giovedì 11 dicembre 2008

Oh, se mi girano!

In questi giorni si ritorna a parlare con finto coinvolgimento di etica della politica, insomma della cosiddetta questione morale. Ogni tanto succede... più o meno come il richiamo dell'antitetanica. Si sprecano fiumi di parole, torrenti, oceani di inutili parole. La cosa buffa è che a parlarne e a deciderne il "fondamento" siano proprio i degni rappresentanti di una classe dirigente che ha palesemente fallito nel suo compito ma che ostinatamente (non non direi furbescamente, a questo punto) finge di non accorgersene con il tipico atteggiamento di chi vuol "fare lo scemo per non pagare dazio", probabilmente convinti che il livello di guardia non sia ancora stato superato, così come la nostra soglia di sopportazione. La cosa triste è che sospetto abbiano ragione visto la nostra scarsa propensione all'indignazione.
Non sono mai stato un "qualunquista", ho sempre "parteggiato" e partecipato ma questa volta sono davvero disarmato ed ho perso quasi del tutto la poca fiducia che mi era rimasta nella classe politica del nostro paese: tante facce per un solo pensiero. A forza di rincorrersi i partiti politici tendono sempre più ad assomigliarsi; la cosa peggiore è che si assomigliano soprattutto negli aspetti negativi. Non fanno altro che puntarsi il dito accusatorio l'un l'altro. Non cercano di evidenziare le proprie particolarità, magari positive, (difficile trovarle?) per differenziarsi dalla controparte, ma si limitano a dire: "Tu dai del poco di buono a me, e tu allora, ti sei visto allo specchio?. non sei meglio di me, sei uguale..."
Giorni fa ho sentito qualcuno dire: "No, guardi, quando sento parlare di etica io mi preoccupo; ognuno di noi ha la sua morale, qual'è allora quella giusta? lasciamo perdere altrimenti questo terreno può diventare pericoloso... "
Ma come pericoloso, e per chi? In fondo cosa chiedono i cittadini che cercano di vivere la loro vita in modo minimamente corretto se non che la classe politica che li rappresenta faccia altrettanto? Chiedono pochissimo, soltanto che alcuni principi basilari vengano rispettati.
Chiedono che la politica si occupi, non solo della propria pancia e del mantenimento del potere, ma anche un poco del suo prossimo, rispettandolo il più possibile e non continuando a deriderlo e a strumentalizzarlo ogni volta che questo fa comodo; chi siede in parlamento e ha compiti dirigenziali deve sentire il peso, la responsabilità del compito gravoso che gli è stato conferito... Per anni ci è stato chiesto, molte volte con il ricatto, di essere empatici e ragionevoli, adesso tocca a "loro"! Che provino una volta tanto ad infilarsi nei nostri sporchi e scomodi panni se vogliono tentare di salvare il salvabile. Cavolo ma qui ci sono in gioco le vite degli uomini, mica cazzate.
"Campa cavallo che l'erba cresce" lo so, quando si tratta di inseguire utopie sono davvero un campione, ma non demordo e continuo nel mio farneticare.
Chissà se un giorno sentiremo un politico dire in diretta televisiva; " cittadine e cittadini rilascio il mio mandato nelle mani degli elettori, ho tentato ma ho fallito, chiedo scusa."
Non ridete vi prego, so che questo difficilmente accadrà, almeno a breve termine, perciò nel frattempo, l'unica cosa che possiamo fare è tentare di farla noi la "rivoluzione", non con la violenza che poi alla fine gli diamo pure un alibi a "quelli", ma modificando i nostri comportamenti sociali a cominciare da quando andiamo a fare la spesa, quando ci spostiamo con l'auto (meglio senza, quando è possibile), quando incontriamo un nostro simile ( magari apparentemente diverso), quando guardiamo un programma televisivo, quando andiamo al cinema (se c'è rimasta una sala), quando compriamo un disco ma soprattutto lavorando sulla nostra autostima per ri-appropriarci della nostra vita cercando di delegare il meno possibile a persone che non meritano il nostro rispetto.
Le cose (si) possono cambiare.

p.s. Mi piacerebbe tanto non sentire più nessuno dire " ma che ci vuoi fare, noi non contiamo un cacchio"

stefano


3 commenti:

milvia ha detto...

Questo è un bellissimo post e condivido parola per parola il "programma" della nostra "rivoluzione".
Purtroppo mi guardo intorno e vedo quanto tutto quello che tu auspichi, che noi auspichiamo, sembri del tutto irrealizzabile. Ma... teniamo botta. Siamo almeno coerenti e onesti con noi stessi. E chissà che non si riesca a cambiare qualcosa. Come dico sempre l'oceano, in fin dei conti, è fatto di gocce.
Ciao e buon fine settimana.
Milvia

Stefano Mina "un onesto pittore riminese" ha detto...

@ Milvia
non possiamo fare altro che tenere duro!

Anonimo ha detto...

saluti ragazzo dal kimono d'oro!hhhhaaaaiiiiaaaahhhhuuuuuuhhhhh!