?... ecco queste sono solo alcune delle domande a cui vorrei che qualcuno mi rispondesse, ancora meglio se fosse uno dell'altra squadra, magari non accecato dal troppo amore

Buon Anno Milvia
stefano

morena ha detto...

[film bellissimo. e Sean Penn è molto molto bravo]

Io sono molto preoccupata, e anche molto delusa e sfiduciata da ciò che ci circonda.
Sapevo già che il nostro grado di civiltà fa pena, e per saperlo mi è bastata la causa civile (ma bastava già la penale) in cui il giudice ha decretato, chiudendo la pratica subito, che "non si poteva evitare" riferendosi all'investimento di un pedone, quando io ho sempre pensato che un pedone fosse 'parte debole' rispetto ad un auto.
Una società che non sa proteggere le sue 'parti deboli' (bambini, minoranze, disabili, animali, lavoratori, disoccupati, malati, migranti, tanto per dirne alcune) non è civile.
E la cosa dolorosa è che la gente lasci correre e se ne freghi di tutto.

Ma questo non deve fermare le nostre menti e neanche le nostre parole.
Grazie Stefano.
Un abbraccio.
e buon 2010. speriamo sia migliore per il mondo.

Stefano Mina "un onesto pittore riminese" ha detto...

grazie morena per quello che hai scritto, auguriamocelo davvero che il 2010 sia l'anno della partecipazione della solidarietà della ritrovata indignazione.
Sai, quello che mi piacerebbe è sentire la voce di coloro che vengono definiti uomini di pensiero, del mondo della cultura, sentirli gridare la loro rabbia pubblicamente, ogni giorno, in ogni occasione e non uscire dalla loro tana solamente per presentare il loro nuovo libro, il loro film per poi scomparire fino al successivo; mi piacerebbe vederli in prima linea vicino alla gente comune, quella che è stanca di vivere in un paese che dà l'idea di essere oramai rassegnato, che da molto tempo si è arreso.
Chi fa cultura non avrà il potere di cambiare le cose ma deve provarci, non può, non deve tacere.

Ciao Morena
ti abbraccio
stefano