giovedì 21 marzo 2013

provaci ancora Woody (può capitare a tutti un inciampo)

Lo temevo e anche se ancora non l'avevo visto ero quasi sicuro di non sbagliare, non certo perché influenzato dalle critiche controverse ( d'altra parte con lui è sempre così, o lo si ama o -inspiegabilmente- lo si detesta) ma solamente perché me lo sentivo, punto e basta e purtroppo il mio sesto senso questa volta non ha sbagliato
To Rome with love, il film di Woody Allen ( uno dei registi da me più amato) girato a Roma è stato per me una vera delusione. Qualche battuta degna delle sue c'è stata ma non sufficiente a giustificare un film quasi ingiustificabile. Woody è stato accusato da molti critici e addetti ai lavori di aver data un'immagine stereotipata di Roma, dell'italia ma questo  non mi ha particolarmente infastidito perché almeno una parte del film sembra un'operazione nostalgica così come era accaduto per Midnight in paris( decisamente un'altra cosa) mentre invece mi ha lasciato davvero incredulo la banalità di alcuni dialoghi (cosa davvero insolita per un genio come Woddy) come se l'autore di Manhattan  avesse dovuto svolgere un compitino più per contratto che per piacere, per non parlare poi della sufficienza con cui il film è stato girato e montato (l'ho visto in lingua originale e i dialoghi italiani doppiati a volte erano fuori sincrono) Un film infarcito di comparsate di ex celebrità italiche Ornella Muti, Guliano Gemma, Maria Rosaria Omaggio e di nuove Scamarcio,  Gian MarcoTognazzi, Donatella Finocchiaro a testimonianza che qualche clausola nel contratto ci dovesse essere altrimenti perché non far lavorare vere comparse almeno per i ruoli di contorno. E che dire della pochezza recitativa di alcuni degli interpreti soprattutto italiani; tranne Benigni e Albanese ( che fa Albanese) gli altri sono  stati un vero pianto, sempre sopra le righe, mai naturali,  tanto da fare risaltare persino la breve interpretazione di Scamarcio che mi è parso rispetto agli altri, quasi bravo.  Certo qualche trovata come dicevo c'è stata come a esempio quella dell'allestimento dell'opera lirica i Pagliacci" con il tenore che si esibisce sotto la doccia e anche l'idea del pezzo con Benigni mi è parsa discretamente satirica, anche se forse meritava un'attenzione maggiore ma per il resto ripeto  la pellicola mi è sembrata un' operazione più che altro commerciale  fatta inoltre in  maniera davvero frettolosa, niente a che vedere con i film girati in Spagna,  Vicky Cristina Barcelona, in Francia, Midnight in Paris, o  in Inghilterra, lo splendido Match Point. A costo di sembrare il solito anti- italiano sono giunto alla conclusione che anche un autore come Woddy Allen può fallire se si fa  influenzare dal pressappochismo del nostro cinema che pare davvero contagioso


Un tempo venire in Italia a girare un film poteva essere buona cosa per i cineasti  americani, vedi "vacanze romane" di William Wyler   "che cosa è successo tra mio padre e tua madre" di billy Wilder, ma in questi ultimi anni pare sconsigliabile visti i risultati di pellicole come  "the tourist"  film irritante con J. Deep,  la parte finale( fortunatamente breve) del bel film di Sofia Coppola, Somewhere e naturalmente Rome with to love film di W. Allen. Tutti film dove le intrusioni dei divi nostrani  si potevano a mio giudizio  tranquillamente evitare. Cosa che molti spettatori avrebbero volentieri apprezzato, io sicuramente



p.s Woody rimane comunque uno dei più grandi cineasti di tutti i tempi - questo non si discute - e sono certo che il prossimo sarà un piccolo capolavoro

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