mercoledì 3 ottobre 2007

Dove si parla di giornali, di critica, di un telefilm (serial?) e di letteratura

Ieri, sul treno, avevano distribuito - come spesso accade in questi ultimi tempi - numerose copie del Corriere della sera (chiamano questo progetto "invito alla lettura"..Mah! ), uno ogni sedile, su quattrocentottanta poltroncine, come toppe rettangolari nella sporca tappezzeria quattrocentottanta quotidiani, belli, freschi - sembravano appena stampati nonostante fossero già le otto di sera- pronti per essere sfogliati ma purtroppo destinati a una triste disillusione visto che sul treno non vi erano più di quaranta persone e non tutte interessate all'omaggio cartaceo....
Io invece non volendo dimostrarmi ingrato verso chi tiene così tanto alla nostra crescita culturale (velato sarcasmo), agguanto il giornale e comincio a leggerlo partendo da un articolo
del prof. Sartori il quale fra l'altro era stato ospite del programma odierno di Corrado Augias, le storie, invitato a parlare del suo ultimo lavoro letterario "cosa è la democrazia"...Poi, sorpreso di non trovare l'immancabile e inconfondibile editoriale del prof. Alberoni che spesso ci illumina regalandoci perle di saggezza autentica( ri-velato sarcasmo) passo ad un "pezzo" di Aldo Grasso, temutissimo critico televisivo che subito nelle prime battute, mi lascia un po' perplesso.
Nel suo articolo il nostro re-censore si occupa della terza serie di Lost ( telefilm da lui molto apprezzato) -non che questo mi interessi particolarmente dato che tendenzialmente non amo i film seriali - ma quello che attira la mia attenzione è quello che viene descritto dopo i due punti: "sull' isola misteriosa, una comunità di persone ostili discute di libri . E qui il primo colpo di scena: il più cattivo, Benjamin «Ben» Linus, conosciuto precedentemente con il falso nome di Henry Gale, è convinto che bisogna leggere solo i libri che migliorano gli uomini (come predicano certi nostri intellettuali) e non anche quelli che intrattengono".
Ora si intuisce che il nostro uomo, non pago di bacchettare la televisione - cosa per altro tutt'altro che difficile viste le programmazioni di questi ultimi anni) vuole lanciare piccole "stilettate" anche agli intellettuali nostrani che si occupano di letteratura.
...certo che lo può fare, siamo in un paese libero, che diamine.... ma la mia domanda è: perché questo sarcasmo? che utilità può avere?
Crede forse il signor Grasso ( intellettuale senza puzza sotto il naso) che il vero problema in Italia sia il "cosa leggere" e non il "quanto poco si legga", pensa davvero che letture poco edificanti o cosidette leggere siano così difficili da reperire oggigiorno nel nostro paese, che incontrino difficoltà insormontabili ad emergere?...a me sembra che il nostro uomo voglia giocare sul sicuro, assecondando l'opinione dei più, cioè che le letture importanti siano spesso sinonimi di noia, di pesantezza e che non servano assolutamente a creare un'umanità migliore!...
Questi, caro dottor Grasso sono gli stessi atteggiamenti di chi giudica senza conoscere, di chi senza un minimo di umiltà si permette di criticare negativamente rasentando spesso l'insulto un'opera moderna - pittorica, solo perché sul naso ha posti un paio d'occhi, o sonora solo per le due appendici ai lati della testa - senza preoccuparsi di capire o di ammettere la propria ignoranza! Per carità, ognuno può esprimere la propria opinione ed è giusto che sia così ma per favore lo faccia con il dovuto rispetto per la propria ed altrui intelligenza!
E poi, intrattenimento che cosa vuol dire? ...Certo, svago, passatempo, divertimento( De Mauro)
Ma nessuno crede che ci si possa svagare leggendo letture edificanti anche complesse, che si possa tranquillamente passare il tempo leggendo l'Idiota di Dostoevskij, oppure guardando un film come Barry Lindon di Kubrick o ascoltando musica barocca o free jazz ecc. ecc.?
Perché innalzare sempre steccati, mettere continuamente confini fra cosa è buono e cosa è cattivo, fra cosa è facile e cosa è difficile? Perché trattare chi cerca di fare buona cultura come chi vuole imporre con arroganza la propria visione del mondo quando tutti noi sappiamo che chi sceglie quel genere di attività lo fa fra mille difficoltà spesso solo contro tutti, venendo molto spesso relegato in un angolo, "l'angolo della cultura" per l'appunto ..."la cultura, come è noto, ha sempre da essere spinta in qualche angolo perché non sia mai che si monti la testa e invada, per carità, le notizie che contano veramente"... da "con gli occhi del nemico" di David Grossman
In conclusione , credo possa essere utile, per evidenziare al meglio il mio punto di vista leggere queste poche parole rubate dall'ultimo libro di Grossman: "Ogni tanto mi capita di trovarmi seduto su un palco a leggere una storia davanti a un pubblico. Di solito questo genere di eventi ha luogo la sera e l'uditorio, composto in gran parte da persone non più giovani, ha alle spalle una giornata di lavoro, e una vita non sempre facile. Ma quando alzo lo sguardo dai miei fogli, ho davanti agli occhi una scena strabiliante: nel giro di qualche minuto è come se tutti i presenti si fossero tolti di dosso la stanchezza, il nervosismo e la fatica; a volte sembrano spogliati anche del pessimismo, del malumore e delle paure; qualcosa di dolce e dimenticato affiora in quel momento sui loro volti, e per un istante si capta -si vede quasi - come erano da bambini".

P.S. Sinceramente, il mio vero obiettivo era quello di parlare dell'intrattenimento, quello deteriore, quello ad ogni costo, sempre e ovunque, quello che è stato lungamente adoperato per "rincoglionirci" il più possibile ma come al solito mi sono dilungato perciò affronterò questo tema in un altro post dove fra l'altro suggerirò due interessantissimi libri. A presto. Stefano






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