mercoledì 2 aprile 2008

la letteratura e il cinema

Io cerco di non fare mai paragoni fra un libro è la sua trasposizione cinematografica, perché trovo che sia giusto che un regista, uno sceneggiatore siano liberi, visto che usano un linguaggio comunicativo differente, di esprimere la loro visione del testo che potrebbe non corrispondere con quella del lettore, ma, spesso - siamo sinceri - l'opera visiva aggiunge poco o niente all'opera letteraria, salvo rare eccezioni come il recente "Non è un paese per vecchi" di McCarthy/Coen o "Fahrenheit 451" di
Bradbury/Truffaut, "Iduellanti" di Conrad/Ridley Scott, "Barry Lindon" di Thackeray/Kubrick ecc. ecc. ma qui abbiamo a che fare con grandi registi che raramente deludono...


Io personalmente amo tantissimo sia la letteratura che il cinema e non mi piace perciò metterli in competizione, le emozioni che provo e cerco nella lettura sono diverse, non più intense o maggiori, rispetto a quelle che provo e cerco durante la visione di un film, sono solamente differenti...Quello che invece mi incuriosisce è lo scambio, l'interazione che può avvenire tra le due forme espressive, chi spinge maggiormente l'una ad interessarsi dell'altra: è più facile che un lettore vada a vedere un film tratto dal romanzo che lo ha emozionato o che uno spettatore incuriosito vada ad acquistare il libro da cui il film è tratto?
La mia opinione, visto che nel nostro paese si legge pochissimo, è che sia molto più facile trovare un lettore seduto in poltrona al cinema che uno spettatore in libreria.
Ma, e ora arrivo al dunque, se è vero che il cinema non aiuta a vendere i libri da cui i film sono tratti, può spingere molti lettori/cinefili ad acquistare testi che vengono citati durante la rappresentazione cinematografica.
Ho fatto questa riflessione grazie a mio figlio Luca che ultimamente ha comperato diversi libri che gli sono stati "suggeriti" - non so quanto consapevolmente - durante la visione di alcuni film che lo avevano particolarmente colpito...non trasposizioni cinematografiche, ripeto ma che all'interno citavano, che ne so, una poesia, un passo tratto da un racconto....
Ed è così che a far parte della nostra libreria sono entrati Walt Whitman " Foglie d'erba" grazie a Peter Weir con il suo "Attimo Fuggente" William Blake, "Visioni" per merito di Jim Jarmusch con " Dead Man", Henry David Thoreau, "Walden, ovvero La vita nei boschi" suggerito da Sean Penn per bocca del protagonista di "Into the wild" ma anche dallo stupendo professore interpretato da Robin Williams sempre nell'"attimo fuggente...
Non trovate che questa sia una cosa stupenda?! Se i messaggi "subliminali" inseriti nei sono di questo genere, ben vengano,non siete d'accordo?
Ora proverò anch'io a condizionarvi inserendo alcune poesie dai testi che ho citato!
Ciao a tutti e buona lettura!

Ahimè! Ah vita!

Ahimè! Ah vita! di queste domande che ricorrono,
degli infiniti cortei di senza fede, di città piene di
sciocchi,
di me stesso che sempre mi rimprovero, (perché chi più
sciocco di me, e chi più senza fede?)
di occhi che invano bramano la luce, di meschini scopi,
della battaglia sempre rinnovata,
dei poveri risultati di tutto, della folla che vedo sordida
camminare a fatica attorno a me,
dei vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri legato
in tanti nodi,
la domanda, ahimè, la domanda così triste ricorre -
Che cosa c'è di buono in tutto questo, ahimè, ah vita?

Risposta
Che tu sei qui - che esiste la vita e l'individuo,
che il potente spettacolo continua,e tu puoi contribuirvi
con un tuo verso.
Walt Witman "foglie d'erba"


brano tratto da "Walden ovvero vita nei boschi"

"Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza,
per affrontare solo i fatti essenziali della vita,
e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa
aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte,
che non ero vissuto. Non volevo vivere quella che non era
una vita, a meno che non fosse assolutamente necessario.
Volevo vivere profondamente, e succhiare tutto il midollo
di essa, vivere da gagliardo, spartano, tanto da distruggere
tutto ciò che non fosse vita ".



Incipit di "camminare"

Vorrei spendere una parola in favore della
Natura, dell'assoluta libertà e dello stato
selvaggio, contrapposti a una libertà e una
cultura puramente civili; vorrei considerare
l'uomo come abitatore della Natura, come sua
parte integrante, e non come membro della
società. Desidero fare un'affermazione estrema,
e per questo sarò enfatico: la civiltà ha già
fin troppi paladini; il pastore, il comitato
scolastico e ciascuno di voi potrà assumersi
questo compito.

Nel corso della mia vita ho incontrato non più
di una o due persone che comprendessero l'arte
del Camminare, ossia di fare passeggiate, che
avessero il genio, per così dire, del
vagabondare....

Henry David Thoreau






Per selvagge valli andavo
gaio il piffero suonando,
su una nube vidi un bimbo
che rideva e che mi disse:

"Suona un'aria su un Agnello!".
La suonai con lieta lena.
"Ora suonala di nuovo!".
La suonai: a udirla pianse.

"Lascia il piffero tuo arguto,
canta i canti tuoi giocondi".
Io cantai quell'aria ancora
e di gioia lui piangeva.

"Pifferaio, siedi e scrivi
in un libro a tutti aperto".
Poi svanì dalla mia vista.
Vuota canna allora presi,

ne foggiai rustica penna,
feci inchiostro d'acqua chiara
e i miei lieti canti scrissi
per la gioia d'ogni bimbo.

dai "Canti dell'innocenza" di William Blake








3 commenti:

Anonimo ha detto...

ho questo strano senso di ineluttabilità.

thoreau, whitman, blake..
mettiamoci un pizzico di dickinson
(Per fare un prato occorrono un trifoglio ed un'ape,
Un trifoglio ed un'ape
E il sogno.
Il sogno può bastare
Se le api sono poche.)

un po' di willie scuotilancia
(Più socchiudo gli occhi meglio essi vedono,
poiché tutto il giorno osservano cose indegne;
ma quando dormo, nei sogni essi vedono te,
e, oscuramente luminosi, sono luminosamente
diretti nel buio.

E tu, la cui ombra rende lucenti le ombre,
quale felice spettacolo formerebbe la forma
della tua ombra
al chiaro giorno con la tua luce molto più chiara,
se a occhi ciechi la tua ombra splende così tanto!

Come sarebbero beati gli occhi miei, io dico,
guardandoti nel vivo giorno,
se nella morta notte la tua bella vaga ombra
nel sonno profondo appare a occhi spenti!

Tutti i giorni sono notti finché no ti vedo,
e le notti sono giorni splendenti quando i sogni
ti mostrano a me.)

e via così, brother.
come da ogni pezzo di dylan springsteen ligabue, da ogni film. da ogni libro, da ogni frase buttata là da un amico, si traggono spunti per approfondire.
è così che si evolve.
è così che si diventa esseri umani.
è poi si è fratelli.

Anonimo ha detto...

Ciao Stefano. Ti scrivo per dirti che ho linkato il tuo blog al mio ma, soprattutto, per ringraziarti per aver atteso la mia replica prima di esprimere un giudizio e per aver letto il mio raccontino!!!Ho comunque fornito a Massimo spiegazioni e "prove" della mia onestà(alla fine ho beccato la mia amica e le ho fatto pubblicare il commento da casa sua).
Ti abbraccio forte e...spero di risentirti presto.
Germano

Stefano Mina "un onesto pittore riminese" ha detto...

grazie per il link..invitavo ad aspettare perché pensavo/speravo ci fosse stato un malinteso...comunque se posso darti un consiglio visto che - anche se non in malafede - hai scatenato un po' di casino, di
lasciare raffreddare la cosa, anche perché nonostante i toni credo che a letteratitudine ti vogliano bene.
ciao
Stefano