domenica 7 ottobre 2012

un treno da non perdere!


RIMINI
Rimini accoglie il Romagna Express 2019 con una giornata dedicata alla musica e allo spettacolo e con un omaggio a John Cage, rievocando il viaggio in treno del musicista fatto nel 1978 in diverse località dell’Emilia-Romagna, che vide la sua tappa conclusiva proprio nella tratta Ravenna-Rimini. L’arrivo del Romagna Express 2019 sarà anche l’occasione per ospitare eventi e performance di artisti e musicisti in diversi spazi della città e per un Open Day della Cultura che vedrà musei e gallerie d’arte aperte fino a sera.
h. 10.30 Accoglienza del treno da parte della Banda Città di Rimini al binario 2 est della stazione
 h. 11.30-13.00 “Ravenna-Rimini 1978: il Treno di John Cage”.
Franco Masotti rievoca con racconti, video e immagini il viaggio di John Cage assieme a Andrea Folli, Roberto Paci Dalò, Leonardo Sonnoli. L’iniziativa si pone in relazione con il più ampio progetto Everyday Johncage – ideato dagli stessi Andrea Felli, Roberto Paci Dalò, Leonardo Sonnoli. Un progetto che, dal 1 gennaio al 31 dicembre 2012, grazie ad un sistema virale, vede distribuirsi quotidianamente, nello spazio pubblico della città e in luoghi privati, frammenti e materiali legati a John Cage.
Sede: Cinema Settebello (vicino al Dopo Lavoro Ferroviario), Via Roma 70
h. 18.30-20.00 “Agostiniani in musica”. Spettacolo realizzato in collaborazione con associazioni culturali del territorio riminese
Fabio Mina
Always see everything
Luca Mina: video
Fabio Mina: musica (flauti, duduk, elettronica)
“Quando ti svegli al mattino, sii riconoscente per la luce dell’aurora, per la vita che possiedi e la forza che ritrovi nel tuo corpo. Se non trovi un motivo per elevare questa preghiera di ringraziamento, allora sei sicuramente morto.” Thahca Huste, capo Sioux
Always see everything, “che tu possa sempre vedere” è un itinerario percorso cercando un diverso modo di volgere lo sguardo; una performance che invita ad osservare le cose semplici e quotidiane con occhi differenti, per scoprire “miraggi” nascosti nei particolari della terra, del mare e del cielo.
L’intenzione è di far perdere lo spettatore in qualcosa che non è un vero film, né videoclip, né audiovideo nel senso tradizionale dove spesso la parte acustica accompagna quella visiva o viceversa. Qui i particolari diventano illusioni, il suono degli strumenti a fiato evoca a sua volta immagini, e le immagini musica, creando un intreccio disorientante.
sede: Complesso Agostiniani, Spazio Panfili, Via Cairoli 42
h. 21.00 Dulcamarateatro presenta “Babilonia”. Spettacolo di teatrodanza nell’ambito del Festival “Le voci dell’anima”, a cura di Teatro della Centena
“Babilonia” è uno spettacolo diviso in infiniti frammenti, una quantità di scene esistenziali che si toccano, si sfuggono, si aggrovigliano… e tuttavia un’unità spaziosa, avvolgente, totalizzante. Spazi scenici, immagini, atmosfere, di sonorità oscillanti tra acustico ed elettronico, ora alienanti, ora apocalittiche, ora trasognate e cullanti, di psichedelici vortici luminosi dai toni glaciali, di un ammassarsi di suoni, di sguardi, di solitudini palpabili, di corpi spezzati…
Gli attori in Babilonia non parlano… pensano. Il linguaggio che percepiamo proviene dall’interno, da una dimensione che quotidianamente resta per noi inaccessibile… passa attraverso un pensiero che spesso si discosta con violenza da quella che sembra essere l’apparenza delle cose, il superficiale svolgersi e incatenarsi degli eventi. Ne deriva una tensione estetica nel quale i gesti fluiscono armonicamente singhiozzando sul fondo di uno lento, prolungato smarrimento. Pertanto, le voci dei personaggi provengono da dentro, da dietro, da sotto, “dalla parte di là”. Sono voci registrate, filtrate, specchi sonori del groviglio di tutti i paradossi-filamenti della ragnatela in cui la vita smarrisce se stessa frammentandosi.
“L’abisso non ci divide. L’abisso non divide mai nulla. L’abisso circonda.” Questo pensiero che prende corpo dalla mente di uno dei personaggi è il perno intorno al quale ruota il senso dell’intera messa in scena: “Babilonia” è un immersione nel tempo eterno di Babele, oggi più che mai urlante, incarnato, vivente. L’accento è posto su di una nuova “dimensione spirituale della materia”, su una sorta di interiorità che si rivela nella superficie delle cose, nella loro fisionomia, nel loro movimento singhiozzante, nella loro disposizione-indisposta alla vita. Sono i corpi, icone del nostro tempo, a parlare molto prima delle parole. Corpi umani, corpi frammentati, corpi tesi e protesi, confinati nel vuoto di una sospensione che resta irrisolta…
sede: Teatro degli Atti, via Cairoli 42

lunedì 1 ottobre 2012

musica per caso


alcuni giorni fa fabio(my son) ha suonato dentro un centro commerciale, con tanto di impianto e alcuni posti a sedere per chi già era a conoscenza dell'evento o per chi avesse tempo da rubare agli acquisti. Davvero interessante osservare i comportamenti delle persone che con i loro carrelli  sbucavano dalla scala mobile. Devo dire che a parte i bambini che ancora non hanno ne incrostazioni  ne pregiudizi,  le donne mi sono parse più attente, rallentavano il passo e spesso si soffermavano qualche istante ( qualcuna si fermava addirittura) , mentre i loro mariti procedevano spediti senza girare la testa neppure per un'occhiata fugace, privi di curiosità, come se fossero oramai sordi a qualsiasi richiamo sonoro; d'altra parte la musica/ o presunta musica oramai ci accompagna in ogni luogo , così invadente da scomparire.

curiosità: una signora dopo aver ascoltato il breve concerto ( tre momenti da 15, 20 minuti) ha detto che la musica di fabio le aveva smosso tutti i 7 chakra
un'altra, disturbata dal chiacchiericcio di un signore seduto al tavolo del bar,  si è girata e lo ha redarguito invitandolo, visto il suo disinteresse, a tacere oppure a andare da un'altra parte   
"  guardi che a me piace il boogie woogie ( per la precisione bughi bughi, come si dice dalle mie parti)

lunedì 23 luglio 2012

un altro film




Se non l'avete ancora visto e amate il cinema dovete assolutamente rimediare. Sto parlando di Carnage, l'ultimo lavoro di Roman Polanski con  Jodie FosterKate WinsletChristoph WaltzJohn C. Reilly. E' un film velenoso, che mette in risalto non certo l'aspetto migliore degli esseri umani. E' difficile parteggiare per uno dei quattro personaggi che interpretano mirabilmente questo film tratto da piece teatrale scritta da  Yasmin Reza (il dio della carneficina ) perché a turno proviamo simpatia e comprensione per l'uno e per l'altro ma man mano che la storia si sviluppa ci si rende conto che nessuno si salva fino in fondo. Per poter convivere pacificamente in una società cosiddetta "civile" si ha la sensazione che sia davvero difficile esprimere sinceramente il proprio pensiero senza incorrere in conflitti. La trama del film è molto semplice. Due bambini litigano in un parco. Uno ha in mano un ramo e per reagire a una provocazione dell'altro (così si intuisce) lo colpisce al volto causandogli la rottura di due denti. I genitori del primo si recano, da brave persone civili, nell'appartamento della "vittima" per esprimere tutto il loro rammarico per quanto è accaduto all'altra coppia di genitori che altrettanto civilmente pare pronta a accettare le scuse per quella che sembra  essere stata poco più di una lite tra adolescenti (11 anni) ma la cosa non è così scontata  e ogni volta che tutto sembra risolversi c'è sempre una parola - di troppo- detta da uno dei quattro personaggi che come una mano invisibile agguanta chi cerca di uscire dal vortice della discussione e lo risucchia riportandolo al centro. Così in un crescendo di velenosa ironia le verità nascoste vengano a galla una a una senza risparmiare nessuno, mettendo gli uni contro gli altri, anche se a volte con momentanee complicità, e le parole sgorgano fuori come liberate da quella prigione a cui spesso le convenzioni, le buone maniere ci costringono, senza però trarne alcun beneficio, anzi.
Come spettatore, vista la difficoltà a immedesimarsi con uno dei protagonisti, si rimane un po' spiazzati perché spesso è quello che facciamo e cerchiamo guardando un film ma se è vero che nessuno dei personaggi  appare proprio edificante è altrettanto vero che cogliendo tutta la loro fragilità di "piccoli" uomini non si può che provare simpatia per loro e di conseguenza per noi. 
Una prova d'attore davvero notevole.

mercoledì 18 luglio 2012

coincidenze

Ieri sera, alle 22.00 circa mentre la mia giornata lavorativa stava giungendo al termine mi sono intrattenuto con un mio collega appassionato di cinema. Dopo aver scambiato opinioni sugli ultimi film gli ho chiesto se avesse mai visto "Respiro", il secondo lungometraggio di Crialese, probabilmente il suo miglior lavoro assieme a "Nuovo Mondo". Ora che ci penso non ricordo neppure perché gli ho fatto quella domanda dato che il film non è certo recente (2002) ma non importa tanto oramai sono abituato alle acrobazie compiute dai miei pensieri. Lui risponde che no, non lo aveva mai visto e se lo è segnato su un foglio così da poterlo recuperare. Non nego che sono sempre felice quando mi capita di suggerire film del genere che passano davvero di rado nella nostra avara e un po' sciatta tv generalista. Inforco la bici e mi faccio i 5,5 chilometri che mi separano da casa. Quando arrivo trovo mia moglie e mio figlio che stanno guardando, su un canale sky, la fine di "Risvegli" con De Niro e Robin Williams; un film piuttosto doloroso tratto da una storia vera. Ne approfitto per darmi una rinfrescata e poi li raggiungo sul divano, non prima di essermi riempito un bel bicchiere con del gelato che era rimasto dalla sera prima, proprio mentre scorre l'ultima scena seguita dai titoli di coda. Chiedo allora a Luca di fare un giro per i canali, lui ha in mano il telecomando, per vedere se c'è ancora qualcosa di interessante. Spero vivamente ci sia qualche bel film perché nonostante la stanchezza, quando finisco di lavorare tardi, non ho mai sonno, sarà l'adrenalina accumulata, non so. Ma non ci penso proprio di andarmene subito a letto perché sento che mi manca qualcosa. Cavolo, mi sono alzato tardi, il giorno prima alzataccia alle 5 di conseguenza dovevo recuperare, poi sono andato a fare un po' di spesa, ho mangiato un mezzo panino al volo e via in stazione. Giusto per essere precisi: erano le 12 e 40. Ora sono le 23.00. La giornata non è ancora finita e desidero ardentemente che questa ultima ora sia davvero mia perciò scorro avido con gli occhi ogni titolo che compare sullo schermo. Questo no, Manuale d'amore "non ci penso neppure" dice Luca, questo manco per sogno... poi all'improvviso, canale Cult, sgrano gli occhi quasi incredulo e penso a voce alta:"Respiro" di Emanuele Crialese, che coincidenza, ne parlavo giusto un'ora fa con un collega. Ce l'ho in dvd ma non importa. mi assesto sulla poltrona e via si parte. Sento già nella stanza il magico sax di John Surman e i miei occhi si riempiono di Blu.


domenica 24 giugno 2012

per me

Oggi ho  spesso la sensazione che si confonda l' arte con la decorazione e che la ricerca estetica sia sempre più esasperata.
A volte ho l'impressione che chi fa arte si dimentichi della vita. la vita non è perfetta. La vita non esclude nulla.
 Per me l'arte così come la bellezza è un naso storto, un dente non allineato, una ruga non prevista al limitare delle labbra. 
L'arte è tirare fuori la polvere da sotto il tappeto, senza paura.